Discovery Torino – 4 – Casa Fenoglio – La Fleur e il Liberty Torinese

Tra fine Ottocento e i primi anni del nuovo secolo spirò su tutta l’Europa una sorta di vento – architettonico – estroso e lieve. Altrove ebbe nomi sva­riati: Art Nouveau, Sezessionstil, Jugendstil, Floreale, Modern Style. Lo utilizzarono per vasellame e cattedrali, tanto era eclettico e leggero, quel vento. Però, questo vento bizzarro, che certamente è giunto da Francia e Austria, e che, comunque, giocava nel contempo su altri fronti della nostra penisola, qui a Torino, saggiato il posto, dovette sentirsi particolarmente a proprio agio: sicché planò sulla città, pieno di desiderio di realizzarsi. Tra i corsi parigini di Torino, ma a volte anche insinuandosi nelle più anguste traverse, ovunque dis­seminando i suoi stimoli – spesso bizzarri – tra varchi e snodi della topogra­fia urbana. E tutto quel che sfiorava pareva accendersi di un ardo­re metamorfico, floreale, alleggerito. Ed ecco allora che le linee architettoniche sabaude, che già erano state rese mosse e leggere dal Guarini del Duomo oppure di Palazzo Carignano (di cui vi ho recentemente narrato), portavano ora la linea retta a ingarbugliarsi fino a sorti­re viluppi inestricabili, come i tralci delle viti di Langa o Monferrato. Le pietre stesse degli edifici parevano rifiorire di inaspettati trionfi vegetali. Ma lo stesso toccava a cancelli, portoni, fine­stre, maniglie. Tutto pareva dimenticare l’originaria funzione, per ammantarsi di forme appartenenti di solito ai più mirabolanti bestiari ed erbari. Una frenesia straordinaria, sempre in bilico tra vertigine e sogno. Da noi, in omaggio a Sir Arthur Lasenby Liberty di Londra, pioniere e fervido promotore del nuovo gusto, fu subito e inequivocabilmente Liberty. Che poi è niente male, come nome, no? I percorsi da fare tra le vie, le piazze e la Collina, alla ricerca delle bellezze Liberty di Torino, sono tantissime..iniziamo oggi questo percorso e altri ne faremo. E oggi iniziamo da un vero gioiello: la casa  Fenoglio-Lafleur, in Via Principi d’Acaja 11. Si tratta del capolavoro del grande architetto, dal cognome inequivocabilmente piemontese, Pietro Fenoglio, che nel 1902 ne firmò il progetto.

Continua a leggere l'articolo dopo il banner

Questa splendida dimora è meglio nota come Casa La Fleure mai denominazione, per quanto casuale, è apparsa più calzante e felice, perchè l’intero suo disegno sembra proporsi quale esauriente repertorio di motivi della nuova magia di quell’inizio secolo: dalle mosse e articolatissime strutture, fino agli intonaci, dai ferri battu­ti alle vetrate dell’agile bow window proteso sul viale…un tripudio di movimento e di bellezza, una luogo da visitare girandovi lentamente intorno, per gustare tutta la scultura architettonica profusa a piene mani. Tuttavia, in realtà, stavolta il nome non è che casuale, perchè a volte tutto diventa un poco burla: perché è vero che la casa venne progettata (abbiam detto nel 1902) dall’ingegner Pietro Fenoglio, per farne la sua abitazione privata, ma contemporaneamente il suo studio con annessa biblioteca, Ma pi accadde che, in realtà Fenoglio e la sua famiglia non abitarono a lungo nell’edificio, che venne venduto all’imprenditore francese Lafleur, che lo abitò fino alla sua morte. Quindi un nome così perfetto venne, del tutto casualmente, da…un cognome francese! Ma l’edificio è stato progettato dal grande ingegnere con una tale attenzione ai pur minimi dettagli, che, secondo la storica dell’arte Rossana Bossaglia, la casa Fenoglio-Lafleur resta con buona probabilità, il più fulgido e puro esempio di architettura liberty in Italia.

La casa, che ha la facciata principale diretta verso il grande Corso Francia, anche se il (bellissimo) portoncino di ingresso è invece in Via Principi d’Acaja 11, è divisa in ben 4 piani, e di fatto è un unicum nell’architettura Liberty. Ben sapendo quanto la cultura e il mondo francese abbiano da sempre influenzato pesantemente il gusto e la cultura torinese (e non solo: mia mamma, ovigliese doc, diceva che noi e i francesi siamo stessa lingua, stessa razza), non ci stupiremo ad osservare che la struttura dimostra di possedere molti elementi dello stile Art Nouveau francese. Di fatto ogni minimo dettaglio dell’edificio volle essere un’esaltazione dell’Art Nouveau – o Liberty: i fregi floreali su tutta la facciata, i balconi con lavorazioni in ferro battuto e la splendida vetrata policroma, sono solo alcuni esempi di questa estrema attenzione al dettaglio. Il tutto fortissimamente voluto dall0 stesso Fenoglio. Infatti, la costruzione consentì a Fenoglio di liberare liberamente il suo immenso estro creativo, probabilmente con l’intenzione di realizzare innanzitutto un manifesto estetico. Qualcuno dice, per dare alla sua meraviglia una non sorprendente notorietà internazionale. Aveva ragione, Fenoglio, infatti: questa magnifica dimora è diventata molto conosciuta e amata a livello mondiale. Oggi questo palazzo, dopo aver purtroppo subito un periodo di abbandono, è stato fatto oggetto di un attento restauro da parte di privati, ed è sede di studi professionali e residenze private. Quindi, purtroppo, si può vedere solo dall’esterno. Ma credetemi che ne vale assolutamente il viaggio e la pena, perchè questo gioiello architettonico, con i suoi fregi floreali sulla facciata, i balconi con lavorazioni in ferro battuto e la splendida vetrata policroma è uno degli edifici più belli della pur bellissima Torino.