Premio Acqui Storia 2023: Giulio Anselmi e il Generale Francesco Figliuolo Testimoni del Tempo, al regista Davide Ferrario il premio “La storia in TV”, a Francesco Perfetti e Raffaele Romanelli il Premio alla Carriera

Acqui Terme – C’è attesa per la cerimonia di premiazione della 56^ edizione del Premio Acqui Storia, in programma Sabato 21 Ottobre p.v. alle ore 17.00 presso il Teatro Ariston di Acqui Terme, Piazza Matteotti. Sarà condotta da Roberto Giacobbo, giornalista, docente universitario, conduttore ed autore televisivo di programmi di successo quale “Freedom – Oltre il confine”.
Vincitori del concorso letterario sono Marco Cuzzi con il volume “Seicento giorni di terrore a Milano. Vita quotidiana ai tempi di Salò”, edito da Neri Pozza Edizioni, ex aequo con Carmine Pinto, con il volume Il brigante e il generale. La guerra di Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola, edito da Laterza Editori, per la Sezione storico-scientifica; Fabio Fabbri con il volume L’alba del Novecento. Alle radici della nostra cultura”, edito da Editori Laterza, per la Sezione Storico-Divulgativa; Paolo Malaguti, con il volume “Piero fa la Merica”, edito da Giulio Einaudi Editore, ex aequo con Marina Marazza, con il volume “Le due mogli di Manzoni”, edito da Solferino Editore per la sezione del Romanzo Storico; Enrico Racca con il volume “L’estate dei ribelli. Una storia della Resistenza”, edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore per la nuova Sezione Ragazzi.
Il Premio, con grande orgoglio annuncia le personalità che riceveranno il riconoscimento Testimone del Tempo dell’Acqui Storia 2023. Per questa edizione il Premio sarà conferito al professor Giulio Anselmi e al Generale Francesco Figliuolo.
Il Professor Giulio Anselmi ricopre la carica di Presidente dell’Ansa dall’aprile 2009. Dal 1984 direttore del settimanale Il Mondo, nel 1987 è passato al Corriere della Sera, dove è rimasto fino al 1993 come vicedirettore e poi condirettore; successivamente assume la guida de Il Messaggero, che condurrà fino al 1996. Nel 1997 è direttore responsabile dell’ANSA; dal 1999 al 2002 direttore de L’Espresso, successivamente editorialista de la Repubblica e vicepresidente di Finegil. Dal 2005 ha diretto La Stampa di Torino, per poi tornare all’ANSA nell’aprile del 2009. Presidente della FIEG (Federazione italiana Editori Giornali) dal 2011, e di Audipress (agenzia di raccolta e analisi dati sulla diffusione della stampa italiana) dal 2012, ha insegnato Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico all’Università LUISS Guido Carli. Dal 12 maggio 2023 è stato chiamato dal sig. Ministro della Difesa, on. Guido Crosetto, a fare parte del Comitato per la Valorizzazione della Cultura della Difesa insediato alla presenza delle Autorità Militari dove siedono personalità della cultura, della Comunicazione e dell’informazione.
Il Generale Francesco Figliuolo ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nella Forza Armata dell’Esercito, interforze e internazionale. Ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, è Comandante Logistico dell’Esercito. In ambito internazionale ha maturato esperienza come Comandante del Contingente nazionale in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione ISAF e come Comandante delle Forze NATO in Kosovo. Comandante del Comando operativo di vertice interforze, ha ricoperto il ruolo di Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, incaricato da Mario Draghi. Il Generale Figliuolo è stato insignito di numerose onorificenze: tra le più significative la Decorazione di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia, la Croce d’Oro ed una Croce d’Argento al Merito dell’Esercito e NATO Meritorious Service Medal.
