Quartetto per sole donne in tempo di pandemia: “Ritrovarsi” di Rosanna Dell’Olio
Parlavo appena pochi giorni fa, in un altro articolo, dedicato al libro La casa col pioppo, di Elisabetta Raviola di come le connessioni fra persone che hanno interessi convergenti, siano a volte del tutto fortunose, casuali, ma poi, nello stesso tempo, feconde di stimoli e di condivisone della bellezza. La conoscenza di Rosanna Dell’Olio è qualcosa che è davvero particolare, lasciate che ve la racconti. Ho conosciuto, via Facebook, Mietta Mizzi, delicata poetessa dell’Oltrepò Pavese; non solo: sono stato poi alla presentazione di una sua raccolta poetica dal bel titolo Irrequiete meditazioni nella sua zona. Lei mi ha invitato ad iscrivermi ad una sito Web dove si possono pubblicare i propri libri, tra l’altro con copertine eleganti e una bella grafica. Per curiosità mi sono iscritto…e lì ho ritrovato, del tutto inaspettatamente, una vecchia amica, Anna (che usava uno pseudonimo assai intrigante, che non svelo, per ovvi motivi), che ha pubblicato un libricino di belle poesie, Le rive di Persefone, che ho letto e recensito su queste pagine. E un giorno, al telefono, Anna mi disse che avrei dovuto leggere il libro di una sua conoscente, Rosanna Dell’Olio, appunto, che a lei era piaciuto molto e che secondo lei sarebbe piaciuto molto pure a me. Io, come al solito, ero scettico…dai: il libro di una tua amica…mi sono azzardato a dire…e lei: primo, non è mia amica, la conosco appena, secondo, se ti dico che è un bel romanzo, tu credimi…beh, come forse avete capito, resistere ai consigli di Anna non è facile, così, un giorno che ero in Prefettura a Torino per lavoro, ho telefonato a Rosanna dell’Olio e ci siamo dati appuntamento per la pausa pranzo, e lei, ovviamente, mi ha portato il suo Ritrovarsi.
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Beh, alla fine si è pranzato insieme da Abrate, in Via Po, locale bellissimo, tutto in legno scuro, con panche stile osteria, e un cibo semplice ma ben cucinato, che ha la caratteristica di poter scegliere fra molti piatti (secondi o antipasti, che ovviamente i primi li preparano al momento), e quindi quelli scelti te li portano dopo un po’, appena ti trovano un tavolo libero, in un’atmosfera di grande semplicità, nella quale non è difficile sentirsi a proprio agio. Rosanna, poi, che è una Psicologa di studio e di lavoro, è una persona dal sorriso spontaneo, e ha il dono di una conversazione acuta e intrigante, che mette in luce le sue notevoli capacità narrative. Da questo incontro, è scaturita una di quelle conversazioni conviviali, che mi piacciono un sacco, che sono quasi un’intervista, ma non proprio, quasi una chiacchierata, ma non così semplice come una normale chiacchierata. Una conversazione letteraria forse sarebbe il termine giusto. Una piccola curiosità che è però intrigante assai: questo non è il primo romanzo di Rosanna. Ne ha scritti un altro paio, ma trattasi di romanzi erotici, e non li ha mai voluti pubblicare. Il tutto detto con molta e sana ironia. Insomma, come avrete capito, una persona piacevole e molto poco seriosa, anzi.
Abrate, in Via Po
E poi c’è questo intrigante romanzo, che non è di genere: non è un Giallo, né un Horror o un Noir, ma un romanzo singolare, originale e molto coinvolgente. L’idea, notevole, di Rosanna. è stata questa: dopo un incontro, dopo tanto tempo, in occasione di una cena per i 50 anni del gruppo…la Classica rimpatriata, la chiama una delle quattro protagoniste, Cinzia, che ammette candidamente di non amare questi incontri, perchè (…) soprattutto, temeva di rivedere rispecchiato negli altri tutto ciò che si rifiutava di vedere in sé stessa…ovvero il tempo che è inevitabilmente trascorso. Lasciando i segni e i lividi sull’anima. In realtà la cena arriverà però solo al quarto capitolo. Sarà preceduta dalla presentazione di questo quartetto di donne, ognuna di loro un capitolo, e sempre così, a ripetersi nell’ordine di inizio, sino alla fine del romanzo. Che è quindi, evidentemente, un romanzo corale…anzi, quartettistico, come un quartetto per diversi istromenti (come dicevano nel 600), dove per ogni capitolo uno strumento è preponderante, ma gli altri non è che non ci siano: ci sono, eccome, perchè di volta in volta guardano e ascoltano. Perché questa cena è stata fatta nel 2019, proprio prima della pandemia. e loro adesso, in piena pandemia, sono tutte insieme, si, ma in videoriunione, di settimana in settimana, raccontando ogni volta un pezzo della propria vita. Tutto questo si ripete per quattro volte, così com’è il numero delle protagoniste, con una serie di vere e proprie confidenze, che divengono anche confessioni, perchè la distanza del mezzo (lo schermo del pc), la distanza fra tutti che si viveva in tempo di Covid, letteralmente le spingono ad aprirsi, come forse, anzi certamente, non avevano mai fatto prima, e probabilmente non avrebbero fatto in tempi normali. Ed è proprio questa strana normalità, che ribaltando la corrente narrativa sull’isolamento da COVID, rende il libro particolarmente intrigante.
Rosanna Dell’Olio
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E le protagoniste? Ve le presento brevemente. Cinzia (la prima che conosciamo) è una psicologa, divorziata, che vive la sua vita cercando qualcosa di meglio e qualcosa di più, oltre il lento scorrere dei giorni. La seconda è Annalaura, un’insegnante di Italiano, innamorata del proprio lavoro, passionale di natura e di azione. Poi abbiamo Mara, che lavora al Pronto Soccorso, con una dedizione straordinaria e tutte le incertezze di quel terribile momento della nostra recente storia. Infine c’è Rossella, palestrata, erotica, che ha un incarico importante in una agenzia pubblicitaria, che vuole assaporare ogni cosa della vita. E c’è la sapienza di Rosanna Dell’Olio ha dato un timbro diverso, molto ben riconoscibile, a ciascuna di loro, con moltissima attenzione. Così, ognuna ha il suo stile, quando parla, che Rosanna ha saputo ottimamente differenziare: solo ad una lettura molto distratta la quattro voci si possono confondere nella nostra mente. Tenete presente, si tratta di quattro diversi strumenti, ciascuna con il suo particolare timbro, ovvero il suo modo di esprimersi letterario. Un libro, in conclusione, che, se si legge tenendo presente quanto vi ho descritto sopra, dimostra con evidenza qualità narrative ed introspettive veramente notevoli, che certamente vi intrigheranno così come è accaduto a me. E il finale? Naturalmente non ve lo rivelo, per lasciarvi il piacere della scoperta, ma vi dico che Rosanna ha chiuso il libro in maniera magistrale e anche sorprendente: un finale che non si dimentica. Termino dicendovi che Rosanna ha praticamente terminato un altro romanzo, che è ora nella fase di editing, probabilmente verrà pubblicato quest’estate. Titolo provvisorio: Noi due. E io non vedo l’ora di leggerlo.