Quel che raccontano le vetrine in Canelli, nella mostra collettiva organizzata da Enrica Maravalle
Amo Canelli. Le sue strade e i suoi panorami se sali verso il Castello, le strade larghe e piene di sole che diventano in breve stradine medievali, e l’odore dell’uva in questo periodo e sino ad ottobre inoltrato, e i suoi cibi e le due tante iniziative, il teatro e la musica. A Canelli oggi e domani si fa festa: Canelli città del vino con tanto cibo – e vino – nelle strade e profumo di vendemmia, e gente e cibo di strada e non solo… all’ombra del Castello dei Gancia, che tutto domina e tutto sembra osservare. Ma ad integrare con un notevole valore aggiunto questa manifestazione, c’è una iniziativa della splendida artista di Canelli, Enrica Maravalle (della quale vi ho parlato in altre occasioni si questo giornale, in particolare qui: https://www.alessandria24.com/2023/05/29/tutto-il-colore-dei-sogni-nella-splendida-mostra-di-enrica-maravalle-al-salone-riccadonna-di-canelli/ ) che si chiama Le vetrine raccontano – artisti canellesi nelle vie della città. L’idea, entusiasticamente patrocinata dal Comune di Canelli, con la prima Sindaca donna della storia della città, Roberta Rosa Giovine, che ha presentato con parole appassionate l’apertura della mostra stessa, questa mattina, è semplice ma assai interessante: creare una mostra collettiva che si sposa con le vetrine di Canelli, in pieno centro, a partire da Piazza Amedeo d’Aosta. Cosicché si passeggia per le vie del borgo, magari si fanno acquisti, si prende un caffè, si chiacchiera con gli amici…e ci si riempiono gli occhi con opere d’arte – tutte di artisti locali, tutti viventi.
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Gli artisti che si sono messi in gioco sono 18, Enrica compresa, i cui dipinti spiccano per la straordinaria qualità coloristica, brillante e piena di vitalità. Caratteristiche di cui vi ho ampiamente parlato nell’articolo succitato. Da dire che le attività commerciali aderenti sono state tante, e la sorpresa di trovarsi di fronte, nei negozi usuali ma ora diversi, che peraltro di loro sfoggiano già delle belle vetrine, quando passeggi per le vie del centro, è notevole. E piacevolissima la cosa in sé, vista la giornata calda e molt0 luminosa, la tanta folla, ma mai troppo vociante o invadente, i sorrisi e le soddisfazioni che ho letto negli occhi e nei visi degli artisti: una vera promenade tra questi quadri di una esposizione, tra una emozione d’arte e l’altra, di vetrina in vetrina. Io poi ho avuto la fortuna e l’onore di aver conversato e passeggiato fra le vetrine con Enrica e Bruno, ovvero l’artista che ha organizzato il tutto e suo marito, Bruno Merlino, che è pure il suo braccio destro, nonché raffinato conoscitore d’Arte anch’esso. Ora, voi potrete pure pensare che esagero, ma credetemi che l’affabile compagnia di queste due splendide persone è un valore aggiunto per qualsiasi conversazione, e non solo in merito a quel che potevamo ammirare per le vie di Canelli.
Il tema proposto da Enrica agli artisti di Canelli è stata La Vendemmia. Tuttavia tale tema non è sempre stato rispettato, anzi. Parecchi quadri sono a tema magari Canelli, ma non la vendemmia in se e per se. Ma ad un certo punto, che importa? L’importante è la qualità mediamente molto buona di questa opere, siano esse nature morte con frutti di stagione, come fichi e cachi, oppure immagini più o meno fantasiose del Palazzo Gancia che domina la valle del Belbo, o come una visione onirica dei luoghi topici di Canelli sospesi in un cielo vellutato e un po’ inquietante. Oppure come la preziosa e bellissima foglia di vite che abbellisce la vetrina di una gioielleria. Più in tema di così.
Il tutto in un’atmosfera turistica niente male, con frotte di incuriositi ascoltatori delle spiegazioni del cicerone di turno, con i Vigili e i volontari che si preparavano per la kermesse di Canelli città del vino, che sarebbe iniziata nel pomeriggio. Il tutto mentre percepivi nell’aria e nei volti una vitalità notevole e un contagioso buonumore. Purtroppo però le foto che ho fatto di alcune di questa opere d’arte sono state inficiate dal riflesso del vetro, ma pazienza. Da vicino le si poteva gustare comunque molto bene, e questo è quello che conta.
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Ma io non vi parlerò con giudizio critico elogiando – o magari elogiando meno – l’uno o l’altro dei quadi esposti o dei relativi artisti. L’invito che vi faccio, e di tutto cuore, è di farvi un giro per le strade accoglienti di Canelli, con spirito decisamente Flâneur, come abbiamo fatto noi stamattina, ammirando il tutto con serenità e senza preconcetti. Lasciate, per finire, che vi narri l’impegno di Enrica e Bruno. Nella foto sopra, una vetrina dove sono stati inseriti diversi quadri. Ma uno non lo si vede più: è caduto. Ma Bruno e Enrica avevano allestito, preparato, pulito. Hanno le chiavi. Serratura scomodissima, raso terra, poi altra ad altezza normale. Si entra, si ripristina tutto. Bruno ha in mano attrezzi di pulizia a suo tempo dimenticati. Ma nulla è serioso: si ride e si scherza sulle difficoltà, piccole e grandi, di un allestimento così diverso e così particolare. E tutto è Arte e festa e gioia, per la vie di Canelli.