La storia di due vite, tra lager e vini Doc: Paolo Desana raccontato dal figlio Andrea a Casale Monferrato

Il libro: Paolo Desana: la storia di due vite – tra lager e vini Doc – Edizioni Remedios, Casale Monferrato

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L’autore: Andrea Desana – La presentatrice: Wanda Gallo

Il luogo della presentazione: Aperture sull’Arte di Johnny Zaffiro, Casale Monferrato

Per 15 volte – si 15,avete letto bene – erano andati a dire a tutti gli ufficiali internati che, volendo, avrebbero potuto rientrare in Italia…tornare dalle loro famiglie, in Patria. Sola condizione: accettare di riprendere la carriera militare nell’esercito della Repubblica di Salò. E per tutte quelle volte la stragrande maggioranza, compreso lui, Paolo Desana, ha detto: No, grazie!. Eroi disarmati che hanno fatto della dignità e della resistenza passiva armi e scudi contro un nemico allora all’apparenza invincibile. Quando ci raccontava – anche in contraddittorio con le domande sempre assai pertinenti di Wanda Gallo – queste cose, Andrea Desana, figlio di Paolo e biografo del padre, morto nell’ormai lontano 1991, tratteneva una discreta (in senso della discrezione dei sentimenti così tipica del popolo piemontese), ma evidente commozione. E ne aveva ben donde, perchè quel tempo di segregazione e prigionia, in un folle nomadismo fra un campo di concentramento e un altro, ha segnato per sempre la vita di Paolo Desana. Ma non ne ha fiaccato neppure minimamente la tempra sociale e politica, tanto è vero che bella sua seconda vita, quella di uomo votato a quella speciale interazione fra politica vera e società.

Paolo, ci ha narrato Andrea, fu fatto prigioniero dai tedeschi l’8 settembre del 1943. Proprio perchè, come dicevamo sopra, ha sempre rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale, fu internato in vari campi di concentramento, tra cui Vietzendorf, Oberlangen, e nel campo di punizione KZ di Colonia dove guidò 360 compagni ad aperti atti di resistenza, ovvero addirittura ad un vero e proprio sciopero. E non è eroismo, questo? Che Paolo pagò  caro e salato, perchè venne bastionato, torturato, fatto lavorare sino al più totale sfinimento. Solo grazie al fatto di possedere un fisico possente, gli impedì di morire di stenti e di botte. Tuttavia quando tornò in Italia, il 5 settembre del 1945, nonostante la sua fisicità fosse ridotta al lumicino, grazie al suo carattere ed alla sua caparbietà, iniziò e visse la sua successiva vita: quella politica, tra cui la grande battaglia per una legge italiana sulle Denominazioni di Origine dei Vini, la DOC, appunto.

Da dire che la conversazione fra un’attenta, ma mai aggressiva, anzi, sempre molto discreta, Wanda Gallo, e Andrea Desana, è stata molto appassionata e convincente. Ma anche i successivi interventi dello stesso Johnny Zaffiro, e gli spazi che sono stati occupati dai due editori della piccola ma agguerrita casa editrice Remedios, di Casale, sono stati importanti: da questi interventi è emerso chiaramente di quanto e come l’impegno civile e sociale di quel tempo, da noi ormai parecchio lontano, si riverberi con forza in questo nostro, di tempo, a volte così ambiguo e difficile da decifrare. Si è indugiato assai sulla questione della prigionia, di quegli eroi per caso all’inizio, e poi per vera convinzione subito dopo, di come avessero veramente, e in condizioni di estremo pericolo, un cuore impavido e un animo fortissimo. Guardate la foto di copertina del libro: quell’uomo che parla, piuttosto emaciato, senza cravatta, la barba un po’ incolta – tant’è che tutto sembra tranne un politico affermato – è lui, Paolo Desana. La foto è lo spartiacque fra un sopravvissuto ad una lunga e dolente prigionia e la voglia di riscatto. Sua, certo, ma direi dell’intera nazione.

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E da qui il suo straordinario impegno per svecchiare l’Italia. Attraverso l’attività politica a favore del mondo agricolo e vitivinicolo. Vi invito alla lettura delle note della stessa Casa Editrice: Poi l’impegno politico nelle file della Democrazia Cristiana, dal comune di Casale Monferrato alla Provincia di Alessandria, il 1° Convegno Nazionale della Collina a Cerrina Monferrato nel 1955, quindi l’insperato successo nel 1958 con l’elezione al Senato della Repubblica, il grande lavoro per l’agricoltura ed in particolare per la vitivinicoltura italiana che culmina il 12 luglio del 1963 con l’approvazione della legge sulle Denominazioni di Origine dei Vini Italiani, lo storico D.P.R. 930, la prima della storia italica di cui Paolo fu primo firmatario e relatore. La DOC è la parola magica che accompagna gradualmente l’Italia vinicola delle sofisticazioni ad un sempre più elevato standard qualitativo dei nostri numerosissimi vini di territorio. Nei suoi 23 anni di Presidenza del Comitato Nazionale Vini vengono approvate ben 260 Denominazioni di Origine ed oggi operano con successo 123 Consorzi di Tutela che si possono definire vere e proprie fortezze economiche e sociali a difesa di tanti territori del nostro Paese. Oggi quattordici milioni di Enoturisti che ogni anno percorrono in lungo ed in largo la nostra penisola sono la prova della grande intuizione di Paolo Desana nell’individuazione del vino come un formidabile strumento di promozione e valorizzazione territoriale. Andrea Desana ci ha ricordato che in Francia la AOC (Appellation d’Origine Controlleé) risale agli anni 30 del 900, quindi a più di trent’anni prima che in Italia.

Tutto questo ci ha narrato, di quell’uomo che fu Paolo Desana, che sapeva vedere il futuro di questa nostra difficile Italia, condotto dalle attente domante di Wanda Gallo, l’autore della sua biografia, il figlio Andrea. Lo ha fatto con voce a tratti commossa, sempre orgogliosa e piena di impegno civile. Ci ha anche narrato di sé. Perché è lui che nel 2018, con l’incarico di Presidente, al castello Paleologo di Casale, apre ufficialmente la sede del Comitato Casale Monferrato capitale della DOC dove viene ospitato l’archivio librario e documentale Desana – Marescalchi, fra le tante ose. Poi quando ci narra che dal  2017 è Presidente della Associazione Li riporteremo a casa in Monferrato. Questa Associazione dal 2022 contribuisce a realizzare, al cimitero urbano di Casale Monferrato, il Famedio IMI monferrini, dove vengono riportati, non senza costi notevoli e gravi difficoltà logistiche, dai cimiteri militari tedeschi, i resti mortali di giovani soldati originari del Monferrato che, esattamente come Paolo Desana, scelsero la vita del lager piuttosto che la collaborazione con i nazifascisti. Insomma, un libro che è un bellissimo spaccato di Storia del nostro territorio e delle sue conquiste vitivinicole, ma anche un omaggio commosso e molto partecipato ad un bel numero di eroi sconosciuti, coloro che rifiutarono il compromesso con i nazisti, di cui non possiamo che essere orgogliosi.

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