Una meraviglia romanica sospesa fra due laghi: San Giovanni in Montorfano a Mergozzo
Ormai è passato un po’ di tempo, da quando ho in qualche modo – assai fortunoso – scoperto questo luogo pieno di incanto, sospeso sul Lago Maggiore, ma davvero in un fuoriluogo, silenzioso e appartato,e antica fonte di religiosità senza fronzoli. Era un giorno infrasettimanale: ero stato ospite presso una radio privata di Verbania, poi dovevo raggiungere, nella stessa veste di ospite, una TV locale di Verbania. Come ormai facciamo tutti senza neppure pensarci, ho messo il navigatore e via. Mi sono però stupito, perchè non mi faceva fare il lungolago, ma mi inerpicavo in zone collinari ben sopra il lago. Mah? Ad un certo punto arrivo in un piccolo centro abitato, e il navigatore mi dice che sarei arrivato…arrivato dove? Sapevo per certo che la sede della televisione dove stavo andando non era in quel posto. Insomma, c’è una signora anziana, davanti a d una casa, chiedo a lei, che mi conforta, dicendomi che devo seguire la strada principale e in un baleno arriverò dove devo andare. Bene. Nel frattempo ero sceso dalla mia auto, per meglio rivolgermi alla donna. Mi sono voltato per risalirvi…e ho visto, un poco più in la, la meraviglia che potete vedere nella foto in evidenza…allora capisco che forse è satat qualche benevola divinità a portarmi li, parcheggio, scendo dall’auto e mi lascio avvolgere dal silenzio arcano e dalla bellezza del luogo.
Questo gioiello viene detto San Giovanni in Montorfano. Il Comune è Mergozzo, e questo il nome che ho trovato nei cartelli esplicativi (onore al merito, ce ne sono diversi e molto chiari) di questa splendida chiesa romanica edificata tra l’XI e il XII secolo e dedicata a San Giovanni Battista. La chiesa, così come la possiamo ammirare oggi, si presenta con una pianta a croce latina, unico esempio nella zona, e con un tiburio ottagonale (il tiburio è una cupola a spicchi, su pianta poligonale, in questo caso a otto lati, racchiusa all’esterno da un involucro di ugual numero di lati e coperta da tetto piramidale a falde inclinate). Peraltro l’interno è assolutamente rigoroso e semplice, e mi piacque moltissimo. Lessi poi sui cartelli esplicativi come mai: si trattava del felicissimo risultato di un restauro filologico che ha inteso riportare la struttura alle sue caratteristiche originarie, eliminando gli interventi decorativi realizzati a partire dal XVII fino al XX secolo.
Ma l’origine del luogo di culto, e qui sta anche la sua fascinazione, è ben più antica dell’epoca in cui venne costruita la chiesa romanica. Come mi hanno insegnato i cartelli esplicativi intorno al complesso, esiste un atto novarese dell’885, che attesta che una chiesa esisteva già in epoca alto medievale. Infatti una campagna di scavi archeologici, iniziata nel 1970 e ultimata dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte nel 1984, ha confermato l’antichità del luogo di culto, rivelando un complesso paleocristiano risalente a fine V – inizi VI secolo, che venne poi sostituita da una basilica con tre absidi, di epoca carolingia. Il complesso, composto quindi da un’aula basilicale ed un battistero, fu in uso sino alla fine dell’VIII secolo, quando, mentre il battistero venne mantenuto, l’aula, demolita, fu sostituita dalla più ampia basilica triabsidata. Tutto ciò è emerso grazie agli scavi archeologici: e io ho potuto così osservare sia la vasca battesimale ottagonale del battistero, mantenuta a vista all’interno della chiesa romanica e gli affascinanti muri di fondazione della basilica carolingia, di cui si possono vedere i resti presso il lato meridionale della chiesa. Sono invece custoditi sotto la pedana in legno dell’altare i resti delle mura dell’abside dell’edificio battesimale con frammenti di rari e pregevoli affreschi a motivi geometrici risalenti al VI secolo. L’antica dedicazione al Battista, collegata all’esistenza in loco di un battistero, si presume attesti l’importanza civile e religiosa del complesso, che è stata la probabile sede della primitiva pieve matrice di Mergozzo. San Giovanni dunque, con il suo battistero, il più antico sino ad ora individuato nell’Ossola, pare essere stato il punto di riferimento fondamentale per la cristianizzazione di tutta l’Ossola inferiore, e dei vicini territori verbanesi.
Ora, capite quale fascino arcano, mistico e profondo, mi ha accompagnato nella mia – pur breve – visita in quel luogo sospeso fra due laghi? Un luogo che ti trasporta, senza abbagli, in una remota antichità, da vivere in silenzio e con l’immenso rispetto che noi dovremmo sempre vere per il nostro passato, quel passato che spesso ormai non comprendiamo più, ma che è linfa vitale per le nostre radici di contemporanei…ecco, forse dovremmo imparare anche ad essere contemporanei del passato. E allora, mentre fate una gita nei luoghi incantevoli di Lago, tra panorami mozzafiato e Ville piene di fiori, prendetevi un momento di tranquilla, raggiungete (è davvero a pochi minuti dall’autostrada) quel luogo di antica bellezza e di meditazione, che è San Giovanni in Montorfano. Credetemi, lì potrete gustare appieno il silenzio e il fascino arcano di un gioiello romanico, meraviglia sospesa tra lago e montagna, che non vi lascerà indifferenti.