UPO celebra il 15 marzo la “Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla” dedicata ai disturbi del comportamento alimentare

Alessandria – Il 15 marzo, in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, l’Università del Piemonte Orientale rinnova il suo impegno nella sensibilizzazione e nella lotta contro lo stigma che circonda la salute mentale. L’evento si svolgerà il 14 marzo 2025, dalle 9 alle 13, presso l’aula magna della Scuola di Medicina a Palazzo Bellini, in Via Solaroli 17 a Novara, e sarà aperto a studenti, personale universitario e alla cittadinanza.
Organizzato dalla Cattedra di Psichiatria UPO, dalle professoresse Patrizia Zeppegno e Carla Gramaglia, l’incontro avrà un approccio multidisciplinare per affrontare la complessità dei disturbi alimentari. La giornata vedrà la partecipazione di esperti provenienti da diversi ambiti: il Prof. Davide Porporato, antropologo, interverrà su come il cibo possa diventare veicolo di disagio; la Dott.ssa Carolina Scaglia discuterà del rapporto tra salute e consumo; la Dott.ssa Alba Angelucci analizzerà il legame tra corpo, bisogni e società e il giornalista sportivo Alessandro Acton intervisterà la ex-pallavolista Rachele Sangiuliano, portando una testimonianza diretta dal mondo dello sport.
Un momento speciale sarà dedicato ai giovani, con lo spazio “Largo ai giovani!”, pensato per dare voce agli studenti UPO e favorire un confronto aperto sul modo in cui le nuove generazioni percepiscono corpo e alimentazione. La giornata si concluderà con l’intervento delle professoresse Zeppegno e Gramaglia dal titolo “L’insostenibile pesantezza dell’essere”, che offrirà una riflessione profonda sulla dimensione psichica e fisica di questi disturbi.
Con questa iniziativa, UPO non solo promuove una maggiore consapevolezza sui disturbi alimentari, ma invita a guardare oltre le apparenze, esplorando le radici profonde di un disagio che, come un iceberg, cela la parte più grande sotto la superficie. «Il focus della mattinata – spiega la professoressa Zeppegno – non sarà su “cosa” siano i disturbi alimentari; piuttosto si condivideranno riflessioni su come il significato che attribuiamo al corpo, al cibo, e a ciò che li riguarda può aiutarci a decodificare questa forma di espressione del disagio, o almeno qualcuna delle sue complesse sfaccettature.»
«Alcune patologie psichiatriche, e tra queste i disturbi alimentari – continua la Docente – sono state storicamente ricondotte a contesti famigliari disfunzionali, accentuando la solitudine dei pazienti e dei loro congiunti: come se la complessità della malattia mentale si potesse ridurre alla “colpa” di qualcuno. Molto è cambiato negli ultimi decenni, anche se forse non ancora abbastanza, non solo nei luoghi e nei mezzi delle cure, ma anche nell’atteggiamento nei confronti di chi soffre di una malattia mentale e dei famigliari, tutti coinvolti come risorse nel processo di “recovery”, auspicabilmente alleati e non avversari. Tornando all’importanza del parlare apertamente dei problemi di salute mentale e, in questo caso, dei disturbi dell’alimentazione, non si può fare a meno di una forte consapevolezza del modo in cui si sceglie di farlo. Quando si affrontano alcune questioni, infatti, il confine tra prevenzione e induzione può farsi sottile, e quindi cruciale è il “come” si parla delle cose. Quest’anno la cattedra di Psichiatria dell’Università del Piemonte Orientale ha scelto di farlo, seguendo una tradizione ormai consolidata, partendo da un punto di vista multidisciplinare.»
Per partecipare è necessario iscriversi inviando una mail a carla.gramaglia@med.uniupo.it. I posti disponibili sono 120 e verranno assegnati in base all’ordine di iscrizione.

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