Una ragazza sull’orlo di una crisi di nervi e il suo flemmatico gatto: “La casa col pioppo” di Elisabetta Raviola
Il libro: La casa col pioppo – L’autrice: Elisabetta Raviola
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Casa Editrice: MoonStar -. Collana Andromeda – pubblicazione: 2024
Ho conosciuto Elisabetta Raviola (per gli amici Ely) per puro caso…oppure no? A volte veramente sembra che una serie di fortunate coincidenze ci portino di bellezza in bellezza, tra le varie forme di creatività che si possono produrre. Come cerchi nell’acqua che si allargano sempre di più. Perché Ely è la compagna di vita del pittore Piergiorgio Panelli, di cui ho l’onore di essere amico. Che ho conosciuto veramente nella casualità – se lo è davvero – dei cerchi che s’allargano in uno specchio d’acqua serena. In questo caso il sasso iniziale ha un nome e un cognome: Gian Marco Griffi. Si, proprio lui, lo scrittore, nato ad Alessandria ma che abita ad Asti, autore dello straordinario romanzo che è Ferrovie del Messico. Lui, si è inventato, nel 2023, al Golf Club Margara di Fubine, del quale è Direttore, un Festival d’Arte e Letteratura…e mi ci ha invitato. Ed è lì che ho visto e apprezzato, la duplice mostra di Iris Devasini e Chiara Galliano. Ed è li che Iris mi ha presentato PG Panelli, Pittore e Critico d’Arte. Con il quale credo sia nata subito una reciproca simpatia, che si è poi trasformata in amicizia. Grazie a lui ho conosciuto altri artisti, fra cui la poetessa Silvia Oppezzo, con la quale abbiamo collaborato, io e PG per varie iniziative, la scorsa estate. Poi, una sera dello scorso anno, ormai quasi alla fine, mi dice: Tra poco esce il nuovo romanzo della mia compagna, Elisabetta… Il nuovo romanzo? Faccio io...perchè quanti ne ha scritti? Beh, ho scoperto che Elisabetta, che per inciso di mestiere fa l’avvocato, di romanzi ne ha scritti, eccome. Dopo quello d’esordio Come l’acqua di fiume, ha pubblicato prima E più in alto ancora, nel 2013 (presentato anche al Salone Internazionale del Libro di Torino). e poi, nel 2015, La conchiglia blu. E finalmente, nel 2024, è uscito questo notevole romanzo che ho letto davvero con piacere, e di cui ora cercherò di fare una decente recensione.: La casa col pioppo.
Voglio subito chiarire una cosa importante: questo non è un Giallo, né un Thriller oppure un Noir: questa è pura e semplice narrativa, con una trama complessa e personaggi veri, che hanno ciascuno la propria potente vitalità, che secondo me non si dimentica facilmente. Anche i protagonisti principali del romanzo, in realtà, sono almeno quattro. Beh, due di loro sono dei protagonisti anche assai originali, perchè uno è un defunto e l’atro…è un gatto. La vicenda è narrata in terza persona – il punto di vista del dio che imbastisce il romanzo, no? – e una delle protagoniste principali è Clara De Lanza, che di mestiere fa, sempre sull’orlo di una crisi di nervi, l’agente immobiliare. Che ha una laurea in psicologia e anche un passato complicato. Il secondo protagonista, che viene trovato morto dalla governante all’inizio del romanzo, è il di lei nonno, il notaio Giovanni De Lanza, con il quale lei ha avuto da sempre una relazione notevolmente complicata. Ma c’è poi un terzo e fondamentale protagonista: il gatto Rogitum. Forse solo ad un notaio, poteva venire in mente di chiamare così il proprio gatto, no? Il rogito, infatti, è l’atto notarile che regola la compravendita di immobili. Si tratta di un gatto davvero particolare, dotato di una personalità molto spiccata, che farà cambiare profondamente Clara, che naturalmente lo erediterà, suo malgrado, alla morte del nonno. Un gatto dal nome singolare e dal carattere insolito, che sarà una sorta di genius loci nella vita di Clara. Poi nella vicenda entra un altro personaggio, che sarà fondamentale pure lui: Massimo Casati, un affascinante cliente dell’agenzia immobiliare – dal quale Clara è decisamente molto attratta – che però è in parte avvolto nel mistero. Un mistero che è legato alla Casa col pioppo, che a sua volta è un po’ un fondamentale desiderata di Clara. Lei vorrebbe davvero sistemare la sua vita, ma per farlo è necessario superare quelli che sono i problemi esistenziali, legati al suo passato non facile, anzi. Ma queste ombre del passato sono folte e non facili da superare anche per Massimo. Tuttavia, è un passato che entrambi hanno necessità di sublimare, per poter ricominciare davvero.
Elisabetta (a destra di chi guarda) con la scrittrice Deborah Fasola
Questo per quanto riguarda la vicenda, della quale come avete visto non intenderei svelare troppo, per lasciare al lettore il piacere della scoperta dell’evolversi di una trama assai coinvolgente. Però vorrei ora parlarvi del romanzo da un punto di vista dello stile, della sapienza della scrittura e della capacità di attirare il lettore nella vicenda. Prima di tutto la forza e la bellezza dei personaggi. Che, a cominciare da Clara, sono di una vividezza e di una credibilità che non si dimentica. Con una cangiante quantità di diverse situazioni pratiche – come quando va a far visitare le case che deve vendere, visto che è un’agente immobiliare, a clienti spesso tutt’altro che cordiali – ed emotive, come quando vive le sue reminiscenze dolorose, oppure quanto vive i suoi dubbi nei confronti di un uomo – Massimo – che la lascia perplessa assai, ma che anche l’affascina moltissimo. Poi una cosa che mi è piaciuta moltissimo è questa personalità musicale, tanto di lei quanto di sua mamma, che troverà esaltazione quando l’amore per la musica troverà il suo potere salvifico e consolante. Bellissimo. Ma la sapienza scritturale di Elisabetta non si ferma alla sola Clara. Ogni personaggio è tratteggiato con grande intensità e con acuta proprietà. Dall’asciutto atteggiamento della governante del Notaio, che si rivolge sempre a Clara con un certo scetticismo non privo di ironia, alla debordante figura del Notaio stesso, che da defunto è comunque prepotentemente presente nel mondo di Clara. Poi la figura di Massimo, intrisa di un arcano e terribile tormento, che occorre si sublimi in un percorso di salvazione davvero profondo, quasi da Cavaliere antico. E, infine, last but not least, quella invenzione letteraria indimenticabile che è il gatto, Rogitum. Che ha le caratteristiche di una figura fiabesca, una sorta di guida spirituale che dovrà portare fuori Clara dal deserto che sta attraversando. E allora, forse, scoprire che la vera eredità del Notaio, per la nipote, è proprio quello spirito-guida, che porterà Clara a superare la linea d’ombra delle sue paure e del suo non facile passato, per entrare in un futuro da costruire, per sé e per chi le vuole bene. Un romanzo, in conclusione, di notevole impatto, che mantiene un mistero sotteso per buona parte del testo. Si tratta del mistero di esistenze complicate che si intrecciano e confrontano le proprie contraddizioni personali, in una sorta di ricerca dialettica di una sintesi che conduca ad un futuro condiviso. Da raggiungere con l’aiuto di uno spirito ironico, ma gentile, travestito da gatto.
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