Coldiretti Alessandria: “Cereali: guerra, clima e costi delle materie prime fanno crollare del 30% le produzioni”
Alessandria – La produzione mondiale di cereali è stimata in calo a 2,784 miliardi di tonnellate su valori minimi da quattro anni per effetto delle condizioni climatiche avverse nei diversi continenti ma anche al calo dei raccolti in Ucraina a causa della guerra che ha ridotto anche l’impiego di fertilizzanti.
E’ quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati Fao in occasione del primo dialogo Ministeriale Mediterraneo sulla Crisi Alimentare.
In provincia di Alessandria il 2021 si è chiuso con una produzione di frumento tenero pari a 1.469.965 quintali su 32.757 ettari, di grano duro su ettari 1.728 per 69.120 quintali, per l’orzo su 3.397 ettari una produzione di 186.410 quintali, per l’avena 381 ettari per 13.335 quintali e per il mais siamo a 15.621 ettari per 2.065.125 quintali.
Per la produzione 2022 sono molte le incognite. La guerra in Ucraina, il caro materie prime e gli sfasamenti climatici rischiano di comprometterne qualità e quantità, come sottolinea il Responsabile Area Economica di Coldiretti Alessandria Giancarlo Bassi: “Le previsioni sono di forte preoccupazione, soprattutto a causa dello stress idrico che ha condizionato la fase di allegagione delle colture, il grano ha sofferto nella fase di crescita, anche a causa del ridotto uso di fertilizzanti. Scelta dettata, da una parte dalla necessità di contenere i costi e, dall’altra, dal mancato assorbimento delle sostanze nel terreno come conseguenza della grave siccità. Le previsioni, al momento, fanno ipotizzare un calo di produzione del 30%”.
Il taglio dei raccolti mondiali riguarda soprattutto il mais destinato all’alimentazione animale, il grano e il riso mentre al contrario aumenta la produzione di orzo e sorgo. Il calo dei raccolti e le difficoltà nel commercio internazionale anche per il blocco dei porti nel Mar Nero ha provocato un balzo delle quotazioni con i prezzi internazionali dei cereali che sono cresciuti del 29,7% a maggio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
In tale ottica, è importante la creazione di corridoi sicuri per permettere a navi commerciali di trasportare grano ucraino attraverso il mar Nero al centro dei negoziati promossi dalla Turchia.
Infatti, se l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari durerà fino al 2024 come previsto da S&P Global Ratings nel rapporto ‘The Global Food Shock Will Last Years, Not Months’ le persone colpite da grave insicurezza alimentare nel mondo sono destinate a salire oltre i 200 milioni.
A rischiare di più sono 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione e risentono quindi in maniera devastante dall’aumento dei prezzi. La guerra coinvolge infatti gli scambi di oltre ¼ del grano mondiale con l’Ucraina che insieme alla Russia controlla circa il 28% sugli scambi internazionali con oltre 55 milioni di tonnellate movimentate, ma anche il 16% sugli scambi di mais (30 milioni di tonnellate) per l’alimentazione degli animali negli allevamenti e ben il 65% sugli scambi di olio di girasole (10 milioni di tonnellate), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Centro Studi Divulga.
Un’emergenza che colpisce anche l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti. In particolare l’Italia ha acquistato dall’Ucraina 122 milioni di chili di grano tenero per la panificazione ma anche 785 milioni di chili di mais, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021.
“Bisogna invertire la tendenza ed investire per rendere il Paese il più possibile autosufficiente per le risorse alimentari facendo tornare l’agricoltura centrale negli obiettivi nazionali ed europei”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco nel sottolineare che “nell’immediato occorre salvare aziende e stalle da una insostenibile crisi finanziaria per poi investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.
“I costi d’irrigazione sempre più elevati, mettono in difficoltà le nostre imprese agricole per questo sono necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque ma anche campagne d’informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua. Peraltro, il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero, a causa dell’invasione russa ha alimentato l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli, dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori”.
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