Quella candida luce che avvolge le colline: il Monferrato nella pittura di Piergiorgio Panelli, in una Personale a Aperture dell’arte nello showroom Zaffiro di Casale Monferrato
Come cerchi che s’allargano in uno specchio d’acqua serena. A volte il nostro procedere per sovrapposte o ravvicinate conoscenze a quello assomiglia, quello diventa. Come nel caso della mia conoscenza di Piergiorgio Panelli e della sua Arte. Il sasso iniziale ha un nome e un cognome: Gian Marco Griffi. Si, proprio lui, lo scrittore, nato ad Alessandria ma che abita ad Asti, candidato, da vero outsider, al Premio Strega, con quel suo fluviale e straordinario romanzo che è Ferrovie del Messico. Lui, che ormai conosco abbastanza bene, che ho imparato ad apprezzare moltissimo come scrittore e come persona, si è inventato, al Golf Club Margara di Fubine, del quale è Direttore, un Festival d’Arte e Letteratura…e mi ci ha invitato. Ed è lì che ho visto, gustato, apprezzato, la duplice mostra di Iris Devasini e Chiara Galliano. Ed è li che, parlando soprattutto con Iris della sua poetica artistica – e poetica tout court – che ho molto ammirato, che ho poi conosciuto Piergiorgio Panelli, Artista e Critico d’Arte, che così mi è stato presentato da Iris. Per un attimo ho temuto di trovarmi al cospetto di un arcigno signore supponente e della serie manteniamo le distanze, che io sono io e te sei uno scribacchino di provincia…tanto per cambiare, mi sbagliavo, perché dopo pochissimi minuti di conversazione, con Piergiorgio Panelli, che peraltro è praticamente mio coetaneo, abbiamo incominciato a darci del tu e a conversare d’Arte e di bellezza con appassionata dedizione.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Anche se io ho ammesso, confessato, precisato a Piergiorgio che io non sono affatto un critico d’arte! Sono un semplice appassionato, che ama visceralmente e smisuratamente l’Arte, che quando può frequenta mostre e musei ovunque gli capiti di essere, legge libri di grandi critici e colleziona i cataloghi delle mostre che vede e apprezza…e si approccia a quel mondo con rispetto e attenzione, ma senza presunzione. Ma ho la grande fortuna di avere una mia rubrica, sul quotidiano online Alessandria24.com, dal titolo riassuntivo Splendido Piemonte: libero contenitore dove posso pubblicare articoli sulla bellezza del nostro territorio…bellezza di ogni genere, per tutti i cerchi nell’acqua che la bellezza mi fa incontrare nel mio quotidiano cammino. Articoli non specialistici, quindi, ma di appassionata narrazione dell’Arte (o della musica o della narrativa o vedete un po’ voi). Piergiorgio lo ha capito benissimo, leggendo un paio di miei articoli, che io non sono un critico d’arte, che non conosco gli artisti contemporanei che operano nel territorio casalese, che non possiedo la malizia di giudicare se una mostra collettiva ha o non ha difetti o pregi…ma che scrivo semplicemente mettendomi nel punto di vista di un qualsiasi semplice appassionato, che si aggira in un’esposizione con acerba ma interessata partecipazione.
Così ho vissuto e introitato nel mio orizzonte esistenziale le bellissime mostre personali, ampie e magnifiche, di Enrica Maravalle a Canelli e Silvio Vigliaturo a Portacomaro, ma anche la singolare mostra dedicata all’Apocalisse al Duomo di casale, di Paolo Colombo e la piccola ma interessante Velate presenze di Federico Palermo a Monastero Bormida…di cui vi parlerò in un successivo articolo. Ho potuto apprezzare profondamente ciascuna di queste personali anche – forse soprattutto – per la presenza, per ognuna di esse, dell’Artista medesimo. Tutti loro hanno avuto la pazienza di accompagnarmi nella visita alla loro mostra (beh, Apocalisse a parte: era impossibile, visto come era dislocata la mostra, me ci siamo fatti con il Maestro una bellissima conversazione esplicativa), rispondendo alle mie domande, a volte intelligenti – spero – a volte magari ingenue, con una cordialità e un’empatia davvero stupende…li ho ringraziati per questo nei rispettivi articoli che li riguardavano, e rinnovo qui la mia gratitudine.
Tutto questo per dirvi che quando Piergiorgio Panelli mi ha invitato all’inaugurazione della sua Personale a casale Monferrato, nella galleria Aperture sull’arte nello show room Zaffiro, ero nello stesso tempo felice di andarci – proprio per poter visitare la personale di Piergiorgio con la sua stessa guida e le sue parole di approfondimento di qualche sua opera – e anche un po’, anzi parecchio, intimidito…temevo che mi sarei sentito a disagio, come una specie di pesce fuor d’acqua. Mi sbagliavo, perché Piergiorgio Panelli non è solo un artista originale e molto intrigante, ma anche persona simpatica e accogliente, che ha saputo mettermi a mio agio, presentandomi a un sacco di persone -tra artisti e critici, fotografi e viaggiatori – davvero straordinarie, con molte delle quali ho aperto colloqui di grande empatia e cordialità.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
E poi ci sono le sue opere, davvero notevoli. Beh, intanto io, come faccio sempre, prima ancora del momento ufficiale dell’inaugurazione, ho fatto una promenade, in perfetta solitudine e cercando di estraniarmi il più possibile dal brusio delle conversazioni, tra le opere esposte, facendo foto, ma soprattutto cercando di entrare in profondità nel senso di ciò che vedevo. Ho visto alcune opere che rappresentavano grandi tartarughe che parevano muoversi lentamente in quello che è il mare primordiale che ricopriva tutte queste terre. E allora come in un intrigante cortocircuito intellettuale mi è balzato alla mente il progetto TerrEmerse, così ben descritto nel suo Colline di carta da Silvia Perosino, dove descrive l’opera della giovane scultrice Giorgia Sanlorenzo, di Casorzo, che costruisce ed installa sculture in ferro, che sbucano fra le colline del Monferrato, e riportano quelle colline verso la loro origine di antico mare, che tutto copriva da 5 a 2,5 milioni di anni fa.
