Coldiretti Alessandria: “Razza Piemontese: urgente etichettatura d’origine della carne nella ristorazione”
Alessandria – Coldiretti, Anaborapi e Coalvi hanno presentato ai parlamentari piemontesi un Disegno di Legge sull’etichettatura d’origine della carne, anche macinata, impiegata nella ristorazione, durante il momento di confronto, svoltosi presso la ‘Casa della Piemontese’ a Carrù, in cui sono intervenuti Bruno Mecca Cici, vice presidente di Coldiretti Piemonte con delega territoriale alla zootecnia, Andrea Rabino, presidente di Anaborapi, e Guido Groppo, presidente del Coalvi.
Hanno preso parte i direttori ed i presidenti delle federazioni provinciali Coldiretti, per Coldiretti Alessandria erano presenti il Presidente Mauro Bianco e il Direttore Roberto Bianco, con la presidente regionale, Cristina Brizzolari, ed il delegato confederale, Bruno Rivarossa.
Presenti, oltre all’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, ed al sindaco di Carrù, Nicola Schellino, i parlamentari Enzo Amich, Giorgio Maria Bergesio, Monica Ciaburro, Marcello Coppo, Andrea Giaccone, Antonino Iaria ed Augusta Montaruli. Hanno partecipato anche Arap Piemonte con il presidente, Elia Dalmasso, ed il direttore, Tiziano Valperga, e Asprocarne con il presidente, Franco Martini, ed il direttore, Simone Mellano, che hanno condiviso il Disegno di Legge presentato.
“Sono diversi i fattori che stanno incidendo negativamente sulla razza bovina Piemontese: dal basso prezzo riconosciuto agli allevatori al mercato sempre più ristretto, dallo strapotere dei macellatori all’aumento dei costi di produzione fino alla divisione interna tra i produttori stessi”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
A livello regionale il comparto 310 mila capi, più di 4 mila aziende, oltre 10 mila addetti nel settore, con una elevatissima percentuale di giovani allevatori, ed un fatturato di quasi 400 milioni di euro.
“Avere l’etichettatura d’origine obbligatoria nella ristorazione significa far compiere al consumatore una scelta consapevole, garantire tracciabilità affinché la carne servita nel canale Ho.Re.Ca. venga obbligatoriamente identificata e valorizzare una carne che vanta eccelse proprietà organolettiche: è altamente digeribile, magra ed è tra le razze storiche più famose ma viene poco riconosciuta oltre i confini del Piemonte”, ha aggiunto il Direttore Co9ldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Andrea Rabino, presidente di Anaborapi, afferma: “Nonostante le aziende che allevano la Piemontese presentino un elevato grado di auto-approvvigionamento degli alimenti per il bestiame, i recenti aumenti dei costi di produzione stanno veramente mettendo in crisi le nostre aziende: agli accresciuti costi non ha fatto riscontro un adeguato aumento dei prezzi degli animali da ristallo e di quelli da macello. Nel 2022 rispetto al 2021 il libro genealogico tenuto da Anaborapi ha registrato un calo di circa 4.000 fattrici, cioè il 3,8% del totale, sarebbe grave se questo trend dovesse proseguire. Sono sicuro che un’iniziativa per certificare il prodotto fino alla ristorazione permetterebbe un rilancio della nostra produzione ed in particolare permetterebbe di valorizzare la nostra carne anche in quelle zone d’Italia ove è ancora poco conosciuta.
Guido Groppo, presidente del Coalvi, commenta: “I pasti consumati fuori casa superano il 50% del totale. Questo significa che le battaglie vinte sull’etichettatura delle carni bovine al dettaglio ed in GDO, all’inizio degli anni 2000, vengono ridotte di importanza proprio a causa di questo spostamento delle abitudini alimentari. E’ importante intervenire sul canale HoReCa anche a tutela delle produzioni italiane, troppo spesso vantate da questi operatori senza alcuna garanzia o certificazione. Infatti, ad oggi non vi è alcuna normativa in Italia che preveda l’obbligo di fornire le informazioni sull’origine della carne bovina consumata presso la ristorazione collettiva o privata. Tutto ciò a fronte di una crescente attenzione del cliente, sempre secondo tali indagini, all’origine dei prodotti consumati al ristorante. L’etichettatura delle carni nelle macellerie è stata uno strumento fortemente innovativo e trasparente ha fornito al consumatore, al momento dell’acquisto, le giuste informazioni per una scelta consapevole. Oltre ai disciplinari di etichettatura, in Italia la carne bovina di Razza Piemontese ha a disposizione anche altri strumenti di certificazione e etichettatura: ne sono un esempio il Sistemi di Qualità Nazionale Fassone di Razza Piemontese e l’IGP Vitelloni Piemontesi della coscia. Al fine di completare la valorizzazione della carne prodotta in Italia con sistemi di qualità riconosciuti in Europa, si rende dunque necessario assumere provvedimenti normativi che introducano l’etichettatura delle carni nel canale HoReCa, a tutela del consumatore e di tutti gli operatori della filiera delle carni”.
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