Quel luogo appartato nel cuore di Acqui, fra arte musica e meditazione: la Fondazione Ottolenghi

Io a dire la verità ci sono andato per la musica, domenica scorsa, alla Fondazione J. Ottolenghi di Acqui Terme. Mi aveva invitato l’arpista nonché organizzatrice di eventi nonché (bontà sua) anche mia amica, Eleonora Perolini, stuzzicandomi grandemente con il programma. che poi era assai strano, perchè in un insieme chiamato Concerto Meditativo c’erano in realtà due concerti, apparentemente divisi, ma che proponevano due Suite per violoncello di J. S. Bach, la terza e la quarta, oltre ad un brano trascritto (nientepopodimeno che da Casals) suonate da un violoncellista di gran rango: Christian Bellisario. Che non solo ha studiato con alcuni dei grandi del violoncello del 900, come Janos Starker (del quale possiedo in LP una splendida versione delle suite bachiane), ma ha studiato  con l’immenso Carlo Maria Giulini direzione d’orchestra e analisi musicale. Quando, dopo il concerto, abbiamo fatto un breve ma significativa conversazione, gli ho confidato che possiedo moltissimi dischi del Maestro, del quale ho sempre apprezzato la pacata profondità del suo sentire la musica e del sui trasmetterla al pubblico. Così abbiamo parlato sì di Bach e della magnificenza incontrastata delle sue suite per Violoncello, vero e proprio monumento barocco a tale strumento, che però ha superato le sua epoca e la sua struttura di suite di danze per diventare musica assoluta, ma anche di Giulini. Del suo modo di studiare con Bellisario, di spiegare con eleganza seria ma mai pedante, i meandri di una partitura sinfonica. Ho scoperto così, con immenso piacere, che il maestro Bellisario non è solo un grande musicista, ma una persona di alta qualità umana e intelligenza molto empatica. Ma ora è il momento di fare un passo indietro.

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Perché è giusto parlare della Fondazione Ottolenghi e delle sue bellezze, ma anche di un poco di commozione per via degli anziani ospiti della Casa di Riposo. Perché la Fondazione in realtà è una Casa di riposo, che ospita anziani di varie situazioni ed età. Ora, vedere alcuni di loro, in carrozzina, accompagnati nei pressi dell’ingresso del magnifico luogo dove si teneva il concerto, e altri più abili dentro la cappella, tutti ad ascoltare in rapito silenzio le note calde e avvolgenti che uscivano dal violoncello del Maestro Bellisario, mi ha grandemente commosso. Commozione e tenerezza per queste persone così avanti nell’età, ma con un gracile sorriso nell’ascoltare la musica di Bach. E visto che parliamo del luogo dove di è tenuto il concerto, parliamo della cappella.

Vero e proprio trionfo dell’arte musiva (ovvero l’arte del mosaico), messa in atto dai maestri della scuola Vaticana, su disegno del sacerdote di Acqui Virginio Bongiovanni. Il Violoncello del maestro Bellisario, che stava di lato rispetto al centro della cappella, veniva letteralmente circondato di luce estatica, in quell’insieme di colori potenti e sovrumani. E, in tutto ciò, l’acustica della piccola cappella era assolutamente strepitoso, con l’abside a fare da cassa di risonanza, con un suono violoncellistico che ci avvolgeva con una bellezza sfolgorante, con un’assoluta presenza, come se strumentista e strumento ci fossero accanto.

Ma i tesori della Fondazione non finiscono mica qui. Lasciate innanzi tutto che vi parli della Presidente della Fondazione, la Dott.ssa Barbara Gandolfo. Che quando narra le vicende tanto della Casa di Riposo quanto delle sua opere d’arte, lo fa davvero con una passione immensa e straordinariamente coinvolgente. Così, sia quando ci ha parlato della difficoltà di tenere in piedi la Casa di riposo, quanto di quella di far restaurare il grande gruppo scultoreo di Antonio Martini, Il Figliol Prodigo. Grande scultore del primo ‘900 (nato nel 1880 e morto nel 1947). Perché tutto di traduce, in fondo, ad una lotta contro la burocratica miopia di qualcuno che ha le leve del comando, Di queste difficoltà ci ha detto s0rridendo, ma con una veemenza davvero ignota ai meri burocrati di stato. Ammirevole. E l’Opera? Grandissimo e pesantissimo, ma sembra leggero come legno, da vicino è davvero impressionante. Lo sguardo del padre non posto sul figlio, ma guarda orizzonti lontanissimi, che probabilmente vede solo lui: attonito, angosciato…angosciante…non posso dimenticare che l’Opera è stata conclusa pochi anni dopo la fine della prima guerra mondiale, e che forse quel figlio magro e vestito di stracci sia di ritorno dal fronte…o sia metaforicamente l’anima di tutti i figli che non sono tornati. Lo so, è una mia interpretazione di cui mi assumo tutta la responsabilità…sta di fatto che si tratta di un’Opera immensa sotto ogni punto di vista.

 

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E allora infine, i doverosi ringraziamenti, perchè in quel luogo appartato, probabilmente poco o punto conosciuto dagli alessandrini in genere, avvengono cose stupende. Grazie alla Presidente, Barbara Gandolfo, dunque, per la sua smisurata passione culturale, Grazie a Eleonora Perolini, che ha organizzato questo splendido evento musicale, E, ovviamente, grazie ad una personalità musicale di grandi qualità sonore e altrettanto per empatia personale, il Maestro Christian Bellisario. E naturalmente non dimentichiamo il Comune di Acqui Terme, che nella cultura forse un po’ ci crede,

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