Una storia del risorgimento irriverente e controcorrente: “Indietro Savoia” di Lorenzo Del Boca

Questo libro vi sorprenderà. Perché Indietro Savoia! (PIEMME, 2004), titolo che fa il verso al nome dalla celebre esortazione Avanti Savoia!, grido di guerra con il quale il Regio Esercito si lanciava all’assalto delle truppe avversarie, è davvero molto, molto particolare. Si tratta, infatti, della narrazione della Storia del Risorgimento (almeno di parte di quella Storia), raccontata in modo irriverente, controcorrente, ricco di rivelazioni scomode e perfino sconvolgenti, che non lasciano scampo ai membri della Casa Sabauda. A cominciare da Carlo Alberto, fiero reazionario che solo controvoglia giunse a concedere la Costituzione. Ma il suo è solo il primo nome di una lunga carrellata che, fra conflitti di interessi e intrallazzi, tradimenti e meschinerie, nefandezze e autentiche atrocità, non risparmia nessuno. Lorenzo Del Boca, per chi non lo conoscesse, è nato a Romagnano Sesia nel 1951, è giornalista e saggista, già presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti e vicepresidente della Fondazione del Salone del Libro di Torino. Laureato in Filosofia e Scienze politiche, ha incentrato la sua occupazione di divulgatore storico e scrittore in particolare sul periodo risorgimentale.
L’assunto da cui parte Del Boca è che il divario tra il mito risorgimentale e la sua realtà storica oggettiva sia in realtà notevolmente ampio. Che occorra porsi interrogativi scomodi, reinterpretare avvenimenti, analizzare e meglio comprendere fatti solo apparentemente marginali.
Insomma, Del Boca esprime il sospetto che non tutto sia stato posto sotto una giusta luce, che molto sia stato taciuto, che la tradizione risorgimentale abbia cancellato molte cose. Del Boca, quindi, a proposito della storiografia e della mitologia correnti sul Risorgimento, ha scritto questo libro (e diversi altri) dove esprime con estrema chiarezza, in forma limpida e di grande leggibilità, questo sospetto.  Sta poi al lettore, che dovrebbe partire da una condizione obiettiva, senza prevenzioni, chiedersi se è giustificato il sospetto di Del Boca. Chiedersi se ci sono ancora punti oscuri, episodi sottovalutati nell’epopea risorgimentale che a distanza di tanti anni dovrebbe essere finalmente sottoposti a una libera e non impacciata disamina storica.
Del resto, credo sia evidente che, da che mondo è mondo, la storia è sempre stata scritta dai vincitori, quindi dalla classe dominante. A questa verità non poteva sfuggire certo l’Italia, e quel periodo storico, che pure io amo molto e di cui ne venero gli eroi, che è stato il Risorgimento. Infatti Lorenzo Del Boca non ce l’ha con chi il Risorgimento lo fece pagando con il proprio sangue, ma con quella classe ragnante che spesso non fu all’altezza della situazione…sino alla ignominiosa fuga di Vittorio Emanuele III, che lasciò l’Italia e il suo esercito nel più totale sbandamento. Ma anche prima mica si scherzava: Carlo Alberto, lo chiamavano re tentenna, per la sua irresolutezza, ma che fra le sue caratteristiche ci fosse anche la vigliaccheria e la cattiveria ci è sempre stato taciuto, nei libri di Storia. E la presunta ferocia austriaca durante le cinque giornate di Milano? Radetzky, che peraltro era sposato a un’italiana, avrebbe potuto tranquillamente bombardare la città e invece non lo fece, perché quella era la sua città. Peraltro la perla finale di Carlo Alberto è stata la sua fulminea abdicazione dopo la sconfitta a Novara da parte delle truppe austriache,  lasciando al figlio, Vittorio Emanuele II, giovane, impreparato e solo, il disonore di andare a porgere la resa, appunto a  Radetzky, che lo fece attendere ore, a cavalcioni del cavallo, mentre pranzava e conversava con i suoi commensali. Ma poi, a ben frugare nei panni sporchi della Storia, si scopre che Vittorio Emanuele II,  era un donnaiolo impenitente di bocca buona, per nulla coraggioso, al punto da nascondersi durante le battaglie della II Guerra d’Indipendenza. E inoltre fece bombardare Genova nel 1849, soffocando nel sangue una pacifica manifestazione di protesta dei cittadini di quella città.
La battaglia di Novara
Le cose più incredibili, poi, si leggono relativamente alla leggendaria impresa dei mille, con un Garibaldi ben diverso da quello della storiografia ufficiale. Un esempio? L’epica battaglia di Calatafimi. Lo confesso, e magari è capitato anche a voi, di porvi delle domande, su come poté essere che le camicie rosse, sparute di numero e male armate, mettessero in fuga un imponente esercito borbonico. Ed ecco spiegati da Del Boca i motivi della grande vittoria: corruzione fra gli alti dignitari e ufficiali del Regno delle due Sicilie, abilmente messa in atto da quell’incredibile tessitore di eventi che era Cavour, attingendo alle risorse della Lombardia da poco conquistata. Cavour che, vero padre della Patria, parlava però correntemente solo il dialetto piemontese e il Francese. e molto male l’Italiano! Un libro scandaloso assai quindi, che però è scritto in uno stile estremamente ironico e nello stesso tempo coinvolgente. Vi invito, quindi, alla lettura di questo libro appassionato ed intrigante, decidendo se sia anche storicamente molto rigoroso. Quando l’ho letto io sono giunto alla conclusione, a lettura ultimata, che: sì, il sospetto di Del Boca è probabilmente più che giustificato. Certo, Del Boca è quello che il grande Indro Montanelli avrebbe definito La stecca nel coro. Del resto, lui, Montanelli, scrisse, all’inizio del suo libro sull’avvento del fascismo in Italia: So già che questo mio libro scontenterà tutti, sia fascisti che antifascisti. Il coraggio di opinioni controcorrente, no? E allora termino con una citazione dello stesso Del Boca, dedicata alla libertà di Stampa: È vero che cattive leggi e pessimi insegnanti sono spesso ostacoli alla libertà. Anche di stampa. Dobbiamo avere ben chiaro che occorrono due condizioni fondamentali: la libertà di sapere, perché l’ignoranza è un ostacolo insormontabile alla libertà, e la libertà dal bisogno. Perché quale indipendenza di giudizio può avere un giornalista che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena?

 

Continua a leggere l'articolo dopo il banner