Nella città dove tutto è permesso nella più totale impunità, ora c’è una nuova moda: profanare le chiese.
Sono già due quelle in cui si sono verificati atti vandalici con il danneggiamento di crocefissi e simboli religiosi.
Intanto, le anime ipocritamente belle pure si preoccupano di far costruire la moschea (con molti dubbi sul rispetto delle regole urbanistiche) o tollerano che la stazione F.S. sia scambiata da qualcuno per una moschea.
Forse sarebbe ora che capissero che la tolleranza non vuol dire rinunciare ai nostri valori, non vuol dire far trionfare l’assoluto relativismo, arrendersi al nichilismo.
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M.T.
Questa la cronaca di quanto accaduto sabato a San Giovannino, in Corso Roma ad Alessandria, come riportato dalla pagina FB della “veneranda Confraternita del Santissimo Crocifisso in Alessandria”
Corre l’obbligo di confermare un’orribile notizia che ieri, sabato 28 ottobre, pomeriggio si è diffusa in Città.
Verso le ore 14,10 un individuo è entrato nella nostra Chiesa di San Giovannino, è penetrato nel presbiterio e dopo essere salito sull’altare, ne ha raggiunto il punto più alto ed, afferrato l’antico SS. Crocifisso lo ha gettato sul pavimento, rompendolo in diversi pezzi (foto n. 1).
Dopo di che, si è diretto verso l’uscita ed ha staccato dalla parete l’altro SS. Crocifisso che si trovava all’ingresso, lo ha appoggiato al muro e lo ha spezzato in più parti colpendolo con i piedi (foto n. 2).
“Della situazione si è data immediatamente notizia a S. E. Mons. Vescovo.
L’intera sequenza dell’accaduto è stata ripresa dall’impianto di videosorveglianza ed è consegnata agli Agenti della Polizia che sono prontamente intervenuti su richiesta dei Responsabili della Confraternita, per la relativa denuncia ed i conseguenti rilievi.
Gli oltraggi al Crocifisso colpiscono profondamente ogni cristiano, ma più intimamente i componenti della nostra Confraternita che proprio “del SS. Crocifisso” porta il Nome.
Questi nostri Crocifissi fatti a pezzi sono immagine del Corpo di nostro Signore ferito, deriso, calunniato, umiliato, flagellato,…che, come afferma Pascal nei suoi “Pensieri” (553), “sarà in agonia fino alla fine del mondo…”. E sono pure immagine del Corpo che si spezza per noi nell’Eucarestia.
Gesù anche così, proprio con questa sua “debolezza” – ha detto in un “Angelus” papa Francesco – “ci insegna l’amore. Un amore che, nella sua Risurrezione, si è dimostrato più potente del peccato e della morte, e vuole riscattare tutti coloro che sperimentano nel proprio corpo le schiavitù dei nostri tempi.
In un mondo dove troppe volte prevalgono la prepotenza contro i più deboli e il materialismo che soffoca lo spirito – conclude Papa Francesco – “il Vangelo ci chiama ad essere persone capaci di guardare in profondità, piene comunque di stupore e di gioia grande per avere incontrato il Signore risorto”. Ci chiama ad essere persone “che sanno raccogliere e valorizzare la novità di vita che Egli semina in modo a volte misterioso nella storia, per orientarla verso i cieli nuovi e la terra nuova”.
La Chiesa è rimasta aperta fino a tarda ora e sono stati numerosissimi gli alessandrini che sono venuti a testimoniare la loro solidarietà ma soprattutto a rendere omaggio al Signore che sulla e dalla Croce regna.
Già alla S. Messa domenicale ci saranno alcune preghiere di riparazione e la S. Messa del giorno dei Ognissanti sarà celebrata proprio con questa specifica intenzione.
Ci permettiamo, infine, di chiedere ai fedeli ed agli amici di S. Giovannino la carità di una preghiera con questa stessa intenzione, unendo un’opera di penitenza per es. una qualche rinuncia.
Comunque, la Chiesa continuerà a rimanere aperta regolarmente, come al solito: tutti i giorni, ininterrottamente dalle 7,30 alle 21,30.”