Frammenti di memoria contemporanea: “Baleta” un monumento per ricordare un luogo fatto di persone
Un luogo fatto di persone e di immagini e di racconti, questo è stato “Baleta”, il locale fondato nel 1929 da Carletto Gemme e poi curato da Gino Gemme, vera e propria istituzione in cui si poteva andare pressoché in qualunque ora certi di poter trovare qualcuno con cui fare una partita a biliardo oppure a carte e soprattutto chiacchierare. Proprio la parola era lo strumento principe di uno spazio dove gioco, presa in giro, goliardia, serietà ed addirittura arte (si ricordano anche esposizioni pittoriche) si potevano incontrare, senza regole scritte e soprattutto in un clima dove l’eguaglianza era un fatto consolidato (se venivi accettato, o meglio se non combinavi qualcosa per farti respingere).
Di parole su “Baleta” ne girano tante anche ora, a trent’anni dalla chiusura (ora parte dei locali ospitano una pizzeria), forse troppe e dal sapore un poco provocatori, perché quello non era un luogo che ospitava fuggitivi, considerato che gli studenti li potevi trovare con la stecca in mano, e non era neppure un “santuario laico per soli uomini”, giacché le donne erano sempre presenti benché non ammesse (avendo vissuto gli ultimi anni di questa esperienza, però ricordo che alcune femmine s’avventuravano anima e corpo).
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Un apprezzabile fatto concreto si è manifestato sabato 16 ottobre ed ha richiamato tutti i “Baletiani” (non è mai esistito alcun tesseramento, ma ci si riconosce a vista) e giustamente sono stati ricordati quelli che non sono più tra noi: Paola e Carlo, figli del compianto Gino, hanno voluto donare a tutta la città di Alessandria uno splendido monumento a firma dell’architetto Gianfranco Tremolada, opera in cui ritrovo piacevolmente influenze di Fortunato Depero e del suo continuatore ideale Ugo Nespolo (per via del sistema ad intarsio, benché si tratti di metalli; un poco meno lo stile di Marco Lodola, non sia fuorviante l’aspetto della retroilluminazione notturna).
Ritengo sia bene ringraziare la famiglia Gemme tutta per questa splendida iniziativa e quindi tutti quelli che hanno collaborato per realizzarla, perché si tratta di un gesto molto più che apprezzabile. Aggiungo soltanto una nota negativa: a me “Baleta” manca, molto, e non trovo esistano spazi eguali. Peccato per chi non ha avuto occasione di mettervi piede.