La ICAT FOOD, una azienda molto sensibile all’ambiente

“Con il 2012 abbiamo, come Icat Food, iniziato una collaborazione con una ditta esterna che presta attenzione a tutta la nostra azione per raggiungere il bilancio di sostenibilità ambientale. E’ fondamentale per noi avere più informazioni possibili sui comportamenti e sulla sostenibilità dei nostri fornitori sui quali annualmente effettuiamo un controllo e ai quali diamo anche degli obiettivi di miglioramento. Siamo una azienda di importazione e di distribuzione sul mercato italiano”: così Jean Dufour, direttore acquisti e logistica della Icat Food.
La Icat Food, azienda con sede a Genova e magazzino ad Arquata, è una ditta attiva da oltre centocinquant’anni. Attualmente conta trentacinque dipendenti, ha oltre trecento prodotti a catalogo prevalentemente di tonno di qualità e fra questi il prestigioso  tonno Angelo Parodi.  Nel 2012 la Icat Food ha ottenuto il riconoscimento di Impresa storica d’Italia, nel 2020 il suo amministratore delegato Giorgia Serratti Teglio è stata nominata Cavaliere del Lavoro. Secondo i dati riferentesi al 2021 l’azienda ha un fatturato di 74 milioni di euro e 44 milioni di confezioni vendute all’anno con 3.600 clienti. “Dati del 2021 che-afferma Jean Dufour- nel periodo post covid e, in seguito con la guerra fra Russia e Ucraina e l’incremento dei prezzi dei prodotti,  sono leggermente scesi ma comunque consolidandosi a ottimi livelli.”

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“Una dichiarazione di Camilla Teglio, vice presidente della Icat  Food-dice Jean Dufour-costituisce una delle basi della attività della azienda. Vi si afferma che lo sviluppo sociale e la salvaguardia ambientale è una scelta irrinunciabile per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni. Questo attraverso un modello di sostenibilità in grado di intervenire concretamente in ogni fase della nostra filiera di attività.”

Sottolinea Jean Dufour: “E’ attivo dal 2021 il nuovo magazzino di Arquata dove sono stati installati i pannelli fotovoltaici riducendo di quasi due terzi la spesa per  i nostri consumi di energia elettrica.”

Il magazzino ha una superficie di circa tredicimila metri quadrati e ha una attività esclusivamente di stoccaggio delle merci. “Nel magazzino di Arquata-afferma Jean Dufour-vengono effettuati anche dei piccoli lavori di ricondizionamento degli imballi. Nel senso che riceviamo merci da  fornitori esteri e per esigenze dei clienti riadattiamo gli imballi a seconda delle necessità.”

Si comincia a parlare dei goal contenuti nella Agenda 2030 e il primo che affrontiamo riguarda la parità di genere. Dai dati dei dipendenti della Icat Food traspare una netta prevalenza del sesso maschile.  “In realtà-rivela Jean Dufour-nella attività degli uffici ci sono più donne che uomini. Il fatto è che ci sono ruoli come i venditori che per il loro lavorano girano molto in auto e per molte ore al giorno  e quindi più facilmente anche se non necessariamente sono composti da uomini. A livello direttivo invece la proprietà e la conduzione della azienda è di tre donne che fanno  parte del direttivo della Icat Food.”

“Riguardo ai ruoli chiave della azienda-aggiunge Jean Dufour -c’è  una direttrice amministrativa e finanziaria e poi ci sono io che mi occupo degli acquisti e di altra persona che si occupa della parte commerciale.”

Si prende successivamente in esame il punto 8 della Agenda 2030 che ha come titolo Lavoro dignitoso e crescita economica. Al riguardo Jean Dufour sottolinea: “Per quanto riguarda il lavoro dignitoso è uno degli obiettivi della azienda. Si cerca di investire con persone che possono garantire un apporto duraturo alla Icat. C’è comunque assenza di qualunque tipo di discriminazione nell’assunzione e nella remunerazione dei dipendenti”

“Posso però dire per quanto riguarda a esempio il personale del magazzino-aggiunge Jean Dufour-ci avvaliamo dell’apporto di una società esterna. Inoltre nel magazzino di Arquata vi sono zone dedicate alle lavorazioni progettate per garantire ambienti di lavoro ideali in termini di benessere e salute dei lavoratore. Il personale della lavorazione è quasi esclusivamente di sesso femminile e sono in prevalenza di origine non italiana.”

