Astor Pantaleon Piazzolla, il reinventore del Tango aveva origini italiane.

Ricordo di Astor Pantaleon Piazzolla nel Centenario della nascita: il reinventore del Tango aveva origini italiane.

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L’Argentina tutta celebra in questi giorni il centenario della nascita di Astor Pantaleon Piazzolla (Mar del Plata, 11 Marzo 1921), considerato non solo il più importante esponente della musica del suo Paese, ma in generale uno dei più importanti musicisti del XX* secolo.
I festeggiamenti di questi giorni nella natia Mar del Plata e in ogni angolo del Paese  che ha nel tango uno dei suoi elementi identitari costitutivi non ripagheranno “El Gato” (come era stato soprannominato nei primi anni della sua carriera di strumentista nelle orchestre di tango di Buenos Aires) delle feroci critiche che accolsero fin dagli esordi la sua carriera di compositore.

Di origini italiane (il padre, Vicente era figlio di un pescatore pugliese, Pantaleone emigrato in Argentina dalla natia Trani, mentre la madre,  Assunta Manetti era originaria di Massa Sassorosso, nella Garfagnana) Astor ebbe la fortuna di soggiornare dal 1925 al 1936 a New York, dove il padre gli fece conoscere uno strumento musicale, di origine tedesca, il bandoneon che imparo’ a suonare da autodidatta. A New York conobbe il grande Gardel, che allora cercava di far conoscere il tango nei primi film sonori che si giravano negli State, che lo prese sotto la sua protezione e gli fece assegnare la parte di un giovane strillone di giornali nel film “Il giorno in cui mi amerai”. Sopratutto a New York ebbe modo di conoscere una nuova musica, il Jazz, tanto popolare nelle strade di New York come il tango nei barrios di Buenos Aires.

Ritornato con la famiglia nel 1937 in Argentina e per l’esattezza a Buenos Aires prende lezioni dal grande compositore argentino Alberto Ginastera, che lo introduce alla musica classica e alla composizione musicale. Intanto suona in diverse orchestre, fino ad approdare  in quella del grande Anibal Troilo, considerato all’epoca il massimo esponente della cultura tanguera (che successivamente lo ripudiera’ definendolo “el asesino del tango”); qui Piazzolla oltre a suonare il Bandoneon, aveva il compito di scrivere gli arrangiamenti.

Nel 1946 forma la sua prima Orchestra. Nel 1955, sempre a Buenos Aires,  forma una nuova orchestra, l’”Oteto Buenos Aires” con otto strumenti: due bandoneon, due violini, un contrabbasso, un violoncello, un piano e una chitarra elettrica. ‘E nato il “nuevo tango”, senza la presenza del cantante e con contaminazioni di quella musica jazz che aveva imparato a conoscere e ad amare nel breve, ma intenso, soggiorno newyorkese. Nello stesso anno abbandona Buenos Aires per recarsi a Parigi per prendere lezioni di musica classica (alla quale voleva dedicarsi, abbandonando il tango) alla scuola della grande direttrice d’orchestra Nadia Boulanger: quest’ultima pero’ lo convince a dedicarsi completamente al tango, nel quale meglio si sarebbe potuto esplicare il suo naturale talento per la musica.

E’ proprio dopo l’esperienza parigina che  la produzione musicale di Piazzolla esplode e che il suo “nuoivo tango” fa conoscere ed apprezzare in Europa e negli Stati Uniti il tango argentino. Le sue collaborazioni con  Gerry Mulligan, con George Moustaky, con Salvatore Accardo con Mina, con Milva, con Tullio de Piscopo ne accrescono la popolarita’ , così come la sua partecipazione a molti fim come autore della colonna sonora. Popolarita’ mondiale, che si riflette sia pure con ritardo nella natia Argentina. Dopo la sua morte, avvenuta il 4 luglio del 1992 a Buenos Aires, fu a lui intitolato nel 2008 l’aeroporto internazionale di Mar del Plata, la sua citta’ dove era nato l’11 Marzo del 1921 e dove in queste settimane e’ tutto un susseguirsi di celebrazioni e di omaggi alla sua memoria, anche da parte della numerosa comunita’ italiana.  Ci piace ricordare qui, tra i numerosi suoi brani: “Oblivion”(il Ricordo), dalla colonna sonora del film “Enrico IV” di Bellocchio (1984); “Maria de Buenos Aires” per la voce di Milva; “Summit”, dall’Album Summit-Reunion Cumbre con Gerry Mulligan;  “Libertango”, un album realizzato con un’orchestra tutta di musicisti italiani, tra cui Pino Presti al basso elettrico e Tullio De Piscopo alla batteria; e, fra tutti “Addio Nonino”, il commosso omaggio dedicato al padre, in occasione della morte di papa’ Vicente (“nonino” e’ il termine italiano (“nonno”, “nonnino”, che per il forte impatto dell’emigrazione italiana in Argentina sostituisce qui spesso il castigliano “abuelo”, “abuelito”).

Aldo Rovito