Il sogno di una cosa: arte e poesia al Bosco delle Acacie, a Vesime, fra le Langhe

Mi è fonte di imbarazzo scrivere un articolo dove sono il protagonista. Oddio, protagonista a latere a dire il vero. Perché i veri protagonisti sono loro: la poetessa, Silvia Oppezzo, dalla poetica fresca come l’acqua dii fonte e luminosa come una bella mattina di giugno. E poi il pittore, Piergiorgio Panelli, che vive di paesaggi lenti di collina e delle mille emozioni che ci può dare una vista diversa, una diversa visione del mondo. Questa è la cosa: unire la poesia di lei alla pittura di lui. Non un’idea così originale, certo, ma neppure un’idea studiata a tavolino, d raffinati intellettuali. Una cosa sognata per unire bellezza a bellezza, gioia a gioia. Questo era il sogno di una cosa, che sto portando avanti da un po’, senza neppure sapere dove sarebbe andato a parare. Poi è arrivata quella che io chiamo una Connettivista…Donatella Giordano.

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Che mi ha fatto conoscere Silvia e Fabrizio dell’Associazione Il Bosco delle Acacie, in una sera di indiavolato Blues ad Asti. La connettivista è diabolica: forse legge le foglie di tè o qualche altra magia. Sta di fatto che loro mi dicono: vorremmo far in Mamota cos nuove, diverse…cosa proponi? Gli ho proposto questo di stasera, la presentazione di uno strano libro scritto da uno strano quanto intrigante mistico (la faremo venerdì 26 sempre in quell’aera di mondo lì) e infine una pièce teatrale con Le Donne delle Colline a Settembre. Questa la prosaica premessa. ma io venerdì scorso non potevo giudicare me stesso, non ero dalla parte del pubblico, ma dalla parte degli addetti ai lavori. Allora ho chiesto a Donatella – sempre lei – di scrivere quello che aveva visto e provato, per poi costruire questo strano articolo insieme.

E questo è quello che ha visto, sentito, goduto.

Venerdì sera al Bosco delle Acacie è accaduto qualcosa di nuovo…come evento intendo dire, perché, per quel che riguarda la magica atmosfera, come sempre, si è affermata prepotentemente! Non abbiamo camminato sul soffice tappeto verde illuminato da decine di piccole lucciole per arrivare dentro l’abbraccio materno delle acacie: siamo rimasti nel cortile. Un cortile dove si respirava un’aria quasi parigina…con i piccoli tavoli ricoperti di colorate tovaglie di cotone, sedie di legno e metallo, candele accese.  Ed eravamo di fronte alla legnaia …un altro angolo di questo luogo che mi ha regalato negli anni emozioni indimenticabili concedendomi scoperte indescrivibili. Con noi, assetati di bellezza, ma soprattutto tra noi, disciolti in un unico sciroppo denso e profumato, i colori di Pier Giorgio Panelli, e le parole di Silvia Oppezzo, armoniosamente alternati come le conchiglie di una collana improvvisata sulla sabbia calda e dorata di una spiaggia al tramonto, dalla abile mano di Pier Carlo Guglielmero.

 

La tela scura, sostenuta dal telaio di legno lucido, improvvisamente ha iniziato a sprigionare luce, sotto i decisi colpi di pennello e lo sguardo attento e frizzante del pittore. Si sono gonfiate onde di verde, e di rosa, di bianco e di blu. Quelle che sembravano montagne sono diventate scogliere e poi prati. Le nuvole sciolte nel cielo e le macchie …fiori di campo.

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Mentre le timide stelle, sparpagliate nel cielo in attesa di fulmini e saette, si confondevano con le luci ballerine che ci accarezzavano i capelli, la macchia si trasformava in forma, e le parole di Silvia ci raccontavano della speranza, della gioia, della felicità racchiusa nei gesti semplici, nelle piccole cose, nell’immensa bellezza che si offre al nostro sguardo se solo abbiamo la pazienza di coglierla, di accoglierla. Come la bellezza dei cuccioli che si avvicinano alla loro mamma.

La dolcezza di una mamma che si interrompe per dare una carezza, e con grande genuinità condivide ciò che è, ciò che ama, senza maschere, senza costume, senza finzioni. La sincerità di un pittore che però è anche un padre, e davanti a tutti, posa il pennello e risponde al cellulare…perché ai figli…bisogna rispondere sempre….L’emozione di un presentatore che non si risparmia nel divulgare la bellezza, con le parole e con la presenza.

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La generosità di persone che stanno già dedicando moltissimo tempo ed energie alla nostra piccola comunità, e che anche ieri sera hanno voluto essere presenti nonostante la grande stanchezza, deliziando i nostri palati, sedendosi con noi a bere un bicchiere di freschissimo vino in una caldissima notte d’estate…. loro lo sanno: i cambiamenti si possono ottenere solo restando uniti, oltre la fatica, oltre le difficoltà, oltre le immancabili delusioni.

La gioia purissima di Silvia e Fabrizio, che non esitano ad aprire le porte della loro casa a chi come loro ha semplicemente voglia di emozionarsi. La felicità è una cosa semplice…non lo dico io…ma ci credo profondamente. Il “mio” piccolo grande angolo di magia…come sempre…grazie.

 

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Una bellissima recensione, con la prosopopea poetica che contraddistingue lo stile immaginifico di Donatella. Che non è il mio stile, ma che non ho modificato in nulla perché non sarebbe giusto che io lo modificassi. Per una volta eravamo dalle parti opposte di una barricata: chi propone da una parte, e chi fruisce dell’altra. Ma in una atmosfera davvero assai conviviale, con me e Silvia ad un passo dal pubblico, senza problemi e senza barriere. Bellissimo. E bravissimi cuoche e cuochi della Pro Loco che ci hanno fornito di friciule e ottimi salumi. Ma la vera comica è stato il ritorno. Sotto tuoni e i fulmini di una vera tempesta, abbiamo scollinato verso Canelli per riportare a casa Piergiorgio e Elisabetta, la sua compagna. Alberi sulla strada, scrosci spaventosi di pioggia, io e PG che facevamo finta di niente. E alla fine Elisabetta che dice: ma abbiamo sbagliato strada! E io: e perché non me lo hai detto prima? E lei: Beh ma davanti c’eravate voi…da commedia all’italiana no? Insomma una giornata lunghissima ma piena di gioia…nel sogno di una cosa…

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