“Alessandria e Piercarlo Fabbio”: un libro per riflettere tra rabbia e nostalgia

“Alessandria e Piercarlo Fabbio un legame indissolubile” è il titolo di un libro presentato nel pomeriggio di ieri, 15 marzo, al museo etnografico della Gambarina di Alessandria.
Insieme all’autore del volume, Angelo Bottiroli, vi era ovviamente il protagonista, il Sindaco emerito di Alessandria Piercarlo Fabbio, mentre a condurre l’evento è stato l’ottimo Efrem Bovo city manager di Villa Delavo di Marengo.
Il libro è bello, documentato e molto interessante.
Diverse sono le chiavi di lettura: nelle pagine di Bottiroli troviamo cinquant’anni di storia alessandrina, cinquant’anni di vita pubblica, privata e culturale di Piercarlo Fabbio, cinquant’anni di un legame indissolubile con Alessandria e financo, se vogliamo, una guida per conoscere meglio e apprezzare la nostra città.
Detto del valore giornalistico e documentale del libro, io voglio però proporre un’altra chiave di lettura: quella della delusione e della grande occasione persa da Alessandria con Piercarlo Fabbio.
L’avventura di questo nostro concittadino, Sindaco per una sola legislatura della “città della paglia”, è stata stroncata da una stagione politico-giudiziaria di cui il trascorrere degli anni si incaricherà di fare giustizia, quella giustizia che solo il tempo e il distacco degli storici potranno ripristinare.
Dalle pagine del libro di Bottiroli emerge non solo la figura di una personalità forte, conoscitrice di storia e abitudini alessandrine, ma anche e soprattutto portatrice di un progetto politico amministrativo che è naufragato nella cattiveria e nella sciatteria di una classe politica di sinistra che lo ha voluto affossare con metodi pretestuosi e politicamente scorretti.
La stagione seguita all’amministrazione di Piercarlo Fabbio è stata quella culminata nella irragionevole, sadomasochistica e colpevole dichiarazione di dissesto (in allora assessore al bilancio Giorgio Abonante) che ha condannato la nostra comunità al declino amministrativo, sociale economico morale e culturale la cui onda lunga ancora oggi ci penalizza senza che la stessa colpevole classe politica abbia mai trovato gli strumenti politici per rinascere.
Leggete il libro di Bottiroli, guardate le interessantissime fotografie, riflettete sul progetto di città che stava varando Piercarlo Fabbio ai tempi dell’amministrazione da lui guidata e poi fatevi un giro nell’Alessandria di oggi: di quella bella e vivace città e di quelle idee resta poco o nulla grazie alla furia iconoclasta di chi gli è succeduto, mentre la nostra comunità ha smarrito identità e, apparentemente, anche la voglia di crescere e progredire.
Piercarlo Fabbio aveva un’idea, un progetto di sviluppo che stava gradualmente portando Alessandria ad un protagonismo di livello nazionale cancellato in poco tempo dalla pochezza ideologica e programmatica di chi gli è succeduto.
Così, ci ritroviamo a vivere in una città fantasma, senza volto, senza consapevolezza della propria storia e delle proprie potenzialità e con poche speranze nel futuro: leggendo il libro di Bottiroli può solo crescere la nostra rabbia e il rimpianto per un’occasione perduta, per una stagione di rinascita stroncata sul nascere, senza un’idea alternativa se non la “damnatio memoriae”.
Noi, però, non possiamo che dire grazie a un uomo come Piercarlo Fabbio, moderno Sisifo, che nonostante quello che ha subito continua ad amare Alessandria e a essere protagonista di iniziative culturali, politiche e sociali di altissimo rilievo. Alessandrini di buona volontà, se ancora ci siete, prendete esempio!
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Massimo Taggiasco