“Storie alessandrine”: martedì 14 maggio al Museo della Gambarina presentazione del libro “Colline di Carta” di Silvia Perosino
Alessandria – Nuovo appuntamento in programma nel mese di maggio della rassegna letteraria “Storie alessandrine: un libro, tante vite”, curata da Albino Neri e Mauro Remotti e promossa da: Amici del Museo Etnografico Gambarina, Alessandria in Pista, Circolo culturale Marchesi del Monferrato, Circolo provinciale della Stampa, Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, Società Alessandrina di Italianistica, Spazioidea e Unitre Alessandria.
Martedì 14 maggio, alle ore 17:30, nella sala del Museo “C’era una volta”, in piazza della Gambarina n.1, avrà luogo la presentazione del libro Colline di Carta (Edizioni Circolo Marchesi del Monferrato) di Silvia Perosino, che dialogherà con il giornalista Pier Carlo Guglielmero. Parteciperà Emiliana Conti, presidente del Circolo culturale Marchesi del Monferrato. Accompagnamento musicale a cura di Carlo Fortunato.
SINOSSI: Ho sempre pensato che il territorio che ci genera spesso lo fa a propria immagine e somiglianza, o che a volte a viverci dentro, si finisce con l’assomigliarvisi. Ricordo i vecchi contadini del mio paese, lavoravano la terra, le rughe che accumulavano li trasformavano in quella stessa materia; avevano mani e visi che parevano zolle, solchi da semina, calli e nodi con le medesime contorsioni dei tralci nei filari. Io stessa, mi sento inevitabilmente collina, quella che in loro è terra e radici in me sono muscoli e vene. Mi sento tutte le curve, le salite e le discese di questi pezzi di mondo che sembrano femmine distese, tutte cosce e seni morbidamente abbandonati, mai capito se con la rassegnazione all’accoglienza o la complicità nel farsi percorrere. Colline: perché qui da noi ti alzi in collina, ti muovi andando su e giù, curvi e ritorni indietro senza quasi incontrare pianori, e se li trovi son solchi di spazio fra un colle e un altro, e intravedi montagne dall’alto, e dal basso intravedi onde verdi che sono lì a ricordarti la forma di casa. Di carta: perché spesso, chiudere l’ultima pagina di un libro equivale alla fine di un viaggio; interiore, mentale ed emotivo.
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