Anche in Piemonte bufera giudiziaria sul PD: cantieri, voti e minacce nel mirino dei magistrati

Finisce nella bufera giudiziaria anche il PD piemontese, notizia certamente non particolarmente positiva alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale.
E un colpo di grazia definitivo per ogni, già moritura, ipotesi di campo largo, sempre ammesso che questa espressioni significhi ancora qualcosa: a Torino ha già ricevuto l’affossamento definitivo.
L’ipotesi degli inquirenti riguarda presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta negli appalti per la manutenzione di strade e autostrade nel Torinese, ma anche intimidazioni alle ditte concorrenti e offerte di “protezione”. Si parla di questo e di altre ipotesi di reato nell’inchiesta dei carabinieri del Ros e della Dda di Torino che all’alba di giovedì 4 us si è concretizzata in nove ordini di custodia cautelare e numerose perquisizioni. Le indagini coprono un arco di tempo che va dal 2014 al 2021 e riguardano la presenza in varie località piemontesi e in particolare a Brandizzo, piccolo centro alle porte del capoluogo, di articolazioni locali delle ‘ndrine Nirta e Pelle, originarie di San Luca. Le accuse mosse agli indagati ipotizzano i reati di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, armi, ricettazione e riciclaggio in relazione ai proventi di un traffico di rifiuti.
Secondo gli inquirenti a unire uomini delle ndrine e politici l’Autostrada Torino-Bardonecchia e la società Sitalfa, concessionaria della Sitaf che gestisce la A32. Responsabile ne era fino al 2021, Roberto Fantini, in manette con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. La cosa più incredibile è che Fantini ora è componente dell’osservatorio legalità della Regione, nominato con i voti del partito democratico. Si tratta dell’ Orecol, organismo del Consiglio regionale presieduto dal magistrato Arturo Soprano e deputato alla vigilanza sul funzionamento della giunta, la legalità dei suoi atti e la legittimità degli appalti (i capigruppo  in Consiglio Regionale, tra cui Salvatore Gallo, hanno concordato di convocare la commissione nomine lunedì e Consiglio martedì prossimi con l’intento di sostituire Fantini).
E nelle oltre 1200 pagine dell’ordinanza che ha portato all’arresto di una decina di persone emergono anche le  operazioni politiche, a dir poco sospette, di uno storico esponente della sinistra piemontese, proprio il succitato Salvatore Gallo. Plenipotenziario craxiano del Psi, prima e poi signore delle tessere del Pd. È il padre di Raffaele Gallo, consigliere regionale del PD, più precisamente capogruppo PD nel Consiglio regionale del Piemonte: dovrebbe guidare la lista del Pd alle prossime regionali ma ora qualcuno ipotizza un suo arretramento per questioni di opportunità.
Tornando alla cronaca, sottolineiamo che la Sitaf è stata per lungo tempo il regno di Gallo, manager dell’azienda fino al pensionamento. E dalla società avrebbe ottenuto rimborsi non dovuti, anche grazie all’aiuto del direttore operativo e amministratore delegato , Salvatore Sergi, accusato di concorso in peculato. Gallo nell’inchiesta compare quindi  come indagato di peculato (non per reati di mafia) nella veste di ex dirigente di Sitalfa.
Siamo in fase di indagini preliminari, i fatti contestati dovranno essere confermati in dibattimento, lo ricordiamo, ma quello che sta emergendo è un quadro a fosche tinte in cui non solo si ipotizzano gravissime ipotesi di reato, che coinvolgerebbero importanti esponenti della sinistra piemontese, ma anche un sistema politico clientelare (con esponenti PD o riconducibili al PD in prima fila) che smentisce la tanto sbandierata (proprio in queste ore) questione morale cui il partito di Elly Schlein, dopo i fatti pugliesi, si dice così tanto sensibile.

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Foto tratta da : fanpage.it