Commercio di vicinato, l’appello dell’assessore regionale Bongioanni: “Acquistate negli esercizi sotto casa, difenderete l’economia locale e salverete una comunità”
Torino – «Acquistate nei negozi di vicinato. Difenderete l’economia locale, le imprese radicate sul territorio e i loro posti di lavoro, e salverete una comunità». È l’appello che l’assessore al Commercio della Regione Piemonte Paolo Bongianni – che ha anche la delega all’Agricoltura e Cibo – rivolge ai cittadini piemontesi e a tutti quelli che scelgono il Piemonte per le loro vacanze e soggiorni.
«Fate la spesa nei negozi sotto casa», invita Bongioanni. «È un gesto importante per sostenere l’economia e la vita delle micro-comunità, tanto nelle città quanto nei nostri piccoli comuni dove il negozio di paese è sempre stato e deve tornare ad essere un luogo di socialità. Tutto questo diventa ancora più importante nei centri della nostra montagna e delle cosiddette zone interne. Qui, sostenere il commercio di prossimità significa combattere in modo attivo e responsabile la desertificazione e contrastare così il rischio di spopolamento e perdita di attrattività per un intero territorio».
Il commercio di vicinato, nel progetto di Bongioanni, non è solo un baluardo da difendere e sostenere per rilanciare la vitalità dei piccoli centri e delle terre alte, ma è destinato a diventare uno dei protagonisti della rivoluzione della filiera corta dell’agroalimentare che l’assessore presenterà al Salone del Gusto – Terra Madre il prossimo 27 settembre.
«L’esercizio commerciale di prossimità – spiega Bongianni – dovrà diventare sempre più il posto dove potremo trovare la qualità a km 0: gli straordinari prodotti del cibo piemontese che, sempre a fine settembre, il Piemonte andrà a presentare ai Paesi del mondo riuniti al G7 dell’Agricoltura a Ortigia. La filiera agroalimentare corta legherà in modo strutturale produttori, trasformazione, commercio al dettaglio e mercati per garantire ai produttori la giusta remunerazione e contenere tutti quei passaggi intermedi che non creano un reale valore aggiunto per chi sceglie di restare legato a un territorio e alle sue comunità».
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