Domenica il 77° anniversario dell’eccidio della Benedicta
BOSIO – “L’eccidio della Benedicta rappresentò una delle pagine più brutali della violenza nazifascista consumate nell’Italia del Nord. Dopo 77 anni è doveroso e necessario ricordare ancora con il giusto rilievo la grande dimensione morale e ideale dei ragazzi della Benedicta. La loro, prima di tutto, fu una scelta di libertà: nulla e nessuno li costringeva a lasciare le proprie case e occupazioni, a scegliere consapevolmente i disagi della vita in montagna, i duri sacrifici quotidiani della clandestinità e il rischio continuo di essere catturati, torturati e uccisi. A spingerli non erano certo l’interesse o il tornaconto personale, bensì il desiderio di “tornare a testa alta fra gli uomini liberi in una libera Patria”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ricorda una delle più tragiche vicende dell’occupazione nazifascista in Piemonte.
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Domenica 11 aprile dalle 10.30 l’Associazione Memoria della Benedicta celebrerà online l’anniversario dell’eccidio dell’aprile 1944 durante un durissimo rastrellamento. L’evento potrà essere seguito in diretta sulla pagina Facebook dell’associazione, sul canale YouTube della Benedicta e sulla pagina Facebook del Consiglio regionale.
“In questo tratto dell’Appennino dove Liguria e Piemonte si fondono, si è consumata una delle pagine più dolorose nella storia della Resistenza nella nostra Regione. Il massacro di centinaia di giovani che, inesperti e mal armati, affrontarono migliaia di nazisti e repubblichini. Combatterono e caddero, per restituire al nostro Paese la dignità smarrita per gli orrori del nazifascismo. I martiri della Benedicta hanno scelto di stare dalla parte giusta della Storia. La commemorazione di questo eccidio è una delle date fondamentali del nostro ‘calendario civile’. Un calendario fatto di tragedie e di sangue, ma anche di conquiste, come il 25 aprile e il 2 giugno. Il mio auspicio è che le generazioni più giovani non vedano in queste date solo preziose occasioni per ‘fare memoria’, ma si soffermino a riflettere sul fatto che se oggi sono liberi è grazie al sacrificio di loro coetanei”, aggiunge il vicepresidente Mauro Salizzoni.
Il programma dell’evento:
– Inno della Benedicta (Dalle belle città)
– Deposizione delle corone d’alloro del Sindaco di Bosio, Stefano Persano
– Saluto del Presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, Sen.Daniele Borioli
– Saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Alessandria, Gianfranco Baldi, e del Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia
– Omelia di S.E. Vittorio Francesco Viola, Vescovo di Tortona
– Orazione ufficiale di Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale dell’Anpi
– A seguire lectio magistralis di:
Giovanni De Luna, “I caratteri della Resistenza italiana” e Guido Levi, “L’eccidio della Benedicta e la Resistenza sull’appennino ligure-piemontese”.
Eccidio della Benedicta, una dolorosa pagina di storia della lotta di Liberazione
Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo. In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino.
Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento. Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la divisione “Mingo”, attiva nell’ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell’appennino alessandrino. Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la medaglia d’oro al valore militare per l’attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all’eccidio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza del territorio alessandrino.
Oggi il Sacrario dei martiri della Benedicta si trova nel comune di Bosio (Al), nei pressi dell’ex convento benedettino, nel cuore del Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo.