Benzina: una bolletta aggiuntiva di 8 miliardi per l’agricoltura è un costo insostenibile
La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato come la globalizzazione abbia fallito
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Per lo scoppio della guerra e il balzo dei costi energetici l’agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all’anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale ma anche gli approvvigionamenti alimentari di 5 milioni di italiani che si trovano in una situazione di indigenza economica.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti del balzo dei prezzi di benzina e gasolio sotto la spinta dell’aumento del petrolio mentre la produzione industriale è in calo secondo gli ultimi dati Istat.
“Il caro gasolio rischia di fermare i trattori nelle campagne. Dall’inizio del conflitto si è verificato un balzo medio di almeno 1/3 per i costi di produzione dell’agricoltura a causa degli effetti diretti ed indiretti delle quotazioni energetiche – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco –. Gli agricoltori sono costretti ad affrontare rincari insostenibili dei prezzi per il gasolio necessario per le attività dei trattori che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina, la concimazione e l’irrigazione che insieme ai rincari di concimi e mangimi spinge quasi un imprenditore su tre a ridurre la produzione.”
Nel sistema produttivo agricolo i consumi diretti di energia includono il gasolio per il funzionamento dei trattori, per il riscaldamento delle serre e per il trasporto mentre i consumi indiretti sono quelli che derivano dall’energia necessaria per la produzione di prodotti fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. Il comparto alimentare richiede invece ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
“La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione ha fallito e sono necessari rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare come cardine strategico per la sicurezza, per questo servono interventi urgenti e scelte strutturali per rendere l’Europa e l’Italia autosufficienti dal punto di vista degli approvvigionamenti di cibo – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. La stessa Politica Agricola Comune e il Pnrr oggi sembrano già inadeguati a rispondere alle esigenze del tempo nuovo che stiamo vivendo e vanno modificati eliminando ad esempio l’obiettivo del 10% di terreni incolti previsto nella strategia biodiversità”.
Per questo bisogna agire subito facendo di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivando le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso l’Ismea, riducendo le percentuali IVA per sostenere i consumi alimentari, prevedendo nuovi sostegni urgenti per filiere più in crisi a causa del conflitto e del caro energia e fermando le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali.