Coldiretti Alessandria: “Fao: SOS cibi ultraprocessati. Difendere Dieta Mediterranea deve essere priorità”

Alessandria – È allarmante apprendere che circa il 50% delle diete dei paesi sviluppati si compone di cibi ultra-processati, che subiscono numerose lavorazioni e che contengono ingredienti (additivi) che non albergherebbero in nessuna delle nostre cucine.
E’ quanto afferma Coldiretti, presente al vertice Onu sui sistemi alimentari “Food Systems Summit”, nell’ambito della sessione su “Diete alimentari, culture e tradizione, quello che insegna la dieta mediterranea”.
La Dieta Mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO dal 2010, è uno stile di vita ispirato alle abitudini alimentari che si sono sedimentate nel bacino mediterraneo nel corso di centinaia di anni. Si tramanda di generazione in generazione e vede nel consumo del pasto un momento di socialità, condivisione collettiva, atto culturale. È simbolo di salute ma anche di bellezza, legame con il territorio, prossimità, convivialità. La dieta mediterranea è il valore del cibo.
“È ancora più allarmante assistere ai tentativi di promuovere una dieta globale, che vieta molti cibi naturali e frutto della sapienza contadina, per sostituirli con prodotti artificiali. Di fatto si vuole abrogare il concetto di dieta in nome di classificazioni ed improbabili etichettature che dovrebbero dirci cosa mangiare e cosa no, indipendentemente dalle quantità – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Etichettature le cui semplificazioni ingannano i consumatori. Parallelamente prende corpo l’idea che il cibo del futuro possa venire dai laboratori, spezzando il legame millenario tra cibo, terra e natura. Si tratta di promesse disgiunte dalla realtà e prive di solide analisi scientifiche di partenza. Per primi in Italia ci siamo opposti invocando un principio di precauzione per la salute dei cittadini e per l’ambiente”.
Importanti professori medici hanno chiesto tempo per studiare la sicurezza dei cibi artificiali e eminenti università statunitensi hanno stimato che questi prodotti potrebbero essere fino a 25 volte più inquinanti delle tecniche tradizionali.
“Temiamo che dietro la superficie delle promesse, si scopra semplicemente la lucida volontà di alcuni uomini e gruppi di interesse tra più ricchi e potenti del mondo, di monopolizzare la produzione e la vendita di cibo, brevettando intere filiere in un bioreattore. Pensare che la disponibilità di cibo sia nelle mani di chi può accendere e spegnere un bioreattore è inaccettabile – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non si tratta di una questione economica, ma democratica. Ha a che vedere con il diritto all’accesso al cibo e per noi questo è un diritto inalienabile dell’uomo e come tale va difeso e garantito. Crediamo che difendere oggi la dieta mediterranea sia una battaglia da fare per il futuro dei nostri figli, una battaglia non solo per la loro salute e quella del pianeta, ma una battaglia di democrazia e giustizia sociale, che vale per l’identità e la sopravvivenza di tutti i singoli popoli. Per noi si tratta anche di una battaglia per la biodiversità, per la sovranità alimentare”.

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