E poi le altre sue opere esposte, sapientemente disposte all’interno di un elegante arredamento urbano, dai colori tenui e rilassanti. Opere che sono il trionfo dei colori di terra, cielo e colline, del Monferrato…scoprirò dopo, parlandone con Piergiorgio, che queste splendide opere, fatte di colori così cangianti, eppure nelle quasi è sottesa una solenne armonia timbrica, hanno il nome comune di Paesaggio Lento (n. 1, 2, 3 e così via…). Si, perché durante la sua presentazione della Personale, Piergiorgio, dopo i doverosi saluti ai colleghi e ai critici presenti (momento per me un po’ imbarazzante, perché a parte Iris Devasini, io non ne conoscevo nessuno – mea culpa – e loro guardavano me con negli occhi la fatidica, inespressa domanda Ma questo qui chi sarebbe??) ci ha introdotto al suo concetto di lentezza: lentezza come esperienza non frenetica, non frettolosa, ma ponderata ed intenza. Perché occorre indugiare sulle cose che facciamo, che vediamo, che viviamo…siano esse l’ammirazione di un paesaggio – e magari la ricostruzione dello stesso in un’opera d’arte – che sia la lettura di una poesia, la passeggiata sentimentale in un luogo…o fra i quadri di una esposizione. Per me, parole sacrosante e da sottoscrivere. Io che sono seguace dello Slow Reading, il leggere lentamente per gustare i testi, come ben descritto nello stupendo saggio di David Mikics, ma anche del concetto bene espresso da Philippe Daverio nel suo Il Museo immaginario, che invita, provocatoriamente – ma non troppo – ad entrare in un grande Museo per vedere un quadro solo al giorno…per gustarlo con la giusta lentezza, sono entrato subito in sintonia con questa dichiarazione poetica ed estetica di Piergiorgio.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Così come sono letteralmente entrato in una sorta di particolare risonanza, con le parole dell’Artista e Poetessa Iris Devasini, della quale conosco – almeno un poco – la grande sensibilità poetica, che ha scritto di getto, come una sorta di viatico e dedica per la mostra di Piergiorgio, una breve ma bellissima poesia, che ha letto agli attesti astati, molto emozionata, ma con grande efficacia, data la sua voce così profonda ed ottimamente impostata…la riporto integralmente perché è breve, ma davvero di rara intensità, ed in questo sentirsi Goccia sul bordo della tela Piergiorgio si è molto ritrovato: C’è un mondo a colori / oltre il grigio dell’esistenza. // Un rifugio di colline e valli, di laghi / e di questo cielo che ci sovrasta e ci accoglie. // Mi sciolgo nelle liquide forme / e sono goccia sul bordo della tela, / un guizzo di vita, / l’istante in cui tutto si crea…
E poi, beh, avere l’Artista lì e neppure una domanda? Non potevo resistere. Io ti farei un piccolo interrogatorio davanti ad una tua opera…gli ho detto, spudorato e un po’ invadente. Ma Piergiorgio non ha snobbato la mia forse ingenua richiesta di entrare meglio nella sua Arte, e mi ha letteralmente accompagnato, per spiegarmi la sua poetica, dentro il quadro che vedete sotto, con accanto lo stesso Piergiorgio. E dentro il suo Paesaggio Lento ho trovato – con lui a guidarmi – quel candore estremo che è la luce che circonda e abbraccia i colori magnifici del paesaggio monferrino, e ho trovato quindi i colori dei colli e dei torrenti, delle vigne e dei boschi…che lentamente l’artista attraversa e contemporaneamente vive, assorbendone prima il vedere per poi poter traferire emozioni e meraviglie sulla tela con il viatico la propria individualità e sensibilità artistica. Gli indico un segno rosso che attraversa in parte la tela…mi ricorda in qualche modo un animale serpentiforme, penso ancora una volta all’antico mare…invece mi sbaglio: No – mi dice Piergiorgio – è in qualche modo il segno della mia presenza nell’opera, non una firma ma una sorta di simbolo. Forse – replico io, sorridendo – è il simbolo del tuo lento trascorrere quel paesaggio, l’esserci dentro…Non mi pare del tutto convinto da questa mia interpretazione, ma sorride pure lui…e raggiunge i suoi ospiti.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
E io mi sono aggirato – dimenticandomi persino del rinfresco in corso – ancora per un po’ fra le sue opere, e più le osservavo e più mi piacevano. Con il costante pensiero che c’è tanta bellezza davvero, in questo angolo di stupendo Monferrato, dentro questo Splendido Piemonte.