Festival Internazionale dei Templari: successo per la quattro giorni di eventi storico-artistici sul tema “Apocalisse dei Templari”

Alessandria – Quattro giorni di eventi storico-artistici e di conferenze per raccontare la vera storia dei Templari, ma anche la loro leggenda affrontando il tema “Apocalisse dei Templari” da giovedì 30 giugno a domenica 2 luglio in Alessandria per quella che è stata la terza edizione del Festival Internazionale dei Templari, dove storici e artisti calcano le stesse tavole del palcoscenico offrendo al pubblico uno spettacolo non usuale per un evento culturale.
Un argomento che continua a suscitare interesse, anzi ad affascinante sia gli storici, sia il pubblico e questa’anno si è registrata anche un’attiva partecipazione di commercianti, ristoratori e artigiani di Alessandria che ai Templari si sono ispirati per loro creazioni appositamente ideate per l’evento.
Nonostante si sia dovuto rinunciare al palco allestito in piazza Giovanni XXII, perché le avverse condizioni atmosferiche hanno reso consigliabile l’allestimento nel tendone tensostatico nel cortile dell’adiacente Palazzo Cuttica, mentre si confermato come luogo ideale anche dal punto di vista acustico la chiesa di San Giovanni Evangelista nel quartiere Cristo.
Il Festival è prodotto da ATID con la compartecipazione della Città di Alessandria e la collaborazione con Alexala, CulturAle – ASM Costruire Insieme, associazione Cultura e Sviluppo, col sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria; inoltre ha ottenuto il patrocinio della Regione Piemonte e quello dell’Università del Piemonte Orientale; fa parte della Templars Route European Federation (TREF); si avvale della direzione scientifica di Simonetta Cerrini unitamente a quella artistica affidata a Gian Piero Alloisio
I relatori intervenuti hanno offerto riflessioni preziose, novità storiografiche, e punto di vista diversi sul tema dell’Apocalisse e sul significato attributo dagli uomini del Medioevo: lo storico Franco Cardini ha avvicinato la figura dell’autore dell’Apocalisse di Giovanni a quella del Profeta Muhammad, il rasul “portalettere” di Dio; l’esperto di falconeria medievale e di bestiari, Baudouin Van Den Abeele dell’Università cattolica di Louvain, ha segnalato una possibile relazione tra gli uccelli dell’Apocalisse e gli uccelli a cui San Francesco indirizzò una sua predica; mentre Antonio Musarra dell’Università La Sapienza Università di Roma ha illustrato quali multiformi aspetti prese l’attesa apocalittica tra i primi crociati, dalla miracolosa scoperta della lancia di Longino che colpì il costato di Cristo ai primi pogrom contro gli ebrei.
Al celebre appello di Clermont del 1095 che diede il via alla cosiddetta “crociata” era presente anche il teologo san Bruno di Segni da Solero (morto nel 1123), la cui figura è stata illustrata da don Stefano Tessaglia che nel commento all’Apocalisse di San Bruno ritrova una possibile fonte dantesca. Gian Luca Potestà, dell’Università Cattolica di Milano e buon conoscitore dell’escatologia medievale, ha regalato video-interventi sulla figura di Gioacchino da Fiore, di cui ha messo in evidenza la speranza degli ultimi tempi, legati all’età dello Spirito, e su Dante apocalittico. Intervento d’eccezione quello del Vescovo di Alessandria Guido Gallese che ha dedicato gli ultimi anni della sua riflessione pastorale proprio all’Apocalisse di Giovanni.
Si è contata anche un’apparizione in video, quella dello storico Alessandro Barbero che ha offerto una sua riflessione sull’importanza di un disegno della fine della storia per i cronisti medievali. Inoltre, come ogni anno, il Festival ha dedicato uno spazio a Umberto Eco, cultore di storia medievale: è stata data lettura scenica di un brano del Cimitero di Praga in cui l’autore alessandrino cita l’ultimo gran maestro del Tempio Jacques de Molay.
Simonetta Cerrini ha svolto il tema di ogni giornata, fornendo notizia delle ultime notevoli scoperte: I futuri Templari e l’attesa apocalittica della prima “crociata”; l’Apocalisse nella biblioteca dei Templari; i Templari nell’Apocalisse; Gerusalemme e Parigi: la piccola apocalisse dei Templari.
Tutti gli interventi dei relatori, caratteristica peculiare del Festival, sono stati inseriti dal drammaturgo Gian Piero Alloisio in una sequenza che ha compreso canzoni d’autore, cabaret, canti medievali, letture, musica sacra, brani teatrali e performance. Ad eseguire la parte artistica, oltre allo stesso Alloisio, gli attori Massimo Bagliani (che interpreta Jacques de Molay dal dramma storico I Templari, ultimo atto di Gian Piero Alloisio) e Adolfo Margiotta (che ci ha offerto una memorabile interpretazione de A livella di Totò), la cantante e pianista Elisabetta Gagliardi (La parola perduta; Nuvole), Lorenzo Marmorato che ha accompagnato al piano Gian Piero Alloisio (Tanto so che ci sei; Totò; La canzone dell’energia), la cantante e medievista Fabienne Arboit (ha interpretato alcune sequenze di Ildegarda di Bingen), il Coro Diocesano di Alessandria unito al Coro Magnificat (Santa Teresa d’Avila, Nada te turbe) e il Cor’Allievi, che per ricordare il partigiano Pasquale Cinefra ha cantato la canzone Dalle belle città.
I rievocatori della compagnia francese Les Blancs Manteaux e della Mansio Templi Parmensis 1275 hanno rappresentato aspetti della vita dei Templari, tra cui un duello del Templare contro sé stesso, la cerimonia di ingresso nell’Ordine di un novizio, e l’illustrazione del famoso gonfalone Baussant.
Nella sede dell’associazione Cultura e Sviluppo, nel corso dei programmati incontri pomeridiani, sono stati presentati i libri: Storia dei Templari in otto oggetti, Utet 2019, di Franco Cardini e Simonetta Cerrini; Sulle orme del sacro, i santuari dell’Europa occidentale IV-XVI secolo, Laterza 2023, di André Vauchez: Urbano II e l’Italia delle città, Il Mulino 2023, di Antonio Musarra.

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