Il Presidente Mattarella ad Alessandria: “Viva il Piemonte, viva la Repubblica”

“Viva il Piemonte, viva la Repubblica”.
Con queste parole il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiuso il suo saluto alla città di Alessandria in occasione della sua storica visita alla nostra comunità in occasione delle celebrazioni per il trentennale dall’alluvione del novembre 1994.
Il suo intervento ha fatto seguito a quelli del Sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (che ha ricordato, interrotto dagli applausi, le sue origini contadine) e del Rettore dell’UPO.
Forse, il momento più bello della cerimonia si è registrato quando, all’ingresso dell’illustre ospite, la platea ha intonato l’Inno di Mameli, con le voci dei più giovani a sovrastare tutti con il loro contagioso entusiasmo.
Nessuno di questi bembini era presente, ovviamente, ai tragici fatti rievocati poi da un bellissimo documentario proiettato nella gremitissima sala.
Ma proprio questo momento ha dato il senso di ciò che il Presidente ha richiamato con forza.
La memoria come senso di comunità, come principio fondante di un Paese che nella sua storia ha patito tante calamità, tristemente e puntualmente elencate dal Primo Cittadino, da cui però sempre ha saputo rialzarsi con la partecipazione e l’impegno di tutto il Paese: ricordare, conoscere per essere cittadini consapevoli e protagonisti.
Nessuna concessione alla retorica di certo ambientalismo alla moda, nessun cedimento all’autocompiacimento nelle parole del Presidente, ma il senso forte dell’orgoglio di appartenere ad un grande Paese.
Quest’uomo, che ha accettato un secondo mandato presidenziale per ovviare alle inefficienze, ai particolarismi e agli egoismi della politica nazionale incarna, nei suoi splendidi 83 anni, la perseveranza, la volontà, lo spirito di un’Italia che è capace di risorgere dai suoi momenti difficili e di impegnarsi in prima fila per essere comunità.
E allora, l’elogio di Mattarella è andato ai sindaci, alla Protezione Civile, ai tanti cittadini che si rimboccarono le maniche per far rinascere il Piemonte dai fatti terribili di trenta anni fa.
“Calamità naturali” è stato il monito del Presidente “non deve essere sinonimo di ineluttabilità, inevitabilità, attesa della prossimo evento avverso”, ma impegno, anche non solo nell’immediatezza delle tragedie, ad addomesticare l’ambiente con attenzione, rispetto, responsabilità perché “la natura non ci è naturalmente ostile”.
Questo, ci ha insegnato Sergio Mattarella, significa essere italiani.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Ringraziamo il Consigliere Cominale di Alessandria Luigi Sfienti per aver fornito le fotografie