Coldiretti Alessandria: “Siccità: trovare soluzioni subito per garantire produzioni di cibo. SOS anche animali in stalla”
Alessandria – Non solo raccolti bruciati dalla siccità, a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie dove le mucche con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno ma, a preoccupare, è anche la mancanza del foraggio per l’alimentazione a causa dell’assenza di precipitazioni che in certe zone ha tagliato di 1/3 le rese.
È l’allarme lanciato da Coldiretti Alessandria che evidenzia lo stato di emergenza per il forte calo delle rese produttive di tutti i raccolti agricoli, in alcuni casi addirittura dimezzati con cali fino al 50%.
“Un’emergenza che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali. Abbiamo bisogno di acqua, subito, 24 ore su 24, per questo chiediamo maggiore flessibilità e la deroga straordinaria al deflusso minimo vitale per evitare di perdere alcune delle colture fondamentali della nostra Regione come il mais, il riso, le foraggere. Non c’è più tempo da perdere: non possiamo aspettare l’iter burocratico che segue alla richiesta dello stato di calamità e di emergenza, vanno trovate soluzioni immediate. Coldiretti lo ha ribadito anche al tavolo organizzato da Regione Piemonte per l’emergenza siccità, alla presenza del governatore, Alberto Cirio”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi.
Nelle stalle sono entrati in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono dati un po’ per volta per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte, per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo, si aggiungono, dunque, i maggiori consumi di energia ed acqua che in questo momento sono costosi e carenti.
A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano che fa segnare quest’anno, in provincia di Alessandria, un calo del 30% delle rese alla raccolta ma in gravissima difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali ma anche i pascoli ormai secchi per l’alimentazione animale e ortaggi e frutta come gli agrumi al sud che hanno bisogno di irrigazione.
“E’ urgente che i gestori dei bacini idrici montani ad uso idroelettrico consentano il rilascio di una maggiore quantità d’acqua per l’intero arco della giornata, come concordato grazie all’accordo proficuo tra Coldiretti ed Iren Energia Spa – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Non possiamo far correre alle nostre imprese il rischio di non adempiere agli impegni previsti dal Psr e dalla Pac per cui è fondamentale che una volta riconosciuto lo stato di calamità naturale vengano adottare tutte le azioni necessarie. Ancora più in questo momento di guerra in Ucraina, il tema della produzione di cibo e dell’autosufficienza dall’estero è centrale per cui deve essere alta l’attenzione al tema idrico per garantire la possibilità di produrre alle nostre imprese che già stanno vivendo un momento particolarmente difficile con gli sconvolgimenti di mercato in atto”.
La situazione è drammatica in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate con la mancanza di pioggia che in alcune zone dura da quasi tre mesi con il ricorso alle autobotti, razionamenti e misure restrittive anche per innaffiare orti e giardini.
Più di ¼ del territorio nazionale (28%) a rischio desertificazione sta affrontando una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud ma anche quelle del Nord dove la grande sete assedia città e campagne, con autobotti e razionamenti in case, orti e giardini, il fiumi in secca, i laghi svuotati e i campi arsi con danni che già superano secondo la Coldiretti i due miliardi di euro.
Uno scenario di profonda emergenza idrica dove l’unica soluzione è agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione in un Paese come l’Italia che raccoglie solo l’11% dell’acqua piovana e deve fare i conti con reti colabrodo.
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