Il piatto d’oro collaborazione fra castello di Piovera e complesso culturale di Marengo

Piovera, territorio tortonese e da alcuni anni facente parte di un unico comune con Alluvioni Cambiò, vanta un monumento storico di notevole importanza e bellezza: il castello.
Fu costruito dai Visconti di Milano nel XIV secolo per difendere il territorio dalle incursioni nemiche. Nel corso dei secoli, l’edificio passò di mano in mano, fino ad arrivare ai Balbi di Genova, che lo possedettero per secoli. Il castello fu utilizzato come residenza di campagna e come feudo agricolo. Nei secoli, il castello di Piovera fu anche teatro di numerosi assedi e saccheggi. Nel 1967, il Conte Niccolò Calvi di Bergolo acquistò la struttura che trasformò in una residenza privata e in una meta turistica. Oggi, il castello di Piovera è aperto al pubblico e rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della provincia di Alessandria. Il castello è intonacato sull’esterno con il colore nero, listato a lutto per la morte di Napoleone al quale è dedicata anche una stanza al suo interno.
Alessandro Calvi di Bergolo, proprietario del castello, ha parlantina sciolta, si presenta molto affabile e dimostra gioia ed entusiasmo nel parlare del castello.
“Il legame con Napoleone – afferma Alessandro Calvi di Bergolo – è dovuto al fatto che i precedenti proprietari del castello, i Balbi, che l’hanno tenuto per alcuni secoli, erano legati alla figura dell’imperatore francese. Questo sia per interessi economici, in particolare nel settore della produzione dei vini, che per cultura. E le cantine ancora oggi presentano un notevole valore storico essendo da decenni rimaste immutate. Esiste un documento ove un generale napoleonico ringrazia un membro della famiglia Balbi per aver contribuito a finanziare le guerre dell’imperatore francese.”
“Nel castello – continua il nobile – c’è il legame del blu e del nero, colore utilizzato per le strutture esterne del castello nel 1821 in seguito alla morte di Napoleone e poi rimasto solo il blu. E è la camera da letto di Napoleone ove fu donata una sedia dove il generale francese aveva riposato. La stanza, così come si presenta adesso, è stata realizzata in collaborazione con il complesso culturale di Marengo.”
“La stanza napoleonica-afferma Alessandro Calvi di Bergolo-contiene un camino realizzato da un artista genovese del Seicento con una libreria della stessa epoca e che contiene i testi più antichi della nostra collezione e da libri mastri risalenti al 1730 con tutte le annotazioni e i registri del castello e due stampe grandi dedicate a Napoleone ritraenti il suo viso, uno con la sua corona da imperatore e l’altro mentre indossa il cappello tradizionale.”
“Reperti storici che sono molto apprezzati dai numerosi visitatori del castello-afferma il proprietario-perché realizzano anche un collegamento con il complesso culturale di Marengo e con la battaglia che a Marengo si svolse. Tutte cose che ci legano a questa territorialità.”
“In epoca napoleonica oltre al vino Bordeaux-afferma Alessandro Calvi di Bergolo- un’altra cosa che fu importata dalla Francia fu la coltivazione del baco da seta che ebbe grande successo nella zona. C’erano ventotto aziende sul territorio ed erano stati impiantati più di quindicimila gelsi. Un fatto realizzato grazie all’opera napoleonica.”
Il castello di Piovera può essere visitato dalle persone tra il mese di aprile o dalla prima domenica del mese di maggio fino alla penultima domenica di novembre. Ci saranno successivamente manifestazioni per famiglie nel periodo natalizio. Ci sono tre percorsi, a scelta del visitatore secondo i suoi interessi e disponibilità con l’ultimo chiamato Raccontami il castello che prevede la visita guidata all’intero castello e l’accesso a tutti gli spazi possibili ove vengono raccontati anche aneddoti e la possibilità di vedere circa l’80% del castello.
“Con il complesso culturale di Marengo e con il suo temporary manager Efrem Bovo – afferma Alessandro Calvi di Bergolo – c’è una consociazione con la realizzazione di eventi come il piatto d’oro tenutosi lo scorso anno. Ci siamo mandati vicendevolmente anche qualche delegazione di turisti, sono state organizzate manifestazioni a Marengo dedicati alla storia del territorio comprendendovi anche qualche citazione del castello di Piovera.”
“Sarebbe giusto che il complesso culturale di Marengo-afferma il conte-venga valorizzato per i suoi contenuti storici e culturali. Il vero valore aggiunto è però quello del territorio e non un singolo sito. Noi siamo in un territorio che costituisce la porta del Monferrato e in quest’ottica sarebbe importante che si crei una rete fra tutti beni storici, artistici e architettonici. Con Alexala che dovrebbe avere la forza di creare delle offerte perché queste strutture, dai castelli al complesso culturale di Marengo a musei come a esempio quello della Gambarina ad Alessandria, vengano adeguatamente promozionati. Magari con la realizzazione di calendari che li comprendano tutti e inserendovi le manifestazioni già programmate da un anno all’altro. Una cosa che finora non si è potuta fare anche per via del campanilismo di molti comuni. E’ inutile, per esempio, come accaduto alcuni settimane fa che in provincia ci siano tre fiere del tartufo.”
“Trovo che il complesso culturale di Marengo-conclude Alessandro Calvi di Bergolo-sia oltre che valido storicamente anche un complesso che viene utilizzato relativamente poco e che potrebbe diventare il centro di raccolta della programmazione territoriale.”

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