Clima: pioggia è manna per salvare agricoltura

La svolta climatica è una necessità per smentire l’antico detto “anno bisesto anno funesto”, dopo un 2023 bollente segnato peraltro in Italia anche da una media di 9 eventi estremi al giorno con oltre 6 miliardi di danni all’agricoltura nazionale tra coltivazioni e infrastrutture con grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento.

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“Importante però che il cambiamento sia progressivo senza ondate di freddo estremo e gelate improvvise ma anche manifestazioni violente che distruggono le coltivazioni e le infrastrutture – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Le precipitazioni sono fondamentali per ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni asciutti. La pioggia però deve cadere in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti”.

Una pioggia che è manna dopo il caldo anomalo di inizio inverno che ha fatto emergere i primi sintomi di stress idrico facendo scattare il campanello d’allarme nelle campagne con ortaggi in sofferenza mentre salgono i costi per acquistare il fieno per alimentare gli animali.

“L’arrivo di pioggia e neve in questa stagione sono quindi fondamentali per l’agricoltura, secondo il vecchio adagio contadino ‘sotto la neve il pane’, per garantire acqua alle campagne. Mentre il freddo è necessario per fermare le popolazioni di insetti, dannose per le colture, che potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non dobbiamo dimenticare che l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli, servono investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno”.

Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm.