L’insostenibile leggerezza della cura – di sé e della propria casa – nell’agile ma profondo manuale di Virginie Simonet e Maria Francesca Basile

In questo articolo cercherò di spiegare – a me stesso e a voi – perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto. Inizio questo articolo con una citazione, di Italo Calvino, dalle sue celeberrime Lezioni Americane (ho scritto solo articolo invece che conferenza), perchè questa frase mi è prepotentemente venuta alla mente appena ho iniziato a sfogliare questo manualetto, tanto leggero quanto importante. Sono soltanto un centinaio di pagine, ma trattandosi di un volumetto dove etica, estetica, psicologia e filosofia dell’ambiente, si intersecano in modo magistralmente leggero e sorridente, in realtà non terminerò (e terminerete) di utilizzarlo per molto, molto tempo. Con un bel senso, anche, di vergogna e rimpianto. Perchè tutte le cose che non faccio, o non faccio bene, sono qui elencate e ribadite praticamente senza pietà, e mi sento molto, ma molto in colpa per questo. Intanto inizio a ringraziare le mia carissima amica Sabina Malgora, egittologa di fama internazionale, una delle massime esperte del mondo delle mummie egizie, che mi ha fatto conoscere una delle due autrici del libro, Virginie Simonet, con la proposta di presentare questo manualetto in tutte le varie occasioni possibili, cosa che farò senza dubbio. Nonostante le mie evidenti défaillance in merito, che confesso, e di cui non sono certo fiero. Eh si, perchè in questo sorridente, ma profondo manualetto, mi ci sono specchiato, ripromettendomi di farci grande tesoro, ma con la certezza che, nell’impietoso attento riflesso della mia realtà, in quello specchio attento ho percepito anche tutta la mia inadeguatezza.
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Ma veniamo a lui, al libretto…e alle sue autrici. In particolare di una delle due, l’unica che ho conosciuto di persona, grazie a Sabina. Di fatto è una alessandrina, nel senso che ci abita, ad Alessandria, ma è nata in Francia: Virginie Letitia Simonet. Fa un mestiere dal nome assai affascinante: Interior Designer. Che poi vuol dire, ma non è certo poca cosa, aiutarti a modificare ambienti (uno, due, tutta la casa), dove trovarsi a proprio agio e vivere meglio. Guardate la copertina: il gatto nero, il tappeto, la posizione della meditazione. Ma anche una comoda poltrona, con accanto un tavolino dove è appoggiato un libro. Perfino un ficus beniamino (o simile cosa) sullo sfondo. Assomiglia da matti a casa mia (che però è un tantino meno ordinata, purtroppo), e da un senso di calda accoglienza, di appartenenza, di sapienza cognitiva. Se avete altre curiosità, conviene fare una passeggiata sul suo sito web: https://www.viverelostile.com/ , che è raffinato e accogliente – e sorridente – esattamente come Virginie è di persona. E, nel sito di Virginie, alla pagina https://www.viverelostile.com/il-mio-libro-guida/, potrete trovare la bella storia della nascita di questo libro, con tanto di presentazione strutturale dello stesso. Una presentazione che fa capire, a mio avviso, che la qualità del libro non può che essere decisamente elevata, almeno quanto questa sua notevole introduzione. Virginie ci spiega che La guida vuole essere un aiuto a comprendere quanto noi e le nostre case siamo legate e quanto ci influenziamo a vicenda. Quindi ci Troverai spunti e suggerimenti, che ti aiuteranno ad avere una casa studiata con intenzione e consapevolezza, che ti rappresenti davvero, ti supporti e ti faccia stare bene! Il manuale è diviso in due parti: la prima parla di concetti base, come cambiamento e decluttering (ma non solo!), la seconda invece analizza la casa stanza per stanza dettagliatamente, con spunti che ti possano aiutare a liberare la tua essenza e creatività nel creare la tua casa, la tua oasi di pace.
