Come la tecnologia ci sta trasformando in polli da allevamento: a Cella Monte la conferenza di Enrico Pedemonte

Beh, anche se è inverno e fa freddo, un incontro come quello di ieri sera non potevo proprio perderlo. Certo, Cella Monte è di suo un luogo stupendo, che vale sempre la pena di visitare, anche se in pieno giorno sarebbe decisamente meglio…è un luogo incantevole, bellissimo e magnificamente curato. Ieri facevo caso di come le strade e le piazzette fossero pulitissime e su tutto regnasse un senso  di attenzione e di amore per il proprio paese. Attenzione e amore che sono molto in evidenza anche quando si tratta di organizzare presentazioni librarie o conferenze. La conferenza / presentazione di ieri era la seconda di un  ciclo di incontri dal titolo Sul filo della Storia – Incontri in bilico tra attualità e geopolitica, organizzato dal Comune di Cella Monte e dalla Biblioteca Civica, con il supporto dall’ Ecomuseo della Pietra da Cantoni, dell’Associazione culturale PerCorsi e della Libreria Coppo di Casale Monferrato. La serata di ieri, poi, con protagonista il grande giornalista Enrico Pedemonte, che ha tenuto una raffinata e coinvolgente  conferenza dal titolo L’età della sfiducia: tra piattaforme digitali e intelligenza artificiale, è stata davvero notevole. Il tutto con la sapiente conduzione e le acute domande di Maria Elisabetta Lanzone, docente di scuola secondaria e membro dell’Associazione culturale PerCorsi, dalla formazione filosofica, la quale si è fatta sentire, eccome.

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Premesso che Enrico Pedemonte è laureato in Fisica, e come giornalista, è stato inviato del “Secolo XIX”, corrispondente da New York dell’Espresso, caporedattore a  Repubblica, direttore di Pagina99  e scrittore. Si è però sempre occupato di scienza e tecnologia, politica internazionale ed economia. Ha pubblicato parecchi saggi, e anche due romanzi. Ed  è anche un affascinante affabulatore, con un modo estremamente pacato e sorridente di porgere idee an anche molto complesse e a volte molto scomode, perchè se le domande sono tante, le risposte sono molte di meno. Tuttavia è molto piacevole ascoltarlo, e infatti quando ha terminato, avrei voluto fargli mille domande (e qualcuna gliela ho anche fatta, mentre firmava gentilmente la copia del libro che ho acquistato). Ieri la sua conferenza si è innervata, sapientemente, su due dei sui libri pubblicati dalla prestigiosa casa editrice Treccani (si quella della grande Enciclopedia). Il primo, quello che ho acquistato, si intitola Paura della scienza (sottotitolo: L’età della sfiducia dal creazionismo all’intelligenza artificiale). Enrico Pedemonte è  infatti risalito alle origini della sfiducia nella scienza dilagante ai nostri giorni, partendo dalla domanda: Perché negli anni del Covid-19, nonostante la rapidità con cui sono stati messi a punto i nuovi vaccini, molte persone nutrono diffidenza o ostilità nei loro confronti? Nella prima parte del libro, ha indagato intorno alle ragioni che hanno spinto gli evangelici americani a costruire una scienza alternativa al darwinismo: ci ha narrato della sua visita, negli USA, al Museo del Creazionismo. Ma cosa c’è dietro queste riviviscenze religiose? L’industria più controversa nei confronti dell’opinione pubblica (dal tabacco alle armi al petrolio) ha fatto colossali investimenti per contestare il consenso scientifico. Ma anche gli ambientalisti hanno screditato le biotecnologie, come la genetica che potrebbe, tramite gli OGM, eliminare la fame nel mondo. Ma questo libro, davvero intrigante, dimostra anche come La ricerca abbia cambiato pelle diventando un mondo sempre più privatizzato, dove si moltiplicano le truffe. Allora, forse, la drammatica tesi di fondo, è che la sfiducia nella scienza sia solo una delle forme con cui i cittadini si oppongono al Potere.

Nella seconda parte del libro emerge Il ruolo centrale che l’intelligenza artificiale sta assumendo nella rivoluzione tecnologica in corso. Molto probabilmente questa nuova forma di comunicazione riuscirà a cambiare il mondo con una rapidità mai vista prima, a diventare l’unica scienza. Anche se per ora l’IA è stata definita da Enrico Pedemonte come un Pappagallo stocastico: la stocastica è la scienza che studia le predizioni probabilistiche, e il linguaggio dell’IA si basa, appunto, sulla predizione del testo. Spesso ci azzecca, ma a volte no. Ma dobbiamo pensare che è una tecnologia allo stadio solo iniziale. Però C’è un’altra faccia della medaglia: questa tecnologia è controllata da un numero sempre più ristretto di società private, in prima fila le piattaforme tecnologiche, che detengono il monopolio delle sue applicazioni. Inquietante, no? Il secondo libro su cui si è basata questa interessantissima conferenza è un po’ il complemento del precedente: La fattoria degli umani (Come le piattaforme digitali stanno riprogettando la nostra vita).

Qui l’autore si chiede, con una certa angoscia: Perché, dopo il 2005, il numero di democrazie nel mondo si assottiglia, cresce la sfiducia nei governi, mentre crollano le vendite dei giornali e aumentano i disturbi mentali tra gli adolescenti? E perché si moltiplicano le proteste e i conflitti in tutto il pianeta? Che ruolo ha avuto Internet – la cui diffusione in quegli anni esplode ovunque grazie ai social e agli smartphone – in questa ondata di instabilità? Intrecciando cronaca e ricerche?  Ed è davvero inquietante pensare che  le piattaforme digitali – gestite da un pugno di aziende diventate più potenti degli Stati grazie a un mondo privo di regole – hanno letteralmente invaso la nostra vita, hanno piano piano modificato le nostre abitudini, il nostro modo di informarci, di comunicare, di passare il tempo, in una parola, di pensare la vita. Il percorso tracciato è quello di una vera rivoluzione in corso. Ma una cosa che mi ha colpito moltissimo dalla bella disquisizione di Enrico Pedemonte, è stata la citazione di un visionario americano, che lui a suo tempo ha intervistato e che gli era parso assai poco centrato nella realtà, Raymond Kurzweil, di cui ho letto un paio di libri anche io: La singolarità è vicina,  pubblicato nel 2005, e, più recente: La singolarità è ancora più vicina, che è del 2024. in cui viene esposta la tesi secondo cui la singolarità tecnologica si verificherà nell’arco della prima metà di questo secolo. In altre parole, il livello di coscienza e di intelligenza delle macchine ad IA, sarà talmente evoluto e talmente superiore all’uomo, che noi tutti ci fonderemo con queste macchine, in una sorta di eternità conquistata a costo di eliminare da noi ogni forma di fisicità umana, e da lì in poi andremo alla conquista delle stelle! Tra Fantasy e Fantascienza, no?  Ma il bello, dice Pedemonte, Che ora i grandi padroni di Google – e non solo – la pensano esattamente come Kurzweil !

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Al termine della conferenza (ero assolutamente incantato, credetemi, dalla sua affabulazione), Pedemonte ha chiuso con una luce di speranza… forse un viatico per un mondo migliore, per evitare di essere letteralmente stritolati e manipolati dai giganti dell’informazione digitale: Bisognerebbe riprendere a fare politica e vita sociale, uscire dall’isolamento, dove ci conduce lo strapotere di 5 enormi aziende, che sono al di fuori di ogni controllo. Credo che dai momenti più duri della Storia si possa uscire come persone migliori!