Il Premio Speciale La Storia in TV andrà invece a Davide Ferrario, regista, sceneggiatore, scrittore e critico cinematografico. Accanto ad una ricca filmografia che gli ha procurato riconoscimenti nazionali e internazionali (Guardami presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e Dopo mezzanotte che è campione d’incassi e riceve 10 nomination al David di Donatello, solo per citarne alcuni), Ferrario ha realizzato numerosi documentari e produzioni a carattere storico. Ha spesso dichiarato che non vede differenza tra i due tipi di cinema, e che “la fiction ha sempre una parte di documentario, e il documentario una parte di messa in scena”. Il regista propone un modo tutto personale di trattare il materiale d’archivio, dandogli una dimensione inaspettata, lontanissima dal didascalismo, come accade in Loro (1997), realizzato per la RAI, un vero e proprio “sabotaggio linguistico” del normale uso del repertorio. Della seconda metà degli anni ’90 è una trilogia sulla Resistenza: iniziata con Materiale Resistente (1995, co-regia con Guido Chiesa), proseguita con Partigiani (1996, con altri quattro registi) e conclusa con Comunisti (1998). In questi film Ferrario sviluppa un senso problematico dell’antifascismo, ribadendone però i valori fondanti. Nel filone “politico” si può iscrivere anche Le strade di Genova che Ferrario però rifiuta di definire “documentario”, ma solo “documento”. Si tratta di un’inchiesta dettagliata, realizzata in tempi strettissimi, sui fatti del G8 di Genova del 2001. Il lavoro fu anche utilizzato dalla Commissione Conoscitiva del Senato.
 La strada di Levi (2007) è un film pluripremiato e di notevole successo sia in Italia che all’estero: nel film Ferrario e Marco Belpoliti, soggettista e curatore delle opere di Primo Levi, si mettono in viaggio da Auschwitz a Torino per ripercorrere l’itinerario narrato dallo scrittore in La tregua. Il cortocircuito tra passato e presente produce un film di grande forza visiva ed emotiva.
Negli ultimi anni Ferrario ha girato una trilogia sulla storia italiana, con la collaborazione di Giorgio Mastrorocco come sceneggiatore. La prima parte è Piazza Garibaldi (2011), sulle tracce della spedizione dei Mille per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: un sopralluogo a tratti sentimentale, ironico, drammatico sullo stato della nazione. Del 2014 è La zuppa del demonio, tutto costruito con materiali d’archivio provenienti da film industriali dal 1912 al 1974. Una controstoria sull’epica dell’industrialismo, ma anche l’amara constatazione, oggi, della perdita del senso dell’utopia. Del 2017, infine, Cento Anni: un film-saggio “sulle Caporetto italiane”, che cerca di analizzare in che modo le sconfitte influenzano la storia del Paese.
Il Premio Speciale alla Carriera sarà conferito a due insigni storici di rilievo nel panorama accademico italiano: il professor Francesco Perfetti e il professor Raffaele Romanelli.
Il Professor Francesco Perfetti riceve il Premio alla Carriera per l’impegno dedicato alla divulgazione storica e alla ricerca accademica. E’ stato professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche della LUISS Guido Carli di Roma, dove ha insegnato altresì Storia moderna. Ha tenuto corsi sempre di Storia contemporanea presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Genova dal 1983 al 1993, di cui è stato anche preside dal 1991 al 1993. Contemporaneamente, sempre nello stesso ateneo, ha insegnato Storia moderna dal 1984 al 1992 e Storia economica e sociale dell’età contemporanea dal 1992 al 1993. Tra i suoi incarichi si annoverano quello di capo del Servizio storico, archivi e documentazione del Ministero degli Affari Esteri, la direzione dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, la presidenza della Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” e della Fondazione Ugo Spirito. È inoltre direttore della rivista Nuova Storia Contemporanea, e partecipa come pubblicista a Il Giornale. Allievo di Renzo De Felice, ha dedicato le sue ricerche prevalentemente al fascismo e alla storia di fenomeni politici ad esso contigui, come il movimento nazionalista e il fiumanesimo. I suoi studi si sono concentrati anche sul sindacalismo fascista, a cui ha dedicato una monografia insieme a Giuseppe Parlato, della quale ha curato il primo volume. Sempre in tale ambito, si è soffermato su esponenti cruciali del movimento sindacale e corporativo fascista come Sergio Panunzio e Angelo Oliviero Olivetti. Di questi ha curato l’edizione di due antologie: per il primo Il fondamento giuridico del fascismo, per il secondo Dal sindacalismo rivoluzionario al corporativismo. È stato membro del comitato scientifico del programma televisivo Rai 3 Il tempo e la storia dal 2013 al 2017 e in seguito in quello di Passato e presente, programma della stessa rete con replica su Rai Storia. Il professor è stato Giurato del Premio Acqui Storia nella sezione storico scientifica, collaborando attivamente al Premio per molti anni.

