La grande performance dei P.Voices, il 12 luglio 2024, sotto il cielo scuro di Tortona.

C’erano nuvole nere e tuoni ancora relativamente lontani, ma inquietanti, la sera del 12 luglio, venerdì scorso, sopra Oviglio. Considerata la violenza dei nubifragi – con grandine – che stanno flagellando la nostra zona di mondo, in questo periodo, ero molto incerto. Ho mandato un messaggio alla leader dei P.Voices, Arianna Torriani, chiedendole se il concerto a Tortona, in quello splendido luogo che è il Cortile dell’Annunziata, proprio accanto al Teatro, era stato confermato oppure rimandato. Come probabilmente un po’ speravo. Ma lei mi ha risposto con una parola sola e inequivocabile: confermato.
Va bene, mi son detto allora, se loro confermano, io non mi posso certo tirare indietro: ignoriamo le nuvole nere e i tuoni lontani – ma non troppo – e andiamo. Ci sono andato, quindi, ma munito di oggetti scaramantici vari: un giubbottino impermeabile e un piccolo parapioggia. Se hai il parapioggia, sicuro che non piove, mi dicevo, ma mica tanto convinto. Sbagliavo, perchè le nuvole sono rimaste nere,  nel cielo sopra Tortona, ma non hanno lasciato cadere neppure una goccia di pioggia. Ci sono andato e non me ne seno pentito, anzi. Venerdì scorso, poi, i P.Voices sono stati semplicemente strepitosi. Forse perché, liberi da situazioni chiesastiche e/o raccolte fondi e così via, hanno potuto scatenare la loro straordinaria anima pop/rock.
 
Sta girando ora, mentre scrivo questo articolo, nel mio lettore CD quello dei P.Voices: un doveroso e coinvolgente ripasso delle loro esibizioni. Ne ho viste parecchie, ormai, senza mai stufarmi, anzi. Riascoltarli in CD è un piacere, certamente, sono davvero molto bravi, e il CD è fatto di brani presi da concerti Live, quindi ve ne consiglio caldamente l’acquisizione…e l’ascolto, ovviamente. Ma se il mero ascolto è comunque ottimamente soddisfacente, tuttavia loro sono una rodata e affiatata macchina da palcoscenico, quindi certamente l’impatto Live è incredibilmente coinvolgente e trascinante. Questa volta, poi, abbiamo avuto una new entry come direttrice del coro. Seria seria (forse un filino intimidita? Mah?) ecco alla direzione Viola Girbaudo. Che ha una splendida voce nera e blues, ma che se l’è cavata benissimo anche alla direzione, applaudita dal pubblico e anche dal coro stesso. Emozionante.

Come del resto molto emozionanti sono stati i brani proposti, accanto ad alcuni grandi cavalli di battaglia, alcune splendide sorprese. Ma tra i pezzi assai conosciuti vorrei citarne qualcuno particolarmente trascinante. Ad esempio Era il 1968, quando John Fogerty, dei Creedence Clearwater Revival scrisse Proud Mary,  brano che divenne una cover incisa davvero fa tantissima gente. Ma quella che è l’interpretazione più follemente trascinante è probabilmente quella di Tina Turner. Ed è esattamente quella che ci propongono gli scatenati P.Voices, con Tina e le sue ballerine – letteralmente sfrenate – che ci trasportano in un mondo frenetico, dal maxi schermo che tutto ci illustra (traduzione dei testi compresa). Poi, a me emoziona sempre molto The Man in the Mirror di Michael Jackson, vero e proprio inno al cambiamento individuale: io voglio che tu sappia / che inizierò con l’uomo nello specchio / gli ho chiesto di cambiare la sua strada / e nessun messaggio può essere più chiaro / se vuoi rendere il mondo un posto migliore / guarda te stesso e fai un cambiamento. E qui è doveroso citare le soliste, ovvero l’eclettica  Viola Girbaudo, con la sua voce black, e poi la voce morbida, timbratissima e avvolgente di Simona Baraldo, sempre efficacissima. Ma lasciatemi dire anche della sempre travolgente Somebody to Love dei Queen, non solo interpretata, ma letteralmente vissuta da Fabrizio Biancardi, che ormai ne ha fatto un suo personale successo,

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Ma nella serata ci sono stati proposti  due spettacolari Medley, imbastite con sapienza e gusto da Andrea Girbaudo – maestro concertatore e direttore, nonché, appunto, arrangiatore, della compagine. All’annuncio di una di queste il pubblico femminile ha lanciato fremiti di gioia…beh a dure il vero anche veri e propri urli di gioia: si trattava un medley di brani degli ABBA, con le immagini di tali brani nei videoclip d’epoca che scorrevano sullo schermo. L’altro Medley  mi ha fatto davvero un infinito piacere: i Beatles. Una decina di minuti di musica che mi / ci hanno donato non semplicemente un tuffo nostalgico nell’epoca d’oro del R&R, ma anche un senso fisico di libertà che solo quella musica e quel periodo ci possono donare. Ho cantato con loro (beh, sottovoce, certo) e mi sono commosso, per questi Beatles sempre straordinari. Dopo il concerto mi sono soffermato a conversare per qualche istante con il Maestro Girbaudo, e ci siamo trovati in piena sintonia in merito alla incredibile influenza di quel gruppo per tutta la musica pop da allora ad oggi.
E loro, i P.Voices? Loro si divertivano, giocavano con la musica e ci hanno fatto gioire con la musica. Ma anche con le parole della mia presentatrice preferita, Serena Tettoni. Che è molto professionale, certo, ma si commuove pure un po’, e vive le sue presentazioni con evidente intensità emotiva. E poi: il finale. Sempre molto coinvolgente, è stato This Is Me, dal bellissimo film The Greatest Showman. Un vero e proprio inno alla diversità, a quella umana e a quella artistica, con il Maestro Girbaudo, che infatti, al termine del brano si gira verso il pubblico indicando sé stesso, così come fanno tutti i componenti del coro. L’ho visto molte volte, ma ogni volta è una splendida emozione. E allora, infine io vi invito, tutti, tutti, ad andarli ad applaudire, il 30 luglio, alla “Notte dei sapori” di Oviglio, all’ombra del castello antico.
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