L’impegno della Poesia in una notte d’estate: “Le cose stanno così” di Sandro Buoro
Questa è la classica lotta contro i mulini a vento – mi dicevo, la sera dello scorso 20 giugno, mentre lentamente guidavo verso Casal Cermelli, dove l’amico e poeta Sandro Buoro avrebbe presentato, in quel luogo di incanto che laggiù hanno chiamato La Pagliarella, – e di cui vi ho già parlato ampiamente in altri articoli – il suo ultimo libro di poesie Dal titolo perentorio Le Cose Stanno Così (Ed. La Torre) alla presenza e con l’introduzione del suo editore, Nazzareno Luigi Todarello (che nel suo sapiente intervento cita Heidegger per dire dei limiti più estremi del linguaggio) e la appassionata ed empatica conduzione di Mariangela Dotto, Presidente di Insieme per Leggere, che gestisce appunto la loro Biblioteca Comunale.
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Pensavo che sarebbe stata una lotta contro i mulini a vento, di donchisciottesca memoria, perchè in quel periodo si svolgevano gli Europei di calcio e ci sarebbe stata la partita Italia – Spagna. Temevo quindi che non ci sarebbe stato quasi nessuno, salvo un po’ di membri di Insieme per Leggere e di appassionati sfegatati di Poesia come me, che di tale forma letteraria sono assai tifoso fin da ragazzino. Invece no, mi sbagliavo, eccome: ecco li un sacco di gente, attenta e molto partecipe. Mi pareva incredibile, ma era davvero così. Che poi oltre alla lettura che Sandro avrebbe proposto, in prima persona, delle sue Poesie, c’era anche la presenza di un intrigante trio di clarinetti, il Miller’s Clarinet Trio, che avrebbe suonato musiche di svariato genere, arrangiata per la formazione in trio di clarini, da Mozart ai Beatles. L’alternarsi sapiente e mai soverchiate di musica & poesia ha reso in effetti più leggera e musicale la serata. E poi c’è la Poesia di Sandro Buoro, che, come avevo già scritto, è davvero coinvolgente. Forse perché lui la sa leggere in un modo dolcemente cantilenante, che lentamente ti avvolge in un profondo incantamento che cerca verità e risposte nel presente e nel recente passato di questo nostro tempo doloroso e spesso sconvolgente.
Devo dire che, per quanto mi riguardava, ero semplicemente felice di vedere tanta gente che si godevano una fresca notte di inizio estate, tra le parole piene di pathos di Sandro, poeta della nostalgia, dell’inquietudine quotidiana, dell’affetto profondo senza vergogna per una figlia e una nipotina lontana. Con Sandro sento moltissima affinità poetica, probabilmente dovuta proprio a questa comune capacità di non aver paura di esternare il dolore. Ma questo libro, che ho avuto anche il piacere di vincere nella simpatica lotteria che Insieme per leggere propone al suo pubblico, ma che ho anche avuto in anteprima tra le mani per seguire le letture di Sandro con ancor più attenzione, non è solo elegiaco, anzi, questo libro diventa spesso un’invettiva, sincera e appassionante. Un’invettiva fatta di enorme indignazione, causata dalle troppe storture del mondo che ci circonda, dal dolore che soffrono i deboli i dispersi e i disperati. Un mondo dove tra i sommersi e i salvati ci sono abissi di dolore, coperti dalle onde scure del Mediterraneo. Per capire la forza davvero notevole di tale passione civile, basti leggere qualche tratto di Quanti sono sepolti: Quanti sono sepolti / nella fredda bara delle acque del Mediterraneo / dove vi preparate a bagnarvi quest’estate / superata la prova costume, conciati per la pelle / ai primi soli durante ponti di Pasqua, Liberazione / e primo maggio. E, più avanti nel testo, con ancora più indignazione, se possibile: C’è chi fa finta di non vedere, non capire / c’è chi vuole metterci mano e regolare / il fenomeno del secolo, la migrazione di massa / dei disperati in cerca di pane e futuro per sé e per i figli, / c’è chi allarga il recinto della prima accoglienza / chi lascia fare al mare delle burrasche / chi piange e porta fiori / chi sbava perchè vorrebbe essere onda altissima / che rovescia barche barconi navi naufraghi / salvagente valigie e povere cose, anche / bambolotti di pezza e piccole scarpe spaiate / che arrivano a riva // come il corpo del bambino a faccia in giù / che ho visto sballottato dall’onda che si adagia / sul litorale dove il tuo corpo prenderà il sole d’estate. Una poesia trascinante, fatta di potente indignazione civile – che mi ricorda Pier Paolo Pasolini (e scusate se è poco), per la pietas immensa e la vibrante empatia con questo dolente lato dell’universo.