Il Professor Raffaele Romanelli ha insegnato Storia Contemporanea presso diversi Atenei: nell’A.A. 1970-71 nell’ Università di Trento, quindi in quella di Macerata dal 1971 al 1974; ha poi insegnato per venti anni all’Università di Pisa, dal 1974 al 1993, e successivamente alla Sapienza Università di Roma per altri dieci anni, dal 2002 al 2012, e alla Luiss Guido Carli di Roma, dal 2015 al 2018. Dal 1993 al 2002 ha insegnato presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, dove ha diretto il Dipartimento di Storia e Civiltà. Nel 1996 è stato Sir Isaiah Berlin Visiting Scholar presso l’Università di Oxford.  E’ stato per più di vent’anni nella redazione di “Quaderni storici”. È socio fondatore della Società per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCo), della quale è stato Presidente dal 1999 al 2003.  Dal 2011 al 2020 ha diretto il Dizionario Biografico degli Italiani dell’Enciclopedia Italiana, portando a compimento, con la pubblicazione del centesimo volume, questa fondamentale realizzazione della cultura italiana, iniziata nel 1960. Collabora occasionalmente con i quotidiani “Domani” e “Il Foglio”.
La memoria, tema conduttore del Premio Acqui Storia, si esprime con innumerevoli linguaggi, non esclusivamente letterari. La musica incide, talvolta più della parola scritta, perché veicola maggiormente le emozioni. Partendo da questo presupposto, nella corrente edizione, si è voluto offrire al pubblico un’esperienza unica nel suo genere. La violista Alessandra Sonia Romano, già primo violino e solista dell’Orchestra della RAI di Milano sotto la direzione del Maestro Ettore Righello e collaboratrice di prestigiose orchestre Italiane, eseguirà un repertorio di brani legati alla tradizione ebraica e alla memoria.
Lo strumento utilizzato dalla violinista ha una storia molto importante. Teneva stretto il suo adorato violino la giovane Eva Maria Levi quando il 6 dicembre 1943 saliva sul treno che dal binario 21 della Stazione centrale di Milano l’avrebbe portata verso il suo viaggio senza ritorno nel campo di concentramento di Auschwitz. Lo strumento, un Collin-Mezin che le aveva regalato il padre, entrerà a far parte dell’orchestra del campo di concentramento e sarà miracolosamente recuperato dal fratello Enzo alla fine della guerra. Carlo Alberto Carutti, collezionista di strumenti musicali d’epoca, lo ha acquistato presso un antiquario di Torino nel 2014 e solo in seguito ha scoperto la sua storia, quando ha trovato all’interno il biglietto che Enzo aveva inviato alla sorella, con scritto: “la musica rende liberi”.
Alessandra Sonia Romano, che è stata scelta come ambasciatrice del violino della Shoah, si è magnificamente distinta in una serie di occasioni musicali di grande importanza per la storia di Milano (dall’esecuzione in Senato per il Giorno della Memoria a quella nella Sinagoga di Milano che ha segnato l’incontro tra il Cardinale Angelo Scola e il Rabbino Capo Alfonso Arbib), ha approfondito il repertorio della musica ebraica, dai grandi maestri ai compositori inediti, che si è rivelato per lei una miniera di scoperte.
Alessandra Sonia Romano sarà accompagnata dalla fisarmonica di Nadio Marenco. Presente sul palcoscenico di SANREMO 2017 con la star internazionale MIKA, Marenco ha collaborato e inciso con Adriana Asti, Alessio Boni, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, Enzo Jannacci, Federico Buffa, Alessandro Haber, Memo Remigi, Alessio Nebiolo, Rhapsòdija Trio, Iva Zanicchi, Bruno Gambarotta, Gipo Farassino, Gianni Coscia, Giovanni Falzone, Alessandro Nidi, il gruppo brasiliano Selton. In totale ha suonato in 23 nazioni. Fisarmonicista con parti solistiche nell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova durante la prima mondiale del Musical Sinfonico Un Americano a Parigi, ha prestato il suono della sua fisarmonica anche per la colonna sonora del telefilm “Donne” per Rai1 e lo spot televisivo “Grano Armando” nonché a vari altri spot, cortometraggi e lungometraggi di Rai 1, Rai 2, Rai3, Canale 5, Rete 4 e RSI svizzera. E’ docente nella classe di fisarmonica del Conservatorio Claudio Monteverdi di Bolzano e in fisarmonica e musica da camera presso il Liceo Musicale Paolina Secco Suardo di Bergamo.
