Coronavirus, invariato l’obbligo di pagamento del canone speciale RAI
ROMA – L’Italia è un paese bellissimo perché ha un Governo che pensa veramente molto ai bisogni delle attività che lui stesso costringe a chiudere a suon di DPCM. È il caso, ad esempio, del canone speciale RAI, cioè quella tassa speciale perché riservata a chi detiene apparecchi Radio-TV in alberghi, bar , ristoranti, cinema o comunque fuori dall’ambito familiare.
Continua a leggere l'articolo dopo il banner
Ebbene, questo canone, a quanto pare, è immune al covid-19. A deciderlo è il decreto 20 dicembre 2019 del Mise e, poi, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 98 del 14 aprile, quindi in pieno lockdown. Ma non poteva essere altrimenti. La Corte Costituzionale, infatti, nel 2007 aveva sentenziato che il canone speciale “costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo”.
Si tratta di una tassa che varia da 195,87 euro a 6.528,27. Decisamente troppo per non poter lavorare. Del resto, però, è una tassa di possesso e non di utilizzo. Sarebbe, però, bastato aggiungere una riga in uno dei tanti DPCM per risolvere il problema. Ma bisognava volerlo.