Non solo, invettiva, però. Perché le poesie dove l’elegia sprona le sue corde poetiche, sia nel nome della figlia e della nipotina Alma, sono parecchie e ci donano momenti di infinita tenerezza. Le poesia dedicate alla sua amatissima Alma sono una sorta di Cahier de doléance, perchè c’è in questi testi tutta la struggente emozione della lontananza, dell’assenza, del rimpianto per non poterla vedere crescere giorno dopo giorno, l’adorata nipotina. Una collana di perle di tenerezza: così mi appaiono le poesie per Alma. Questa che si intitola Il compimento del tuo primo anno è vicino la trovo di una bellezza che definire straziante è poco: Cento volte il nonno lontano / ha fatto scorrere il filmato / del nuovo antico esercizio a nascondino, / la mia infanzia è tornata a galla / con l’esclamazione “bubusettete!”/e ho giocato da lontano nella distanza / che purtroppo ci separa / ti voglio bene infinito Almita / ho pianto gioia e consapevolezza del tempo, / auguro vita lunga e felice, ricordi meravigliosi / come tua splendida infanzia, / che tu sia / tutta la colorata completezza di umano / che avrei voluto per me. Vedete come, magistralmente, Sandro intreccia i propri ricordi e quello che vede e rivede nel filmato con i giochi della sua Almita (e com’è a sua volta tenerissimo il vezzeggiativo), arrivando ad un verso davvero stupendo: ho pianto gioia e consapevolezza del tempo. Io che vivo molto nella dimensione della Consapevolezza del tempo sono restato sospeso nella limpida commozione di questi versi, così sorridenti di gioia e di malinconia.
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Ma non solo. Dopo le invettive civili, e la struggente presenza di Alma, ci sono ancora elegia e bellezza. Perché Sandro è poeta in grado di muoversi in tutti i sentieri della Poesia, tanto elegiaca quanto civile quanto d’amore per una donna…e allora lasciate che termini questo mio articolo con la citazione delle parole di Sandro di una bellissima poesia d’amore. Si intitola Nelle notti dolorose, ma come sempre in Sandro titolo e primo verso del testo coincidono. Sentite che toccante tenerezza nell’incipit: Nelle notti dolorose / altro non faccio che pensare alla tua assenza / nel buio che lentamente col trascorrere di ore / si inoltra verso mattino a spicchi di luce / dietro le persiane / altro non faccio che intravvedere / la tua ombra… Credo che chiunque, come a me è è accaduto, abbia sentito lancinante l’assenza di una persona amata, non possa che sentirsi coinvolto e commosso alla lettura di questo testo.
Vorrei terminare con una sorta di dichiarazione di poetica di Sandro, nella poesia Amica che leggi , ed in particolare i versi finali – e bellissimi – del testo: Uno scrittore è sempre alla ricerca / del filo perduto per ritrovare e dipanare / il restante breve filo di vita / personale e collettiva. // Prova anche tu per la tua esistenza. Si: essere scrittore, poeta in particolare, come Sandro, è essere alla ricerca del filo perduto che serve per comprendere il mondo, quella vita personale e collettiva di cui tutti siamo figli e vittime. Vittime di questo mondo.
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