UPO e Tessere Territori cooperano con “Commonspoly” il gioco da tavolo che “sovverte” e richiama le origini del Monopoly
Alessandria – Tornano a collaborare il Dipartimento DIGSPES di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale e TessereTerritori, Associazione di Promozione Sociale costituita nel 2020 da un gruppo di ricercatori universitari e docenti di scuola superiore con l’obiettivo di favorire la progettazione condivisa tra scuole, università ed enti del terzo settore e altri attori territoriali di iniziative ed esperienze nei campi della formazione, della ricerca a fini sociali, della promozione della cultura e della cittadinanza attiva. La collaborazione tra TessereTerritori e UPO è iniziata con il progetto APE-Alleanza per l’Educazione civica, vincitore nel 2020 del bando “Fermenti” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, ed è poi proseguita con il progetto AscoltAle, tuttora in corso, che sta sperimentando
con gli studenti di alcune classi del Liceo “Umberto Eco” e dell’Alexandria International School un peculiare percorso
didattico finalizzato alla maturazione della consapevolezza e delle competenze civiche e sociali, grazie alla collaborazione di un giornalista culturale di esperienza come Brunello Vescovi, di una compagnia professionale, Cabiria Teatro, impegnata nel teatro sociale e di comunità e di un’associazione culturale novarese che da anni è impegnata nello sperimentare percorsi di partecipazione democratica e innovazione sociale, Territorio e Cultura ODV. Questa volta la collaborazione tra UPO e TessereTerritori avrà come cornice la “Notte della Ricerca”, un appuntamento ormai consolidato che quest’anno giunge alla sua XIX edizione. All’interno del vasto e variegato
programma dell’evento, intitolato “La Ricerca come bene comune: condivisa, digitale, inclusiva, plurale”, tra le 37 attività previste, ovvero conferenze, dibattiti, giochi ed esperimenti, vi sarà un laboratorio che proporrà per la prima volta in città il gioco “Commonspoly”.
Il gioco è stato creato nel 2015 da un gruppo di lavoro che ha lavorato nell’ambito di un Hackcamp organizzato al 17° Festival ZEMOS98 a Siviglia, in Spagna. I creatori del gioco hanno voluto recuperare i veri scopi per i quali, nei primi anni del secolo scorso, l’autrice statunitense Elisabeth Magie inventò The Landlord’s Game, con lo scopo di educare i giocatori a riconoscere e comprendere i rischi della speculazione fondiaria e del monopolio privato delle risorse. Diversi decenni dopo Charles Darrow, l’uomo al quale per molto tempo si è attribuita l’invenzione, si appropriò dell’idea e, con qualche modifica, lo brevettò chiamandolo “Monopoly”. Grazie a un contratto con la Parker Brothers e ai diritti d’autore, Darrow ricava milioni di dollari dalla vendita del prodotto che diventa popolare perdendo del tutto la finalità originaria. Monopoly, infatti, è oggi per tutti il gioco che celebra l’enorme accumulo economico e l’idea che si sopravvive pensando al proprio guadagna e cercando di mandare in bancarotta gli altri.
«Commonspoly è un gioco che ha enormi potenzialità didattiche e può essere utilizzato per confrontarsi su temi complessi in maniera semplici e accessibile, con persone con età e background diversi ed eterogenei – spiega Giacomo Balduzzi, Ricercatore in Sociologia generale all’Università del Piemonte Orientale e promotore, insieme a un gruppo bene assortito di studenti e dottorandi UPO insieme a operatori e volontari di TessereTerritori – il gioco introduce una serie di meccanismi e dinamiche che tutti conosciamo e sperimentiamo nella vita quotidiana, ma che sono del tutto assenti sia nel gioco del Monopoly sia nella teoria dell’economia di mercato: cooperazione, dono, reciprocità, risorse comuni, beni e servizi pubblici, fiducia”.
Al tempo stesso, il gioco è molto realista. Ci sono due squadre: gli speculatori da un lato e i cittadini attivi dall’altro. I primi vogliono privatizzare e accaparrarsi per il proprio profitto ogni risorsa disponibile nella società: beni ambientali, urbani, sanitari e intangibili (basati sulla conoscenza). Gli altri possono, entro un tempo dato, cooperare con altri giocatori per impedire la privatizzazione e liberare un certo numero di beni, trasformandoli in beni pubblici o, ancora meglio, comuni. Finito il tempo la squadra dei cittadini attivi ne esce vincente se ha raggiunto l’obiettivo. Altrimenti, la vittoria va all’altra squadra. Gli inventori del Commonspoly, in modo coerente con le finalità per cui è stato ideato, hanno optato per una licenza aperta, con fini non commerciali».
I materiali e le regole per giocare, pertanto sono disponibili gratuitamente sul sito https://commonspoly.cc/ e sono liberamente scaricabili in inglese, spagnolo, portoghese e francese. In Italia l’Associazione Labsus e Banca Etica hanno provveduto a mettere in circolazione una versione tradotta del tabellone e delle carte da gioco. I materiali che saranno utilizzati in occasione della “Notte della Ricerca” ad Alessandria sono stati stampati e plastificati da TessereTerritori apposta per questa occasione. «Chi fosse curioso di capire come funziona il gioco e volesse provare a cimentarsi nei panni del cittadino attivo e/o dello speculatore è benvenuto domani al laboratorio che terremo al DISIT durante la “Notte della Ricerca” – conclude il referente dei promotori – in futuro ci piacerebbe pensare insieme a insegnanti, educatori e operatori nel campo della formazione ulteriori occasioni per sperimentarlo sul campo Commonspoly come strumento di educazione finanziaria, economica, politica e sociale».
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