“Le parole… che spettacolo!” personale di Claudio Braggio al Museo Etnografico C’era una Volta dal 16 al 30 ottobre 2021

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“Le parole… che spettacolo!”, personale pittorica di Claudio Braggio sul forte potere attrattivo esercitato dalla forma visiva e dall’accostamento delle parole; collages (alcuni con il noto “Poldo!”) su carta, cartone telato, tela… In acrilico con inserti di stucco, plastica ed altri materiali da sabato 16 a sabato 30 ottobre 2021 al Museo Etnografico “C’era una Volta” in piazza della Gambarina in Alessandria (apertura 9,oo-12,oo e 15,oo-19,oo; chiuso la domenica pomeriggio salvo eventi)

 La nobile arte del collage apre il mondo dell’immaginazione offrendo buone opportunità di espressione, umorismo, provocazione, creatività rendendo possibile la rottura di schemi non soltanto per tecnica, ma anche per forma e contenuto.

Il collage artistico materialmente consiste nella giustapposizione di materiali di varia provenienza anche non strettamente inerenti la produzione artistica come giornali, foto, tessuti, materiali solidi, vernici, inchiostri, colori acrilici e no, oggetti della quotidianità, ma è sulla piena libertà d’azione che occorre concentrare l’attenzione.

Vanta origini antichissime: il termine deriva dal francese “coller”, ovvero “incollare”, intendendo la produzione di opere su differenziati supporti, e debutta nell’arte contemporanea all’inizio del ‘900, soprattutto da esponenti del Cubismo e del Surrealismo, due tra le correnti artistiche più inclini alle sperimentazioni visive e tecniche.

Questa proposta è di tipo narrativo, perché i singoli quadri su carta, cartone telato, cartoncino, tela di lino ed imbrattati con colori acrilici possono essere considerati come micro racconti, distribuiti in ordine casuale, senza alcuna pretesa di orientare la loro lettura.

Ciascun elemento è da considerare come ritaglio ritrovato e quindi collocato senza che abbia alcuna pretesa di evocare o spiegare e neppure suggerire, perché la combinazione che ogni opera propone vuol soltanto sollecitare la libera associazione di idee consentendo percorsi visivi liberi, sebbene contenuti nello spazio invalicabile del quadro.

Tuttavia, l’ampiezza di movimento emotivo che viene consentita al visitatore/lettore è al massimo livello, perché la combinazione dei singoli elementi è auspicata, consigliata, segnalata qual è, un vero e proprio gioco d’arte.

La gioia capace di scaturire da un sorriso, sia esso di compiacimento o di scherno sinceramente ben poco importa, è origine di quell’energia vitale di cui abbiamo tutti quanti necessità, credo oggi più che mai (mi si perdoni il luogo comune, ma è bene intendersi almeno su questo proposito).

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Pur considerando la digressione, non ho voluto far mancare la presenza del personaggio pittorico più noto ovvero il gattino Poldo, essendo la storia di “Poldo” fortemente intrecciata con questa esperienza artistica avviata nel 2008 con l’esposizione personale “Colori in fondo alla nebbia” ospitata dalla galleria d’arte Opificio delle Arti annessa al Museo del Ferro di Alessandria; a cui hanno fatto seguito due mostre personali, nel 2013 “Nebbia a colori” presso la galleria Studio d’Arte 102 e nell’anno 2018 “Esposizione effimera” all’Isola Ritrovata, sempre in Alessandria.

Nell’anno 2016 un “Poldo” ha ottenuto un riconoscimento molto ambito, nell’unica partecipazione ad una selezione con giuria professionale e competente, quella del Premio Arte dell’omonima rivista di Cairo editore, che l’ha incluso tra i semifinalisti (un dittico, anche questa scelta rara); quell’anno ho partecipato anche alla mostra collettiva “Cuori infranti” curata dalla galleria Studio d’Arte 102 di Alessandria (con un prologo nella collettiva “Pinocchio & Friends” sempre nella galleria Studio d’Arte 102, ma stavolta con una raffigurazione del celebre burattino).

I “Poldo”, il cui numero non è mai stato accertato, sono frutto di ricerca e sperimentazione, in acrilico, olio di lino e tecnica mista, su tela ovvero su cartoncino telato oppure cartoncino speciale o altri supporti.