Come da tradizione, le giornate conclusive del Premio offrono una pluralità di eventi che mirano a coinvolgere un pubblico eterogeneo. Il programma degli incontri, che si svolgono interamente al Teatro Ariston di Piazza Matteotti, prevede, per la giornata di venerdì 20 ottobre, alle ore 08:45 la Presentazione dei lavori “Laboratori di Lettura 2023”: saranno presentati i progetti realizzati dagli studenti degli Istituti “IIS Rita Levi – Montalcini” e “IIS G. Parodi”, con un moderatore d’eccezione, il dottor Gualberto Ranieri, Giornalista BBC e inviato RAI da Londra. Alle ore 10:30 il Premio offrirà quindi al pubblico, il Convegno “Cefalonia- Corfu: prova di democrazia. 80 anni dopo il Premio Acqui Storia ricorda l’eccidio della Divisione Acqui” con i seguenti relatori: Prof. Adriano Icardi, Dottor Francesco Marino, Professor Carlo Palumbo, Prof. Carlo Prosperi. Modera l’incontro il Professor Gianni Oliva.
La mattina del 21 ottobre si aprirà alle ore 10,00 presso il Teatro Ariston con il tradizionale incontro degli Autori vincitori con il pubblico.
“Accanto agli Autori che quest’anno si aggiudicano il Premio Acqui Storia, selezionati da una Giuria attenta e puntuale” ha dichiarato il Sindaco di Acqui Terme dottor Danilo Rapetti – anche quest’anno il Premio conferisce riconoscimenti speciali a personalità di rilievo che si sono distinte nel difficile compito della divulgazione storica o che hanno contribuito concretamente alla costruzione della nostra storia.  E’ con grande orgoglio che annuncio i riconoscimenti e rinnovo i ringraziamenti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che conferma ogni anno la propria fiducia, e a tutti coloro che sostengono il Premio”
“Un’edizione ricca di personalità che calcheranno il palco dell’Ariston ha rimarcato l’Assessore alla Cultura dottor Michele Gallizzi – e che inviteranno il pubblico a momenti di riflessione, contribuendo in tal modo alla formazione di una coscienza storica che si nutre di memoria. Le mie congratulazioni ai Vincitori e un mio personale ringraziamento per aver voluto condividere con noi questo momento.”
Negli ultimi anni hanno calcato il Teatro Ariston di Acqui Terme per ritirare i premi Carlo Verdone, Pupi Avati, Folco Quilici, Enrico Vanzina, Pier Francesco Pingitore e Claudia Cardinale, Stefano Zecchi, Mario Cervi, Giuseppe Vacca, Bruno Vespa, Maurizio Molinari, Vittorio Feltri, Livio Berruti, Marcello Veneziani, Maria Gabriella di Savoia, Uto Ughi, Gianpaolo Pansa, Valerio Massimo Manfredi, Franco Battiato, Massimo Ranieri, Simone Cristicchi, Maurizio Belpietro, Franco Cardini, Mario Orfeo, Paolo Isotta, Pietrangelo Buttafuoco, Dario Ballantini, Gigi Marzullo, Piero Angela, Antonio Patuelli, Italo Cucci, Giuseppe Galasso, Maurizio Molinari, Liliana Segre, Alessandro Barbero e tanti altri.

Il Premio Acqui Storia ha ottenuto nel tempo l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e il patrocinio del Presidente del Consiglio, del Presidente del Senato, del Presidente della Camera dei Deputati e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Per la corrente edizione ha inoltre ottenuto il patrocinio del Ministero della Difesa. Il Premio è sostenuto dai suoi enti promotori la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, massimo Ente finanziatore del Premio, la Regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, CTE Costruzioni Tecnoelettriche SPA, Istituto Nazionale Tributaristi, Gruppo Benzi, Amag, BRC Automazione Industriale, Cuvage, Consorzio del Brachetto d’Acqui, Collino e il Comune di Acqui Terme, cui fa capo la concreta organizzazione della manifestazione.

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