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“I dipendenti del magazzino di Arquata-afferma Jean Dufour-sono quattro e il personale  di una ditta esterna di Genova che si occupa della movimentazione è in numero variabile fra le dodici e le quindici persone a seconda delle esigenze. Il personale risiede fra Arquata, Serravalle e Novi”

“Attualmente-dice il dirigente della Icat Food- nell’organico del nostro magazzino non sono previste assunzioni di personale. E’ più facile incrementare il personale esterno.”

Analizziamo il Goal numero 9 al punto 4 della Agenda 2030 ovvero aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente e dei processi industriali.

“Questo come Icat Food-afferma Jean Dufour-è quello che abbiamo fatto negli ultimi anni. Abbiamo costruito un magazzino nuovo ad Arquata dove sono state tenute in considerazione tutte le tecniche possibili per migliorare e modernizzare le infrastrutture. E’ pur sempre una unità di stoccaggio, non è produttiva e quindi non abbiamo un consumo quotidiano di risorse ma con il fotovoltaico abbiamo ridotto di molto i consumi elettrici. Le acque piovane vengono raccolte e utilizzate per tutte le funzioni che sono necessarie, compresa l’irrigazione del giardino.”

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“Nella nostra attività-continua il dirigente della Icat Food-abbiamo come rifiuti la carta e la plastica e questi vengono smaltiti e poi correttamente separati. Rispetto al 2020 abbiamo tre tonnellate di plastica eliminata in un anno, il 27% in meno rispetto a tre anni fa. Dal 2018 abbiamo risparmiato 14.000 chili di cartone e ridotto del 68% il doppio packaging.” Questo rientra nel goal numero 12 della Agenda 2030.

“La riduzione dell’uso della plastica derivata da fonti fossili-continua il dirigente della Icat Food- è un impegno fondamentale sia per ridurre le emissioni in fase di produzione, sia per evitare la dispersione nell’ambiente di materiali non biodegradabili, in particolare per quanto riguarda l’inquinamento del mare e i conseguenti danni alle specie ittiche.”

Un punto che interessa moltissimo la Icat Food è infatti  il goal 14 della Agenda 2030 ovvero la Vita sott’acqua.

“Noi-afferma Jean Dufour-siamo sempre molto sensibili alle indicazioni riguardo a questo argomento. Per quel che riguarda il tonno sono molto importanti i metodi di pesca e il rispetto  delle quote di pesce che si possono pescare. Rispettiamo le regole previste al fine di evitare uno sfruttamento indiscriminato del  mare.”

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“Come azienda-aggiunge Jean Dufour-siamo obbligati ad avere delle certificazioni di cattura del pesce che garantiscano come i metodi di pesca, le navi e gli equipaggi utilizzati siano tutti regolamentati in base a criteri di sostenibilità. Il discorso va dal metodo con il quale viene effettuata la pesca, al tipo di nave e dove questa va a pescare e soprattutto il trattamento degli equipaggi che lavorano a bordo delle navi.”

“Icat Food -dice Jean Dufour-ha sviluppato insieme ai suoi fornitori una politica di approvvigionamento sostenibile ispirata dai principi del Codice di Condotta per la Pesca Responsabile della FAO“

“La pesca sostenibile, la qualità e la tracciabilità del prodotto-conclude il dirigente della Icat Food-sono fra i cardini della nostra attività. Il nostro obbiettivo prioritario è contribuire a garantire il corretto equilibrio tra l’utilizzo delle risorse del mare e il mantenimento dell’ecosistema marino con le sue straordinarie biodiversità. Per questo motivo operiamo una attenta selezione dei nostri fornitori.”

Maurizio Priano

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