Alessandria: la città invisibile del Sindaco Abonante

L’intervista al sindaco di Alessandria Giorgio Abonante, modello propaganda ex Unione Sovietica ante caduta del muro, apparsa su La Stampa di ieri dipinge il ritratto di una città la cui esistenza sembra essere reale solo nella mente del primo cittadino.
Tutto bello, ordinato ed efficiente: una città da sogno.
Viene alla mente il meraviglioso libro di Italo Calvino dal titolo “Le città invisibili”, in cui sogno, fantasia e capacità dell’immaginario figurano panorami inesistenti in cui nascondersi o illudersi di esistere.
E allora, alle oltre 50 irreali città immaginata da Calvino, tutte con nomi di donna, possiamo aggiungere l’Alessandria del Sindaco Abonante, dove la felicità ed il radioso futuro regnano sovrani.
Citiamo qualche passo.
Il “quadrilatero” del centro storico “riqualificato (ma non sembra che i commercianti la pensino così), la ZTL “aperta alla socialità” (ma cosa vuol dire?), la volontà di “restituire spazi urbani alla cittadinanza” (????), ma per questo “il lavoro è lungo”.
Per fortuna c’è uno degli “indicatori più significativi”, ossia l’aumento demografico (peccato che sia dovuto soprattutto ad una incontrollata immigrazione), mentre per il Ponte Bormida “non si esclude il ricorso” a risorse private (quando, come, dove?) per chiudere con il Teatro Comunale per il quale “ci stiamo concentrando sul futuro gestore privato” quindi il teatro riaprirà tra “tre, quattro anni”.
Promesse, parole, visioni di una città, appunto, invisibile che non ha niente a che fare con quella in cui viviamo qui e ora.
Evidentemente, nell’Alessandria dipinta dal sindaco Abonante manca qualche piccolo particolare, reale, non invisibile: le tasse sempre più care (da ultimo i ripetuti aumenti della TARI), l’immondizia che trabocca dai bidoni, le strade piene di buche, i marciapiedi con voragini insuperabili dalle carrozzine, il mancato collaudo del ponte Meier, i cimiteri che, letteralmente, vanno a pezzi, i sobborghi ignorati, il centro desertificato coi negozi che continuano a chiudere (altro che quadrilatero!), il senso di insicurezza nelle buie notti cittadine, i permessi di parcheggio aboliti dopa anni di inutili proroghe, i giardini occupati, dopo il tramonto, da ladri e spacciatori… e sono solo alcuni dei problemi di una città in stato di abbandono.
#davverovostra (o di Italo Calvino?)
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