Inaugurata la mostra ‘Arti Recluse’
È stata inaugurata questa mattina a Palazzo Cuttica in Alessandria la mostra Arti Recluse organizzata dagli Istituti Penitenziari “G. Cantiello e S. Gaeta” di Alessandria. Alla presentazione erano presenti molti giovani.
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“Vedendo tanti giovani ad un convegno come questo c’è da riflettere e ringraziare – ha detto l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Alessandria Piervittorio Ciccaglioni –. La volontà delle istituzioni, però, hanno reso il carcere uno spazio aperto. Sono aperti per portare dentro il valore che c’è nell’esterno. Voi ragazzi sarete quelli che raccoglierete il testimone. Oggi ci sono due valori importanti: la solidarietà e l’inclusione”.
Come detto, appunto erano presenti gli alunni degli Istituti Superiori “Saluzzo-Plana” di Alessandria accompagnati anche dal preside.
“Stiamo lavorando da due anni con le case circondariali – ha spiegato il dirigente degli Istituti Superiosi “Saluzzo-Plana” di Alessandria Roberto Grenna – credendo al fatto che al di là degli errori che si possono correre sia sempre possibile avere una seconda opportunità”.
La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione di Costruire Insieme, l’azienda che ha in appalto la gestione dei musei alessandrini.
“Quando mi hanno presentato questo progetto per portare questo messaggio molto forte dell’arte dei detenuti nei nostri musei – ha detto Cristina Antoni, presidente di Costruire Insieme – siamo stati subito entusiasti perché si parla di arte, che è la massima espressione della libertà umana, che viene fatta da chi adesso la libertà non ce l’ha e che si spera che un giorno avrà e dovrà essere accolto dalla gente”.
Il festival Artiviamoci è giunto alla seconda edizione, come spiegato dalla direttrice degli istituti penitenziari alessandrini.
“Questo festival è giunto alla seconda edizione - ha concluso Elena Lombardi, direttrice degli istituti penitenziari di Alessandria –. Significa che questa attività artistica sta diventando una cosa solida nello scambio con la città. Come ha detto il preside i ragazzi sono il nostro futuro. Ed i detenuti rivedono nei giovani il loro passato e si sentono responsabili del vostro futuro. Le persone detenute hanno bisogno di essere trattate da persone normali”.
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