Il pifferaio magico che ci ha condotto nel mondo magico dell’araldica nella mostra allestita nella casa dell’Artista a Portacomaro: Gabriele Reina e la sua arte.

Si chiama Gabriele Reina il pifferaio magico. Mi è venuto naturale chiamarlo così vedendo come si portava appresso – e pendevano dalle sue labbra – un cospicuo gruppo di visitatori della sua mostra araldica dal fascinoso titolo Dalla Bormida al Giordano – I Marchesi del Monferrato e l’Araldica. Una splendida rassegna, piena di colori e di bandiere, di simboli, stemmi e stendardi, tutti magnificamente dipinti da Gabriele Reina, e proposti in una mostra al piano superiore delle Casa dell’Artista di Portacomaro. Che è un luogo che amo e che mi fa sentire a casa, che grazie ai due abitanti che lo popolano e lo tengono viso, Viscé e Carlo Cerrato. Di loro vi ho parlato in diversi altri articoli, ma vorrei qui ricordare la loro schietta cordialità e l’amicizia di cui mi fanno onore e gioia.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Mostra fortissimamente voluta e organizzata da Emiliana Conti, Presidente dei Marchesi del Monferrato. Devo ammettere – forse sarebbe più opportuno dire che devo confessare – che ero assai scettico su questa mostra. Mi sbagliavo e ne sono felice. Perché non solo è splendida, questa coloratissima mostra di stemmi e stendardi, che ci portano davvero in un mondo nobile e fiero scomparso nei secoli, ma è stato davvero straordinario il modo in cui Gabriele, autore di tutti gli stemmi, si è rivelato un vero Maestro di storia, portando su e giù per la grande stanza del piano superiore della Casa dell’Artista, un discreto e attentissimo gruppo di visitatori, narrando a tutti quelle vicende di regine e di bandiere, di simboli e stemmi, di prestigio e sconfitte, di tempi lontani o lontanissimo, che con le sue opere pittoriche ha saputo così bene evocare, e con le sue parole di meravigliosa affabulazione ha saputo evocare.

Con un fare per nulla spocchioso o distaccato, anzi con grande empatia e altrettanta suggestione, Gabriele Reina ha raccontato e raccontato. Raccontato casate e nomi di nobili e di nobildonne, ha spiegato l’araldica dei simboli e dei ricordi del passato. Ha narrato vicende di nobili e guerre e difficili pacificazioni, in una vertigine di vicende fra i secoli dei secoli. E tutti come scolaretti davanti al buon maestro, pendevano dalle sue labbra, dalla sua prodigiosa, ma anche amichevole e pacata, affabulazione.

Così, fra croci Papali e Aquile Imperiali, in un tempo dilatato e pieno di attenzione, ha spiegato la Storia che c’è dietro le sue opere, a quei suoi prodigiosi dipinti che ci insegnano il passato: un passato pieno di emozioni che solo lui sa decifrare da quei simboli, e sa farlo molto, ma molto bene. Ha narrato di casate decadute, di castelli scomparsi, di battaglie di antica memoria, di glorie tra cavalli al galoppo, cimieri e torrioni a difesa di un mondo scomparso.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Ha parlato dei Guasco di Alessandria, ma anche di Solero, di antica stirpe carolingia, dal 1645 Principi del Sacro Romano Impero, ma anche dei Torti-Bentivoglio, originari di Alessandria, che furono Conti di Ovada. E poi dei Marchesi di Saluzzo, con il loro enigmatico motto “NOCH” – ancora!, in tedesco, e di Alalia di Monferrato, sorella del re di Gerusalemme, che fu sposa intorno al 1200 del marchese Manfredo di Saluzzo. E che dire dei potentissimi Provara di Collegno, dallo stemma coloratissimo, con sul cimiero un orso spadaccino?… E di queste e di molte altre storie di Storie e di bellezza ci ha narrato Gabriele Reina, esibendo una cultura storico-araldica davvero incredibile, ma non solo.

Perché Gabriele Reina, che parla 5 lingue, ha acquisito un paio di lauree ed era il capo redattore della storica casa Editrice FMR, è anche una persona simpaticissima, con la quale ho interagito molto anche personalmente, che prende una bici e una tenda e gira mezza Europa in una minuscola tenda. Ed è affamato di bellezza, arte, ma anche convivialità e voglia di condividere il bello che c’è e che lui porta con sé in giro sulla sua bici. E così ho conosciuto, ammirato, e forse ne sono diventato pure un po’ amico, non solo un grande pittore che ha fatto dell’Araldica una passione inesausta, ma dipinge quadri di ogni genere, con grandi qualità tecniche e inventive. E allora lasciatemi finire con l’esibire tutta la mia ammirazione per una persona davvero fuori far comune, capace di parlare con la stessa passione di un viaggio in bici, di una grande casata nobile del Piemonte, di una grande bellezza scoperta per caso. Una mostra affascinante, un grande e indimenticabile artista.

 

Continua a leggere l'articolo dopo il banner