Alessandria: rimpasto in Giunta, chi entra Papa esce cardinale (e vota per Cirio)?
Alessandria. Nell’ ultima seduta del Consiglio Comunale di Alessandria, animi decisamente agitati.
Si è parlato nuovamente di “rimpasto” e, finalmente, qualcuno ha fatto chiarezza, come, del resto, ampiamente previsto.
Gianni Ivaldi (Alessandria Civica, lista che sostiene il sindaco Abonante) è stato perentorio: “Se si prenderà questa decisione, io non sosterrò questo rimpasto, l’ho già detto nelle dovute sedi” e “farò opposizione in maniera costruttiva”. La maggioranza rischia di perdere i pezzi. E il M5S? Subirà il volere del PD senza colpo ferire?
La vicenda, che qualcuno, ancora una volta, indica come prossima al traguardo, appare quindi ancora piuttosto confusa.
Del resto, questo valzer di poltrone rischia di avere aspetti veramente paradossali.
La mossa più attesa dovrebbe essere quella del Presidente del Consiglio Comunale Gianni Barosini (lo ricordiamo, attualmente parcheggiato in “Azione” di Calenda) che entrerebbe in Giunta in qualità d vicesindaco: chi sarebbe l’agnello sacrificale dell’operazione? Proprio un assessore in quota al suo stesso partito, Azione, ossia il povero Giovanni Berrone. Puro cannibalismo politico.
Del resto, la confusione è acuita dal fatto che proprio il partito di Calenda, scottato dall’esperienza abruzzese, per le regionali piemontesi, fiutando il vento che tira, ha ormai praticamente deciso di saltare sul carro del presunto vincitore ed appoggiare il candidato del centrodestra, il Presidente uscente Alberto Cirio. Suonando, così, la campana a morto per il fantomatico “campo largo”.
Barosini, conseguentemente, sarebbe chiamato all’ennesima peripezia politica: entrare nella giunta di centrosinistra ad Alessandria e votare il centrodestra alla ragione Piemonte.
Superfluo ogni commento.
Ma non tutto è così scontato: “A volte, ha affermato in Consiglio il capogruppo della Lega Mattia Roggero, nei conclave chi entra papa esce cardinale”, frase che ha mandato su tutte le furie proprio Barosini, evidentemente piuttosto suscettibile in fatto di nomine (soprattutto la sua).
In barba ai problemi veri della città, questa storia del rimpasto rischia perciò di occupare ancora molto il “dietro le quinte” della politica alessandrina. #davverovostra, ancora una volta.
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