Il ritorno al Bosco delle Acacie, ancora nel nome del grande Blues: Liz Mandeville (con Lombardo & Scagliarini) a Vesime.

Era il settembre 2023, nel Bosco faceva fresco, così li abbiamo ascoltati in una legnaia, grazie alla fantasia e all’intraprendenza dell’Associazione Bosco delle Acacie, e per la prima volta. Era un curioso trio che suonava blues con grinta e vera passione, mentre interagiva col pubblico con una naturalezza ed una spontaneità da far sentire a casa, tra amici, più che ad un concerto. Ci ho scritto un articolo praticamente a 4 mani, quella volta, con Donatella Giordano, ovvero colei che mi aveva praticamente trascinato con sé, in quella sera già fresca ma riscaldata da un grande Blues. Ci ho scritto un articolo che potete trovare qui, giusto per farvi un’idea: https://www.alessandria24.com/2023/10/20/tre-o-quattro-sfumature-di-blues-nella-notte-fra-le-colline-di-vesime-lo-sca-fra-blues-trio-al-bosco-delle-acacie/

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Donatella ha un linguaggio fatto di immagini e di profumo di Langa. Ecco come ricorda quella serata: Era un’interazione che fluiva in modo del tutto naturale, come un ruscello d’autunno scorre tra i sassi ancora caldi sotto il sole del tramonto.  In quella sera tiepida e malinconica, che già profumava di autunno, ho sentito muoversi energie buonissime. In me è nata la voglia di lasciarmi accarezzare ancora da quelle note e da quelle voci. Ora, che quella musica del diavolo, così dirty – e proprio per quello così appassionante – possa accarezzare poteva venire in mente solo a Donatella, che è empatica in modo davvero trascendentale.

Sta di fatto che, insieme o anche separatamente, li abbiamo riascoltati, i due che al Bosco delle Acacie, venerdì scorso, si sono riuniti ad una straordinaria Blues woman come Liz Mandeville. Al Diavolo Rosso di Asti, ad esempio, dove finalmente Donatella mi ha fatto conoscere Fabrizio e Silvia, i patron della Mamota e del Bosco delle Acacie. Io li ho ascoltati ancora ad Alessandria, Donatella anche a Torino e ad Alba, trovando sempre più, di volta in volta, oltre – ovviamente – al livello altissimo della musica, qualcosa che assomigliava sempre di più ad una vera amicizia: davvero un regalo straordinario, che esula il puro piacere dell’ascolto! Non vi stupite: Donatella è davvero naturalmente empatica, è fatta così.

Beh, però Donatela spesso ha ragione, e l’altra sera, la magia del Blues si è compiuta ancora. E in modo davvero trascinante e avvincente. Sempre lì, a Vesime, che lei definisce Quell’angolo di Langa ingarbugliato tra rami di querce e acacie, campi di grano incorniciati da filari di moscato, è arrivata…un’americana, di Chicago o giù di lì, che scrive canzoni e suona la chitarra, Liz Mandeville, appunto e l’hanno portata loro, Dario e Andrea. Per rendersi conto della splendida anima Blues che ha sfoggiato Liz Mandeville, basta ascoltare qualche suo brano, facilmente reperibile su YouTube. Come ad esempio questo, dove canta un brano colla chitarra graffiante di Dario Lombardo ad accompagnarla magistralmente:

https://youtu.be/GHPS_2e2920?list=PLsOhLX2M1zWn62tfOWgMCylK4B5jC59hX

Sentite come si tratti proprio di una voce Blues, per nulla impostata, ma gonfia di sapori e suggestioni di strade e quartieri di Chicago attraversati di notte, in un’America calda e complicata? Di come nelle mille sfumature di quella voce così spontanea ci sia l’anima dei bluesman e delle blues  woman che cantano nelle strade e nei locali di Chicago? Avete presente quella bellissima scena del famoso film The Blues Brothers, dove uno strepitoso John Lee Hooker canta Boom Boom per strada? Bene, quando ascolto Liz mi viene proprio in mente che magnifico duetto avrebbe potuto fare con i grande John Lee.

