Presentato il volume “Bartolomé Bermejo. Il Trittico della Cattedrale di Acqui Terme”
Acqui Terme – Sabato 25 maggio, nel Duomo dell’Assunta di Acqui, è stato presentato al pubblico il libro “Bartolomé Bermejo Il Trittico della Cattedrale di Acqui Terme”.
Il volume, realizzato grazie ai generosi contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e in secondo luogo del Comune di Acqui, ha avuto l’impostazione grafica curata dallo “Studio Due s.r.l.” di Alessandria diretto da Giuseppe Perrone, e viene diffuso dall’editrice acquese Impressioni Grafiche.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria – ha dichiarato il presidente, notaio Luciano Mariano – ha accolto con grande interesse la proposta di pubblicare un nuovo saggio, più aggiornato e documentato, sul capolavoro del più grande pittore spagnolo del Quattrocento, custodito nella Cattedrale di Acqui Terme. È un omaggio alla cultura del nostro territorio, ricco di opere d’arte di notevole valore che possono rappresentare occasione di richiamo per un turismo internazionale. Il volume rappresenta, inoltre, un importante documento storico e artistico in quanto permette di approfondire la conoscenza di Bartolomé Bermejo, uno dei primi artisti del suo tempo a utilizzare la tecnica a olio, al pari di Antonello da Messina.”
L’opera, nata da una collaborazione culturale italo-spagnola incentrata sul trittico acquese della Madonna del Montserrat e sul suo artefice, il pittore Bartolomé Bermejo, si svolge in maniera armonica definendo innanzi tutto il panorama della pittura di Valencia nella seconda metà del Quattrocento, con espresso riguardo all’attività di Bermejo, per passare alla contemporanea situazione artistica caratterizzante Acqui e l’area ligure-piemontese; quindi, approfondendo l’indagine sotto il profilo storico, viene ricostruito l’ambiente mercantile valenciano in cui si poneva la committenza del trittico da parte di Francesco Della Chiesa e le vicissitudini del quadro all’interno della Cattedrale acquese. Segue la trattazione del vissuto novecentesco dell’opera, la sua “riscoperta”, oltre ad una propria dettagliata descrizione; infine, il libro si conclude con una interessante esposizione dei riscontri strumentali effettuati durante il restauro del 1987 e nel 2018.
Entrando nel particolare, alla Prof.ssa Mercedes Gómez Ferrer Lozano, dell’Università di Valencia, si devono l’intervento su L’ars nova della pittura ad olio a Valencia e quello su Il San Michele di Tous, prima tavola documentata di Bermejo, mentre il Prof. Joan Molina Figueras dell’Università di Girona, responsabile del Dipartimento sulla pittura gotica spagnola del Prado, tratta specificamente l’opera globale di Bartolomé Bermejo, e il Dott. Massimiliano Caldera, della Soprintendenza piemontese, i Percorsi artistici ad Acqui e nel suo territorio lungo la seconda metà del Quattrocento.
Del Dott. Giovanni Rebora, curatore unitamente al Dott. Giandomenico Bocchiotti del volume, sono gli interventi relativi ai Mercanti “lombardi”a Valencia nel Quattrocento, alla Commissione del trittico e il suo arrivo ad Acqui, e agli Spostamenti dell’altare di S. Maria de Monte serrato nella Cattedrale acquese con le vicissitudini del giuspatronato; al suddetto Dott. Bocchiotti, vera anima promotrice dell’iniziativa editoriale, sono poi da attribuire lo scritto su La riscoperta di Bermejo e del trittico, e quelli che descrivono nei particolari l’opera e Le modifiche del supporto, ossia delle tavole lignee e delle cornici.
In chiusura sono di felice completamento al libro Bartolomé Bermejo Il Trittico della Cattedrale di Acqui Terme il resoconto delle analisi tecniche sul quadro della Vergine del Montserrat riportate dalla Dott.ssa Anna Rosa Nicola in rapporto, principalmente, a quanto emerso dal restauro effettuato dal laboratorio di famiglia ad Aramengo nel 1987, e dalle responsabili del Servizio di documentazione tecnica e analisi del Prado, Dott.sse Laura Alba Carcelén e Maite Jovis de Celis, in occasione delle indagini compiute sul trittico nel 2018 durante la mostra Bartolomé Bermejo tenutasi in quell’anno al Prado.
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