Funivia Stresa-Mottarone, tre arresti. La Procura: “Hanno manomesso i freni d’emergenza”
STRESA – Inizia ad essere ricostruita la tragedia di domenica in cui hanno perso la vita 14 persone nella caduta di una cabina della funivia Stresa-Mottarone. Oggi alle 4 del mattino sono state arrestate tre persone. Si tratta di: Luigi Nerini, 56 anni, proprietario della società che gestisce l’impianto, Gabriele Tadini, 63anni, direttore del servizio, e Enrico Perocchio, 51 anni, l’ingegnere.
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“Con la convinzione che mai si sarebbe verificata la rottura del cavo, hanno corso un rischio che purtroppo ha determinato un esito fatale per le 14 persone che domenica si trovavano sulla funivia del Mottarone. Il quadro ricostruito è grave e sconcertante – ha detto Olimpia Bossi, Procuratore di Verbania, lasciando la Caserma dei Carabinieri -. In modo particolare dalle fotografie all’impianto abbiamo visto come il sistema di emergenza dei freni sembrava manomesso, nel senso che era stato apposto il “forchettone” che bloccava i freni. Dagli accertamenti questo è stato motivato dall’esigenza di evitare continui disservizi e blocchi della funivia. Erano stati fatti degli interventi di manutenzione che però non aveva risolto del tutto i problemi. Il sistema evidentemente aveva delle anomalie e avrebbe richiesto un intervento più sostanzioso che avrebbe tenuto fermo l’impianto. Per ovviare a questo problema, gli operatori con quello che noi riteniamo il concorso, l’avvallo e l’assoluta consapevolezza del gestore e del responsabile dell’impianto non ha rimosso questa forchetta. E così, quando il cavo si è spezzato il freno di emergenza non è entrato in funzione”.
Il Comandante Provinciale dei Carabinieri ha poi aggiunto che al termine dell’interrogatorio i tre uomini hanno ammesso le loro responsabilità.