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E allora vogliamo dirlo che si è trattato di una performance musicale strepitosa? Perché i tre sono nel Blues e il Blues ne impregna gli strumenti e le anime, i cuori e le voci. Perché le voci e gli strumenti, chitarre e armoniche a bocca e poi voci e ancora voci, ci hanno raccontato il disagio e la gioia e la disperazione delle grandi periferie urbane, attraversate da automobili notturne e piene di fumo… di un’America nera che ha contaminato i bianchi, che ha fatto del Blues la bandiera di una musica schietta, sincera, trascinante. E così le chitarre di metallo graffiante di Dario Lombardo e le armoniche a bocca gonfie di fatica e rabbia e sudore di Andrea Scagliarini erano tutto tranne che mero accompagnamento. Erano potenza viva e trascinante nell’equilibrio stupendo con la voce di Liz. Già: cantare il Blues… Brani che hanno testi pieni di eroica, quotidiana, disperazione, come questo: Sono stata giù in città sul delta, laggiù / sul delta e mi sono messa alla prova, / che posso reggere tanti di quei guai più di ogni altra donna della mia taglia. / Ho provato a insegnare al mio ragazzo, gli ho parlato tutta la notte, / provavo solo a insegnargli la differenza fra il bene e il male. / Lui non mi amava, lui non mi amava, questo lo sapevo fin dall’inizio, / ma volevo lo stesso provare a portarlo al mio cuore. / Vorrei svegliarmi al mattino, provare a insegnargli la differenza fra il bene e il male, / ma quando mi sono messa a cercarlo lui se n’era già andato.

Ma oltre alla qualità ruvida e sublime della musica, c’era l’atmosfera, l’aria che si respirava, c’erano le Good Vibrations che hanno impregnato tutta la serata, tanto da renderla ancora più indimenticabile. Perché per quel trio, Liz, Andrea e Dario, sono arrivate molte persone nella corte e nel bosco. Persone anche molto diverse tra loro. Molti volti sconosciuti e, dice Donatella, a cui ora lascio la parola per registrare le sue potenti impressioni, dalla parte del pubblico: Per chi è abituato a vivere in luoghi così piccoli, dove tutti conoscono tutti, e tutti sanno tutto, e quel che non sanno di certo non esitano ad inventare, è stato davvero molto…particolare. Le file del teatro silvano si sono a poco a poco riempite, le candele accese tra le coperte colorate creavano un’atmosfera davvero suggestiva. Nelle file più in alto voci e mani sconosciute parlavano in inglese, tenevano il tempo, gioivano. Il trio estremamente complice, il pubblico avvolto nello spettacolo. Si respirava qualcosa di… internazionale. Fuori dallo spazio, fuori dal tempo. Anche se non so bene cosa sia passato per la testa di Liz al suo arrivo qui, nella nostra Langa, anche se non conosco i nomi di molte delle persone presenti…so però che per il tempo del concerto, il tempo del Blues, tutti eravamo sciolti e nello stesso tempo amalgamati nello stesso cocktail… ed è stato bellissimo. La magia della musica è forse soprattutto questo: annullare margini, confini, differenze.

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Non posso che sottoscrivere le parole piene di pathos di Donatella, che ha ben saputo evocare quella atmosfera positiva e intrigante. E allora possiamo concludere dicendo ancora una volta grazie a tutti: certamente a chi l’ha cantata e suonata, la musica del diavolo, ma anche a chi ha chi ha profuso grandemente tempo e fatica per organizzare una tale meraviglia: l’Associazione Il Bosco delle Acacie. Grazie per l’accoglienza, l’impegno e la fatica. Che possiate continuare a generare bellezza.

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