Convegno razze autoctone da carne, Bongioanni: “La Piemontese, un tesoro da promuovere con tracciabilità e distretti”
Torino – A partire dal 2017, le tre Associazioni Nazionali degli allevatori di bovini da carne italiani, Anaborapi (razza Piemontese), Anabic (razze Chainina, Romagnola, Marchigiana, Maremmana e Podolica) ed Anacli (razze Charolaise, Limousine e razze da carne a limitata diffusione), sono state impegnate su due importanti progetti, I-BEEF1 ed I-BEEF2, finanziati dalla sottomisura 10.2 del PSRN (Piano di Sviluppo Rurale Nazionale) che pone l’attenzione su aspetti relativi al benessere animale, al miglioramento dell’efficienza riproduttiva, alla riduzione delle emissioni di gas serra nonché la salvaguardia della biodiversità.
Per presentare i risultati raggiunti dal progetto, lunedì 18 novembre si è svolto presso la Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte il convegno “Biodiversità, sostenibilità efficienza e benessere dei bovini da carne italiani”.
«Con 4.000 aziende, 300.000 capi e un fatturato di 350 milioni l’anno alla stalla nel solo territorio regionale – ha sottolineato l’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni – l’allevamento della Razza Piemontese rappresenta la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro. La carne di Piemontese oggi è riconosciuta anche dai giapponesi e dagli americani come la migliore al mondo in assoluto. Dobbiamo investire sulla sua promozione a livello nazionale e internazionale, puntando sulla tracciabilità in tutti i passaggi e studiando la possibilità di costituire un Distretto della Carne che assicuri la migliore redditività ai produttori. Tutto ciò non può che avvenire attraverso il dialogo e l’interlocuzione continua con gli allevatori e le associazioni di categoria, per reperire le risorse necessarie e scrivere i provvedimenti e i bandi nel modo più efficace».
Grazie a un finanziamento complessivo pari a circa 15 milioni di euro, messi a disposizione da Masaf e cofinanziati dall’UE, Anaborapi Anabic ed Anacli hanno potuto ampliare le tradizionali attività svolte a favore degli allevatori affrontando nuovi ed importanti temi e ricerche. L’obiettivo è stato quello di conoscerne e valorizzarne l’unicità e le potenzialità produttive attuali e future, in considerazione dell’importanza che esse rivestono ai fini scientifici, economici, ecologici e storico-culturali.
Ha spiegato Andrea Albera, genetista Anaborapi: «Così come, la sostenibilità di un autovettura dipende non solo dalla tipologia di carburante o dal sistema di guida ma anche dall’efficienza del motore, la sostenibilità di un allevamento bovino dipende dalla gestione zootecnica, dal tipo di alimentazione ma anche dall’efficienza alimentare e riproduttiva degli animali stessi; uno dei lavori che abbiamo svolto, nell’ambito del progetto I-Beef, è stato quello di mettere a punto le linee guida per selezionare animali che, a parità di produzioni, siano più efficienti e quindi meno impattanti sull’ambiente. Anche il lavoro sulle “caratterizzazioni fenotipiche” è stato importante; fino ad oggi la descrizione delle diverse razze bovine, cioè la caratterizzazione fenotipica, era rimasta ferma a quanto fatto nello scorso secolo. Oggi, grazie anche ai progressi avvenuti nel campo della genomica, siamo in grado di definire con precisione le caratteristiche delle diverse razze. Questo, in particolare nel caso dei bovini autoctoni, ha importanti ripercussioni sia per la salvaguardia della biodiversità zootecnica, sia per quanto riguarda la possibilità di garantire la tipicità delle produzioni».
E il presidente Anaborapi Andrea Rabino: «A differenza di quanto accade per altre specie come gli avicoli e suini, che sono animali con un ciclo riproduttivo rapido o rapidissimo, la selezione dei bovini non può essere svolta da multinazionali, ma viene attuata, in tutto il mondo, sotto forma associativa. E’ dal 1961 che la nostra Associazione svolge la propria attività a favore degli allevatori della Piemontese; accanto ai tradizionali caratteri selezionati come accrescimento e conformazione da carne, se ne sono aggiunti altri, non meno importanti, quali la facilità di parto, la resistenza alle malattie ed ora anche l’impatto sull’ambiente; insomma stiamo lavorando per una Piemontese sempre più “green“».
Continua a leggere l'articolo dopo il banner