Musica da diverse generazioni – ad Oviglio – alla memoria di Alessandro

Accade che si vada ad un concerto con aspettative di vario genere, non sempre le stesse. Accade che si abbia curiosità, quando la band o la musica proposta non li conosciamo per nulla…oppure si ha un po’ di ansia, magari quando andiamo ad ascoltare un’Opera Lirica e non siamo certi sulla bravura dei cantanti…oppure la perfetta serenità di un concerto dove si prevede un grande interprete oppure una grande orchestra…e così via…poi accade quello che sempre mi succede quando vado ad un Concerto che è organizzato dalla Famiglia Taulino …organizzato alla memoria di un angelo, ovvero di Alessandro Taulino, volato via troppo giovane e troppo rimpianto da questa terra difficile… ovvero che vada a questo Concerto con nel cuore un mare di commozione, commozione condivisa fra tutti noi.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Quest’anno, a donarci ottima musica, un duo rodatissimo di voce e pianoforte: Silvano Santagata, tenore dalla voce duttile e molto ben timbrata, e Giorgio Vercillo, pianista – e docente – dal tocco potente ed incisivo. Li ho ascoltati entrambi più volte, sempre con ammirazione e molto piacere. Ma quest’anno abbiamo avuto una splendida sorpresa aggiuntiva: tre brani suonati da due giovani speranze già di ottima qualità. Al pianoforte Giulia Della Betta, figlia di carissimi amici miei e allieva di Vercillo, e al flauto Simone Taulino, fratello di Alessandro.

Lasciatemi ricordare che Silvano Santagata è davvero sorprendente non solo per la sua cantabilità robusta ma nello stesso tempo molto duttile, ma anche per l’arguta e intelligente presentazione di ciascuno dei brani proposti. Io, che sono uno strenuo fautore della presentazione dei brani da parte dei musicisti che li propongono, sia perché c’è un miglior coinvolgimento degli ascoltatori, sia perché crea nella sala un clima di calda e sana convivialità. Ed è quello che è esattamente accaduto anche ad Oviglio, almeno per quanto riguarda i brani vocali. Tutti di Francesco Paolo Tosti, sublime autore di romanze per voce e pianoforte – talmente famoso nella sua epoca (è nato nel 1846 a Ortona e morto a Roma il  2 dicembre 1916) da diventare l’insegnate di canto dei reali di Italia e poi della Regina Vittoria – tranne il bellissimo Ch’ella mi creda libero e lontano, dalla Fanciulla del West di Puccini. Santagata ha cantato tutto con perfetta proprietà stilistica (perchè le romanze non sono arie liriche, anche se occorre saperle cantare bene se si viole cantare bene anche Verdi), e ha ben saputo differenziare, infatti, il canto più spiegato dell’aria pucciniana – bellissima e  struggente di suo.

Da dire che i due si conoscono a memoria e sfoggiano un affiatamento assoluto, tanto che il tocco di Vercillo si fa morbidissimo e duttile per accompagnare le raffinate nuances delle romanze di Tosti. Ma a questi squisiti brani di romanze da camera, i due hanno alternato celeberrimi brani per pianoforte, due di Chopin e uno di Ciaikovskij. I brani chopiniani sono da me (direi da tutti gli appassionati di grande musica pianisti) amatissimi, e si tratta di due immensi capolavori: lo Scherzo Op. 31 n. 2 e la Polacca Op. 53. Io ero proprio accanto alla tastiera e ho profondamente ammirato la tecnica del Maestro Vercillo. Che ha proposto per tutti i brani un’interpretazione che definire trascinante è dir poco. Un vorticoso fluire di note che alternavano momenti davvero martellanti e vorticosi a momenti più riflessivi, certo, ma con una coerenza interpretativa indiscutibile. Il suo è uno stile diretto, tecnicamente perfetto, direi travolgente.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Ma poi c’è stata la graditissima presenza dei due giovani interpreti. Emozionatissima lei, più sereno e tranquillo lui, bellissimi e musicalmente incantevoli insieme. Dopo il Notturno Op. 9 n. 2 di Chopin, suonato ovviamente dalla sola Giulia, che ha esibito un tocco limpido e molto accattivante, ecco i duetti flauto – pianoforte. E dopo un delicatissimo Hendel, un brano davvero stupendo, dell’ex tastierista dei Jethro Tull, David Palmer: Elegy. Non so dire se i due abbiano scelto questo brano legato al mondo dei Jethro Tull come omaggio a Franco Taulino, che di tale compagine è appassionato divulgatore da tempo immemore, 0rmai. Posso dire con certezza che si è trattato di un brano davvero intrigante, dal fascino avvolgente e dolcissimo.

Ma vorrei rimarcare, per dire della complessiva alta qualità del concerto, anche i bis: prima Giorgio Vercillo in una infuocata colonna sonora – ovviamente trascritta per pianoforte – da I Pirati dei Caraibi, di Hans Zimmer, ad esaltare tutto il suo talento virtuosistico. Ma poi il finale ultimo è stata veramente una chicca: una romanza di Tosti su parole di Gabriele d’Annunzio: L’alba separa dalla luce l’ombra. Un brano delicato con un testo stupendo, di cui riporto qui le quartine finali: Chiudimi, O Notte, nel tuo sen materno, / Mentre la terra pallida s’irrora. / Ma che dal sangue mio nasca l’aurora / E dal sogno mio breve il sole eterno!. Degno finale davvero per questo pomeriggio fatto di musica bellissima e molta commozione.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Print Friendly, PDF & Email