Angeli, giocattoli & topi fra le colline del Monferrato: «Lo Schiaccianoci» a Vignale in Danza.
Lo ricordo come fosse ieri: il padellone, come allora spesso si definiva il disco LP, con sulla copertina colori sgargianti. Lato A: Suite dallo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij…l’orchestra dei filarmonici di Berlino, diretti nientepopodimeno che da Herbert von Karajan. Lo stesso disco che sta girando ora sul mio piatto…e viene riprodotto molto bene (modestamente) dal mio impianto stereofonico…Le nuances infinite che Karajan riesce a evocare con la sublime orchestra dei Berliner, ci fanno percepire davvero assai bene la qualità immensa della musica di Čajkovskij, che passa da emozioni delicatissime – che poi si trasformano nel balletto in tanti Pas de Deux … uno più bello dell’altro – a momenti di vorticosa bellezza, come il grandioso Valzer dei fiori. Ma l’ascolto di oggi è solo un ripasso, perché sabato sera, appena fatta notte, la fantasmagoria musicale di Čajkovskij si è trasformata, a Vignale in Danza – davanti ai nostri ammirati occhi – in una stupenda serie di passi e scene di danza.
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Mi aveva intrigato molto l’idea che, nella manifestazione diretta da Michela Maggiolo, in questa serata il Nuovo Balletto Classico e National Ballet of Ucraine proponessero le idee di Marius Petipa, il coreografo dei Teatri imperiali russi. Il tutto per una vicenda che trae ispirazione dal racconto di E.T.A. Hoffmann, Schiaccianoci e il Re dei Topi, che diventa un sogno di bellezza con le infinite atmosfere oniriche, tipiche della favola – e della favola che ci fa tornare bambini. Per chi non la ricordasse, riepilogo qui brevemente la sinossi del balletto: siamo a Natale, i genitori di Clara organizzano una festa che viene però interrotta dall’arrivo di Drosselmayer, il padrino dei bambini, che è in qualche modo un evocatore di sogni e atmosfere fantastiche, una sorta di mago gentile. Che porta alcuni doni bizzarri, fra cui grandi bambole. E ha un’ulteriore sorpresa per Clara: uno schiaccianoci. I Bambini però, con la tipica natura selvaggia che spesso sanno dimostrare, iniziano subito a rompere i regali, compreso lo schiaccianoci (scagliandolo a terra con rabbia).
A festa finita Clara, che non riesce a dormire, cerca il suo schiaccianoci. Nel frattempo arriva mezzanotte: la sala si riempie di topi, sempre più numerosi e spaventosi, con un loro re dall’aspetto decisamente demoniaco. Ma, mentre i topi paiono imperversare (ma sono solo topi o esseri più inquietanti?) i soldatini escono dalle loro scatole e inizia una feroce battaglia. Lo Schiaccianoci stesso affronta e sconfigge il Re dei topi. E ora proprio lui, trasformato in un bel Principe, si inginocchia davanti a Clara e insieme iniziano un viaggio fantastico e fiabesco nel Regno delle favole e dei dolci. E come è tutto una Fiaba di Natale, no? E come è tanto stilizzata quanto cruenta la battaglia fra i soldatini e i topi, compreso il loro re, spaventoso e orrendo, si, ma sconfitto dal piccolo ma coraggioso schiaccianoci…come Davide e Golia, no? E com’è bello che la bambina Clara si innamori dello schiaccianoci e vivano un loro sogno d’inverno e di Natale … che personalmente vivo con loro, per il ricordo di quando si era bambini e si credeva che tutto sarebbe rimasto così…una serie ininterrotta di Natali sereni in un’infanzia senza tempo…beh, sappiamo tutti come va a a finire, no?
E tutto questo come viene interpretato? Magnificamente, direi. Questa riproposizione davvero Russa è piena di un fascino magari un po’ retrò, ma di certo inossidabile. Si viene di certo catturati dai magnifici costumi di un mondo che da tempo non esiste più, dalla grazia stupefacente del corpo di ballo tutto, dalle dinamiche fra le varie scene, dal rosso infernale dei topi e del loro re, alle corse sfrenate dei bambini che vogliono rompere i giocattoli, in un rutilare di luci e costumi e movimenti che avvincono straordinariamente. E poi la sfilata dei Pas De Deux. Colori e movenze diverse, fra costumi cosacchi, cinesi, egiziani…e una fantasmagoria di movimento e coinvolgimento totale…come vivere con loro una fiaba indimenticabile.
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Ma, lo devo ammettere, i momenti, prima del trascinante e magnifico finale, che più mi hanno veramente trasportato proprio dentro al sogno sono stati quelli con la compagine delle ballerine candidamente vestite: davvero l’ombra del paradiso, con il biancore splendente delle vesti, il perenne sorriso sui loro volti, le mosse aggraziate e leggere come in un volo di cicogne…tutto ciò che mi circondava, il palco, gli spettatori, le luci delle colline lontane…tutto scomparso e perduto in quel sogno di leggerezza e innocenza…infinito candore, infinita tenerezza…Stupefacente bellezza in una notte d’estate.