Trapianto di Microbiota: ora l’Azienda Ospedaliera di Alessandria potrà utilizzare anche campioni congelati
Alessandria – Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha autorizzato l’Azienda Ospedaliera di Alessandria a utilizzare il microbiota intestinale congelato: un importante aggiornamento delle procedure dell’attività trapiantologica della Unit Microbiota che consentirà di migliorare significativamente il percorso del donatore, i tempi di attesa per il trapianto e l’intero percorso terapeutico del paziente con infezione ricorrente da Clostridiodes difficile.
«Sul versante della ricerca scientifica – ha spiegato Andrea Rocchetti, direttore di Microbiologia e Virologia e referente della Unit Microbiota – la possibilità di utilizzare prodotti congelati apre la strada a ulteriori approfondimenti che riguardano la conservazione delle popolazioni batteriche e dei loro principi attivi, la via di somministrazione, e l’applicazione di strategie terapeutiche innovative anche in altre patologie».
Un riconoscimento molto importante, quindi, che si inserisce in un percorso ormai ben consolidato all’interno dell’Ospedale di Alessandria, diventato il settimo centro in Italia e il primo in Piemonte a essere autorizzato dal CNT al trattamento che prevede il trapianto di microbiota (MFU) utilizzando campioni di feci del donatore, preparati nel laboratorio di Microbiologia e somministrati al ricevente attraverso tecnica endoscopica in Gastroenterologia, diretta da Carlo Gemme.
Una volta trapiantati, i batteri sani presenti nelle feci del donatore possono ripopolare il microbiota intestinale del ricevente e ripristinarne l’equilibrio. La letteratura scientifica riporta risultati paragonabili al fresco anche con prodotti congelati e liofilizzati.
Il congelamento e lo stoccaggio del MFU dovrà prevedere l’utilizzo di un congelatore a -80°C i cui parametri devono essere costantemente monitorati in modo da garantire la sicurezza e la qualità del prodotto conservato.
Inoltre, i procedimenti connessi con lo stoccaggio di MFU devono essere documentati da procedure operative standard, al fine di prevenire qualunque evento che possa compromettere la funzione o l’integrità dei campioni, che non sono distribuiti fino a quando i requisiti previsti non siano stati soddisfatti.
Prima di inviare la richiesta di autorizzazione al CNT, l’equipe diretta dalla microbiologa Daria Vay, ha eseguito numerose prove di congelamento e scongelamento, in differenti condizioni e a differenti temperature, i cui risultati sono stati presentati ad aprile a Copenaghen al 33° Congresso Europeo di Microbiologia clinica e Malattie Infettive, aprendo la strada a interessanti approcci tecnici al problema della vitalità delle popolazioni microbiche anaerobie.
«Questo traguardo – ha ancora sottolineato il dottor Rocchetti – non è stato raggiunto “casualmente”, ma rappresenta la volontà della Unit Microbiota di collocare il centro di Alessandria in una posizione di rilievo all’interno della rete trapiantologica nazionale, nella convinzione che l’integrazione delle conoscenze sul microbiota intestinale e sul trapianto porteranno a progressi significativi nel campo della scienza e della medicina. Quando si percorre una nuova strada per lo più sconosciuta molte sono le insidie che possono vanificare gli sforzi profusi per cui occorre seguire la via maestra dell’approccio scientifico con rigore».
Recentemente, inoltre, lo stesso dottor Rocchetti e la professoressa Elisa Bona della Unit Microbiota sono entrati a far parte del Gruppo di Lavoro Analisi del Microbiota – GLAM dalla Società Italiana di Microbiologia Clinica con l’obiettivo di stendere le prime Linee Guida Italiane sulla diagnostica microbiologica del Microbiota Intestinale.
Il traguardo conseguito, e i prossimi a venire, sono quindi il risultato di un proficuo lavoro di squadra che, come ha voluto spiegare il responsabile dell’Unit Microbiota, è fondamentale: «È necessario che tutti i professionisti che intervengono nel percorso del trapianto mantengano entusiasmo e passione anche nei momenti meno brillanti della vita lavorativa, per cui è a loro che va il mio pensiero e il mio personale ringraziamento in qualità di responsabile della Unit Microbiota. Cito il dottor Carlo Gemme, direttore della Gastroenterologia, la dottoressa Maria Luisa Novi, a cui è affidato il progetto MFU e che seleziona con prudenza e attenzione donatori e riceventi, la dottoressa Claudia Gota, che si occupa del coordinamento delle azioni connesse al trapianto interagendo con il laboratorio di Microbiologia per pianificare e facilitare lo svolgimento delle operatività, la dottoressa Daria Vay, che prepara il microbiota, e la coordinatrice della Microbiologia Elisabetta Scomparin».
«Un ringraziamento particolare – ha concluso il dottor Rocchetti – va alla dottoressa Franca Gotta, che coordina il gruppo di sequenziamento NGS per lo studio delle popolazioni batteriche, e a tutti quei professionisti che rendono realizzabili gli studi e i progetti, come la dottoressa Annalisa Roveta, responsabile dei Laboratori di Ricerca, la dottoressa Tatiana Maan del Sistema aziendale per la Qualità, e alla segreteria affidata a Nadia Montafia».
«Un ringraziamento particolare – ha concluso il dottor Rocchetti – va alla dottoressa Franca Gotta, che coordina il gruppo di sequenziamento NGS per lo studio delle popolazioni batteriche, e a tutti quei professionisti che rendono realizzabili gli studi e i progetti, come la dottoressa Annalisa Roveta, responsabile dei Laboratori di Ricerca, la dottoressa Tatiana Maan del Sistema aziendale per la Qualità, e alla segreteria affidata a Nadia Montafia».