La roccia dell’eremita che divenne un Tempio: il Santuario di Sant’Euseo a Serravalle Sesia
Direi che è quasi pleonastico dirlo, ma a volte conviene ricordarlo: l’Italia è semplicemente tempestata di meraviglie! Era una bella giornata d’autunno, di quelle con quel sole delicato e un cielo luminosissimo…che poi un Valle Sesia è normale, che loro la nebbia e l’umidità che da noi impera quasi sempre, non l’hanno mai vista. Mentre transitavo sulla strada provinciale lì accanto, nel territorio del Comune di Serravalle Sesia, ho visto – dalla strada – un incredibile santuario, sospeso su una roccia. Come una sorta di sogno…avete presente il quadro surrealista di Magritte Il Castello dei Pirenei? No? Allora andate un attimo al link https://cabiriams.com/2019/11/28/sospeso-su-unincredibile-realta/ e vi renderete conto di quello che voglio dire. Tra l’altro, io non avevo però con me la mia macchina fotografica, per cui le foto, scattate con il cellulare, che vedete sotto, rendono a malapena giustizia della bellezza del luogo: avvolto in un freddo silenzio, le foglie morte, la lieve nebbia al suolo e uno splendido sole che tutto faceva emergere con la sua prepotente fascinazione! Per ovviare a questo ho utilizzato, oltre alle mie, che ho inserito nell’articolo, una foto, quella in evidenza, dal sito invalsesia.it, che, dato che è stata evidentemente scattata utilizzando un drone, rende molto bene, con la vista dall’alto, la singolare bellezza del luogo. In ogni modo, quel giorno dissi al mio collega di voltare l’auto, e di portarmi subito accanto a quella meraviglia…cosa che immediatamente ebbe corso, e dove, ai piedi della scalinata che vedete sotto in foto, trovammo un cartello esplicativo che precisava trattarsi del Santuario di Sant’Euseo.
Il Santuario di Sant’Euseo…un santo mai sentito…Sant’Euseo, chi era costui? Come spesso succede, la Storia concreta è molto poca, e si confonde con la leggenda…infatti di Sant’Euseo possiamo affermare che nacque intorno all’XI° secolo…grazie ad un’iscrizione posta all’interno del santuario, ma datata al 1782. Insomma, pare si trattasse di un calzolaio-eremita, che viveva in una grotta, la stessa dove poi è stata edificata una cappella con i suoi resti mortali. Poi, nel tempo, piano piano, il tempio che ora possiamo ammirare, che è stato in qualche modo edificato attraverso i secoli. Sembra però che la maggior parte dei miracoli per cui Eusebio era venerato avvennero dopo la sua morte. Nessun fatto particolare caratterizzò la sua vita, ma al momento della sua morte avvenne il primo miracolo. L’ultimo giorno di Carnevale, delle maschere che tornavano dai festeggiamenti, videro dalla rupe dove risiedeva il santo, tre candidissimi gigli fioriti e, saliti fino alla casupola lo trovarono morto davanti al crocifisso. Avvisato il parroco, il corpo di Euseo fu portato nella chiesa di San Martino (l’antica parrocchiale) per trovarvi sepoltura, ma l’indomani miracolosamente sparì, e venne ritrovato sulla rupe dove era sempre vissuto. Così accadde ancora due volte finché si decise di tumulare il corpo sulla rupe ove, in seguito, fu edificato un piccolo tempio. Ovviamente non si conoscono bene i confini tra verità e leggenda, ma pare che molti accorsero da tutte le parti per rendere omaggio a questo santo popolare: un santo nominato tale dalla gente e dall’amore popolare molto prima del suo riconoscimento da parte delle gerarchie ecclesiastiche (fu ufficialmente santificato nel 1625 da Urbano VIII).
Di fatto questo tempio fu edificato in un arco di tempo davvero lunghissimo, iniziando dalla primitiva struttura che raccolse il corpo di Euseo dal XI al XVII secolo. Poi una seconda struttura, nella quale nel ‘400 si aggiunsero gli affreschi ancora visibili. Poi nel 1619 venne demolito il tempietto e costruito il santuario nella forma attuale. La facciata maestosa che vedete nella foto sopra è del 1778: costruzione davvero notevole, con sei colonne di finto marmo verde. Ma le modifiche vanno avanti ancora, fino al 1931, quando si trasforma la vecchia rampa di accesso al santuario in una grandiosa scalinata di granito bianco delle cave di Alzo.
La particolarità del luogo, che lo rende davvero estremamente affascinante, è che la chiesa è stata costruita sulla roccia viva, che emerge dal suolo per una ventina di metri: ma è opinione comune di molti archeologi che sulla roccia, ove ora sorge il Santuario, sia esistita, nei tempi romani, e prima ancora, un altare dedicato a divinità agresti, a cui in seguito si sovrappose prima la croce e poi il primo tempietto. Però, davvero, la magia del luogo è fortissima. A girarci lentamente intorno si godono pace e silenzio, e si percepisce fortissima una spiritualità popolare che rasserena. E allora, lasciatemi concludere un po’ come ho iniziato questo post: incredibile questa Italia dove la Storia la Leggenda si abbracciano e si concatenano senza soluzione di continuità e con infinita meraviglia!