Vino: corretta informazione per educare al consumo. Se ne è parlato alla Tenuta Cannona a Carpeneto con il professor Giorgio Calabrese e la giornalista Benedetta Parodi

Carpeneto “In Vino Veritas”, o meglio, il vino fa bene alla salute. Naturalmente se consumato ai pasti, responsabilmente, con moderazione e intelligenza, associato ad uno stile di vita sano.
Parola di Giorgio Calabrese, medico e nutrizionista, consulente del Ministero della Salute, ospite d’eccezione al convegno organizzato alla Tenuta Cannona da Coldiretti Alessandria in collaborazione con il Comune di Carpeneto e la Fondazione Agrion.
Terra di grandi vini, il territorio Ovadese, eletto méta delle Città del Vino 2024, ha ospitato una tavola rotonda, moderata da Roberto Bianco, direttore Coldiretti Alessandria, il cui protagonista è stato proprio il settore vitivinicolo e il suo straordinario ruolo nell’ambito della Dieta Mediterranea.
Il vino, che da sempre è il prodotto più esportato, ambasciatore nel mondo del vero Made in Italy, oggi va difeso da fake news e politiche dissennate, dall’etichetta Nutriscore alla sostituzione con bibite dealcolate che vorrebbero spacciare alla stregua di prodotti vitivinicoli.
Da qui l’esigenza di fare chiarezza, e di mettere al centro le potenzialità di un territorio ricco di storia e tradizioni che va tutelato, raccontato e ‘assaporato’.
L’Ovadese, culla di rossi profumati e corposi, ha accolto relatori e pubblico per una mattinata tra i filari della Tenuta Cannona, immersi in un paesaggio di grande bellezza al confine tra Piemonte e Liguria.
Dopo i saluti del Sindaco di Carpeneto Gerardo Pisaturo e del presidente della Fondazione Agrion Giacomo Ballari, è stato Roberto Paravidino, presidente Coldiretti per la Zona di Ovada, a porre l’accento sulle potenzialità del territorio, patria del Dolcetto, declinato in tutte le sue ‘varianti’.
E i numeri raccontano una storia molto chiara e concreta: oltre 2.000 ettari per 1.400 aziende coinvolte nel settore vitivinicolo; oltre 527 ettari per l’Ovada Doc e 75,39 per la Docg, ottenuta nel 2008.
Un primo giro di tavolo che si è concluso con la partecipazione di chi, raggiunto successo e consensi di pubblico, identifica la realtà di Carpeneto un luogo del cuore patria delle le proprie radici: Benedetta Parodi. Aneddoti e storie tra i fornelli dove il territorio è il primo ingrediente per rendere unico un piatto: fondamentale partire da prodotti di qualità per un risultato ‘a prova di chef’.
Ad accompagnare Benedetta “il vero esperto di vini della famiglia”, il fratello, Roberto Parodi, giornalista, comunicatore e conoscitore del mondo del vino che ha sottolineato l’importanza di far conoscere le potenzialità di un territorio unico come quello del Monferrato.
Nella parte centrale spazio alla parte scientifica, al contributo del professor Giorgio Calabrese che ha risposto alla fatidica domanda, “Possiamo considerare a tutti gli effetti il vino come un alimento?”
Sotto accusa, dichiarazioni che il vino farebbe male, accorcerebbe la vita, ridurrebbe il cervello e favorirebbe patologie tumorali, alle quali Giorgio Calabrese risponde, forte di numerose pubblicazioni scientifiche che, al contrario, attestano la bontà dell’alimento liquido qual è il vino: “Anche nel Medio Evo il vino era considerato un alimento salutista. Oggi noi dietologi riconfermiamo questo principio, basandolo però solo su un moderato consumo. L’alcol contenuto nel vino non è un nutriente essenziale per l’alimentazione umana, ma produce effetti benefici solo se viene introdotto nella giusta quantità e sempre associato ai pasti principali. Il vino non serve a dissetare ma, essendo liquido, è da considerarsi una bevanda-alimento. Infatti, oltre all’alcol, nel vino troviamo altri componenti, come i polifenoli e il resveratrolo, che proteggono il cuore”.

Pubblicazioni che spaziano dagli ambiti di “vino e salute”, “vino e resveratrolo”, “vino e longevità”, “vino e ruolo funzionale dei polifenoli”, “vino e problematiche cardiovascolari”, “vino e Dieta Mediterranea” e “vino e prevenzione di degenerazioni neurologiche”, andando a confermare le proprietà, invece, benefiche del vino stesso, poiché, come in tutte le cose, è la quantità a fare la differenza.
“Dico sempre che noi beviamo l’acqua ma gustiamo il vino, perché è un vero e proprio alimento, non è l’uso ma l’abuso che può rivelarsi dannoso, come per tutti gli alimenti”, ha continuato il professor Calabrese.
Quali sono, dunque, gli effetti metabolici, dimostrati? Le componenti, del vino rosso in particolare, come alcol, resveratrolo e altri composti polifenolici, è dimostrato possano ridurre lo stress ossidativo, migliorare a quota di colesterolo buono e delle parti dei vasi e inibire l’ossidazione delle lipoproteine, l’accumulo di colesterolo dei macrofagi e la formazione di cellule schiumose che favoriscono l’arteriosclerosi.
“Il vino rappresenta un patrimonio del Made in Italy anche dal punto di vista occupazionale che va difeso dai tentativi di colpevolizzarlo sulla base di un approccio ideologico che non tiene contro di una storia millenaria che ha contribuito non solo a far grande il nostro agroalimentare, ma si inserisce appieno nella Dieta Mediterranea che in questi anni ha visto gli italiani primeggiare per longevità a livello europeo e mondiale”, ha dichiarato il presidente Coldiretti Mauro Bianco, ribadendo “la necessità di tutela dell’agroalimentare Made in Italy e il vino in particolare forte dei 10.000 anni di storia e un patrimonio unico al mondo di vitigni autoctoni. Un settore chiave del sistema nazionale e dalla distintività fondamentali per rafforzare internazionalizzazione e far crescere l’export”.

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