Debbo ora confessare che la parola decluttering mi ha tenuto per un attimo sospeso al cospetto della mia ignoranza, poi mi si è accesa quella piccola porzione di letture varie che aiuta sempre, ed ecco l’illuminazione (un po’ attardata, d’accordo): decluttering è la pratica di liberarsi di ciò che non serve più per creare spazio, ordine e armonia. Che a dirlo così sembra una cosa da niente, ma non è vero. Perchè io sto lottando da un anno circa, ovvero da quando è mancato mio padre, per qualcosa che potrei definire, appunto, decluttering: la contesa fra il desiderio di svuotare tutto, di superare il mio passato di una stanza vuota di vita, ma piena di mobilio e abiti e cianfrusaglie – e perfino una tappezzeria ormai orrenda che aveva voluto appiccicare lui al muso – e qual senso di voler rimanere in qualche modo appigliato al passato, in quella comfort zone familiare, dalla quale da ragazzini vorremmo sfuggire per sempre, e poi per il resto della vita vorremmo continuamente ritrovare, soprattutto quando la casa si tinge di ombre e silenzio. Ma quello che mi ha più colpito, ad una prima lettura, è stato il 4° capitolo: Tips di Feng Shui, dove di fatto c’è una breve spiegazione al logos che sottende tutto il testo. I capitoli in tutto sono otto, e in questo, centrale, appunto, Virginie espone il pensiero sottostante, che fa da armonia e riempimento di tutto il resto. Qui sono introdotte due diverse realtà, entrambe legate al benessere personale, che si intersecano e innervano proprio in tutto quello che le autrici ci propongono nel loro libro, che ne sono di fatto la guida portante. Vi invito ad osservare, nell’immagine sottostante, tratta dal sito web di Virginie, la delicata e preziosa armonia del tutto, che nasce appunto dalle pratiche orientali che Virginie frequenta e, anzi, vive.
Intanto il Reiki, disciplina della quale Virginie è maestra dei tre livelli previsti. Il Reiki, che ha le sue radici nel buddismo tibetano, è un antico e semplice metodo di cura tramite il tocco delle mani. Mikao Usui, monaco cristiano giapponese che lo riscoprì tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, definì il Reiki come arte per la guarigione. Per chi volesse capirci di più, direi che la pagina web https://www.lifegate.it/il_tocco_del_reiki#reiki-cosa-e è sufficientemente interessante e approfondita. Al Reiki è poi connesso il Feng Shui. E qui il vostro povero cronista vi confessa candidamente tutta la propria ignoranza: non ne sapevo assolutamente nulla…sarà per questo che la mia casa è sempre stropicciata, disordinata, ingarbugliata? Probabilmente si. Di fatto il Feng Shui è una filosofia di vita – e un’antica pratica cinese – che mira a creare armonia e equilibrio nell’ambiente. Si basa sul principio del flusso di energia, o chi, e si applica all’arredamento, all’orientamento degli spazi e all’uso dei colori. Anche qui consiglio, per chi volesse approfondire, un sito che spiega con chiarezza il tutto: https://www.lifegate.it/che_cos_e_il_feng_shui1. Ma il bello è che il manualetto della coppia Simonet – Basile espone tutto ciò nel segno della leggerezza, dove la profondità e la complessità di questo pensiero…e della giusta pratica di porre a confronto, appunto, una Interior Designer e una Psicologa, a completarsi a vicenda, in una sorta di introduzione, mai banale e mai scontata, ad un vero miglioramento di vita, dove la più attenta e profonda interiorità, si specchia con la giusta gioia e attenzione nel proprio mondo interiore. Non vorrei avervi dato l’idea di avere a che fare con un ponderoso saggio di filosofia orientale, eh? Il titolo di questo articolo, L’insostenibile leggerezza della cura, in realtà vi parla delle mie emozioni di fronte a questo progetto, che mi affascina tantissimo. Mi guardo intorno, nella mia casa, leggo il testo, scopro con malinconia la mia inadeguatezza. Riuscirò mai a porvi rimedio? Sicuramente questo libretto potrà aiutarmi. Perchè in ognuna di questa pagine c’è, in realtà, una sapiente armonia di sorridente leggerezza, nel senso della citazione calviniana del mio incipit, che si innerva, come in un fortunato innesto arboreo, con una sorprendente profondità di vedute e di pensiero, per produrre infine una agilissima guida, fatta di un perfetto mix di spirito pratico e di grandissima profondità etica e psicologica. Concludo chiedendo scusa a Maria Francesca Basile, che abita in Sardegna, della quale ho parlato poco. Ma il libro è di fatto per metà assolutamente suo, e prometto di rimediare dopo la prima presentazione. Infatti presenterò questo libro a Casale Monferrato il 10 maggio, ma spero di farlo anche in tanti altri luoghi…e, sapete che c’è? Non vedo l’ora.
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